Nel frattempo il trasformista si era candidato a sindaco di Lucca col Terzo polo
Veronesi, da candidato PD a candidato FdI
“Meloni è la migliore per guidare l’Italia” e “Fontana per guidare la Lombardia”
Il noto direttore d'orchestra Alberto Veronesi, figlio del luminare dell'oncologia ed ex craxiano Umberto Veronesi scomparso nel 2016, è un chiaro esempio dello stato di trasformismo e di degenerazione che contraddistingue l'attuale stadio della sovrastruttura politica italiana, conseguenza a sua volta dello stato di degrado nel quale si trova il capitalismo nella sua fase più avanzata.
Lo sgangherato percorso politico di Alberto Veronesi, che comunque si era sempre dichiarato sin dalla gioventù vicino alla “sinistra” borghese, inizia nel 2016, con la candidatura al Comune di Milano nella Lista civica di Beppe Sala, sostenuto dal PD. Non eletto consigliere a Milano, Veronesi ci riprova nel 2020 con la candidatura a Lucca nelle file del PD per le elezioni regionali toscane, senza essere eletto. Durante questa campagna elettorale si recò in un gazebo della Lega a Viareggio contestando duramente la politica del “centro-destra” con queste testuali parole: “non si strizza l'occhiolino ai fascisti e non si scherza sull'antifascismo come fanno il leader della Lega e la sua candidata alla presidenza della Toscana”, con un chiaro riferimento a Susanna Ceccardi.
Del resto, anche a Milano la sua contestazione nei confronti del “centro-destra” non era stata certo da meno, perché a marzo 2021 annunciò un concerto di protesta davanti a Palazzo Lombardia, sede della giunta regionale, per invitare i vertici della Regione a far presto con la campagna vaccinale contro il covid, sferrando un violento attacco politico alla giunta di “centro-destra” presieduta da Fontana in relazione alla gestione della pandemia: Veronesi citò “la mancata zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro”, “la decisione di tenere aperto l'ospedale di Alzano causando un focolaio” e la “gestione drammatica delle Rsa”.
Nel 2022, poi, Veronesi si spostava al centro candidandosi a sindaco di Lucca con il sostegno di Azione di Calenda, +Europa della Bonino e Italia Viva di Renzi, e neanche in questo caso veniva eletto.
Oggi, alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Lombardia che si svolgeranno il 12 e 13 febbraio prossimo, Veronesi – completando lo sgangherato percorso politico contraddistinto da puro opportunismo - è candidato nella lista di Fratelli d'Italia, che appoggia quello stesso Attilio Fontana contro il quale lo stesso voleva simbolicamente scagliare la sua bacchetta di direttore d'orchestra organizzando, nemmeno due anni fa, un concerto pubblico di protesta!
Intervistato da Claudio Bozza in un articolo pubblicato sul Corriere
del 16 gennaio scorso, Veronesi ha dichiarato senza esitazioni che “Meloni è la migliore per guidare l’Italia” e “Fontana per guidare la Lombardia”.
Intervistato da Claudio Bozza in un articolo pubblicato sul Corriere del 16 gennaio scorso, Veronesi ha dichiarato che “Meloni è la migliore per guidare l’Italia” e “Fontana per guidare la Lombardia”.
Anche un simbolo dell'antifascismo come la canzone Bella ciao può essere interpretata, a suo dire, in una chiave nazionalista e patriottarda tanto cara a Meloni, La Russa e compagnia bella: “Bella ciao – ha affermato il direttore d'orchestra milanese nell'intervista - non è una canzone di partito. Incarna un sentimento contro un invasore”. “Quindi – ha concluso Veronesi - sono gli stessi ideali di difesa della nazione e della patria, incarnati anche da Fratelli d’Italia”. Veronesi però, oltre a studiare gli spartiti che sono indiscutibilmente il suo campo, dovrebbe ogni tanto dare un'occhiata a qualche testo storiografico, e si accorgerebbe che coloro ai quali oggi si ispirano Meloni e La Russa – i fascisti di Mussolini – erano alleati, durante la seconda guerra mondiale, con gli invasori di questo Paese – i nazisti di Hitler – e insieme ad essi massacravano coloro che combattevano contro l'invasore – i partigiani e con essi le masse popolari italiane – cantando, tra l'altro, Bella ciao, la quale deve rimanere, e rimane, un canto antifascista, che nulla ha da spartire con un movimento politico fascista come Fratelli d'Italia e con i suoi accoliti.
Sembra che la luna di miele politica tra Veronesi e Fratelli d'Italia sia iniziata di recente, e sembra che galeotti furono incontri con esponenti di quest'ultimo partito, come Ignazio La Russa e Daniela Santanchè: “entrambi – ha dichiarato nella menzionata intervista - vengono spesso in Versilia, la mia seconda casa, dove dirigo anche il Festival Pucciniano”. “E quando sono stato candidato a sindaco di Lucca per il Terzo polo – ha aggiunto in conclusione - al ballottaggio ho deciso di appoggiare il candidato del centrodestra, scatenando le ire di Calenda”.
Più che le ire di Calenda, l'atteggiamento di Veronesi dovrebbe suscitare l'indignazione delle masse popolari italiane, alle quali i partiti politici borghesi hanno propinato in passato, e continuano a propinare, come candidati personaggi che non esitano a falsificare la storia (è emblematico lo sproloquio di Veronesi su Bella ciao) e a diventare voltagabbana indecenti (nel giro di appena tre anni Veronesi è passato dalla 'sinistra' borghese alla destra apertamente fascista).
25 gennaio 2023