Valditara apre la scuola pubblica ai privati
Risorse dalle aziende in cambio di benefici fiscali. Gli stipendi differenziati ai professori su base territoriale reintroducono le famigerate “gabbie salariali”
Professionisti a contratto provenienti dalle aziende “per allineare l'istruzione e il lavoro”
Ordine, repressione, disciplina, meritocrazia, selezione di classe, regionalizzazione, privatizzazione, aziendalismo, oscurantismo e irregimentazione degli studenti e di tutto il personale scolastico: sono questi i nuovi “valori formativi” di chiaro stampo liberista, capitalista, neofascista, federalista, aziendalista, classista, meritocratici e mussoliniani a cui si ispira il ministro fascio-leghista dell'Istruzione e del “merito” Giuseppe Valditara per assestare il colpo di grazia al sistema nazionale unico dell'istruzione pubblica come purtroppo è già avvenuto con l'Università attraverso la controriforma Gelmini e la progressiva privatizzazione gestionale ed economica degli atenei.
“Valori formativi
” da inculcare nel cuore e nella mente delle giovani generazioni in nome di quella “identità nazionale
” invocata a più riprese dalla premier Meloni che vuole imporre nelle scuole di ogni ordine e grado la concezione fascista del mondo anche sul fronte culturale come peraltro conferma la lettera inviata da Valditara il 9 novembre scorso agli studenti e ai professori “invitandoli” a celebrare il cosiddetto Giorno della libertà, istituito nel 2005 durante il secondo governo Berlusconi per ricordare la caduta del Muro di Berlino del 9 novembre 1989: una sporca operazione di propaganda anticomunista, di rozzo revisionismo storico e di indottrinamento anticomunista degli studenti compiuta a nome del governo neofascista Meloni, del quale Valditara aspira ad essere il manganello “educativo”.
Esattamente come fece Mussolini negli anni Venti che affidò al filosofo del fascismo Giovanni Gentile il compito di elaborare “la più fascista delle riforme” per assoggettare l'istruzione pubblica e tutto il personale docente al controllo diretto del Partito Nazionale Fascista. Curiosamente anche allora il nome del ministero della Pubblica Istruzione fu cambiato e assunse la denominazione di “Ministero dell’Educazione Nazionale” allo scopo di renderlo più adatto al progetto di progressiva fascistizzazione della scuola attribuendogli un ruolo fondamentale per la manipolazione ideologica e per la creazione del consenso a livello di massa con lo slogan “Libro e moschetto fascista perfetto”.
In questo nero disegno piduista si inseriscono anche le ultime proposte avanzate da Valditara nei giorni scorsi il quale, dopo il “merito”, “l'umiliazione”, il “divieto di sciopero” e dell'uso “del cellulare in classe”, “la revoca del reddito di cittadinanza a chi viola l’obbligo scolastico” l'istituzione del “docente tutor” e le denunce contro i ragazzi e le ragazze della “Rete studenti Milano” che lo hanno criticato per la morte dei tre ragazzi durante gli stage; adesso vuole dare in pasto la scuola pubblica alle borghesie locali e alle aziende private invitandole a finanziare gli istituti di ogni ordine e grado in cambio di benefici e sconti fiscali secondo una visione esclusivamente manageriale della scuola-azienda tanto cara a Confindustria.
Ospite della piattaforma di dialogo "Italia 2023: Persone, Lavoro, Impresa" promossa da PwC Italia e gruppo Gedi, Valditara ha detto che bisogna “trovare nuove strade, anche sperimentali, di sinergia tra il sistema produttivo, la società civile e la scuola, per finanziare l'istruzione, oltre allo sforzo del governo
”.
Una proposta funzionale in tutto e per tutto al padronato con alla testa la Fondazione Agnelli e le scuole di formazione private che attraverso la costituenda Scuola di alta formazione avranno mano libera sulla formazione dei docenti e detteranno le metodologie didattiche, programmi, sistemi di valutazione e regole di verifica e controllo col chiaro intento di normalizzare e irregimentare tutto il corpo docente e uniformare l’universalità dei saperi all'ideologia borghese, neofascista e clericale e finalizzare la formazione professionale dei ragazzi alle esigenze del mercato capitalista.
Non solo. Valditara ha proposto anche una differenziazione degli stipendi degli insegnanti su base territoriale, in base al costo della vita del luogo in cui uno vive o lavora, reintroducendo di fatto le famigerate “gabbie salariali” spazzate via dalla Grande Rivolta del Sessantotto.
Mentre per quanto riguarda il reclutamento dei docenti Valditara ha aggiunto che è sua intenzione assumere “professionisti” a contratto provenienti dal mondo delle imprese “per allineare” a suo dire “l'istruzione e il lavoro”, in palese violazione dell'articolo 97 della Costituzione il quale stabilisce che nei ruoli delle pubbliche amministrazioni si può accedere solo mediante concorso pubblico.
Proposte che, alla luce del progetto di legge Calderoli sull'autonomia differenziata già approvato in Consiglio dei ministri, cancelleranno il contratto collettivo nazionale di lavoro degli insegnanti, mentre agli studenti “non meritevoli” ossia ai figli delle masse popolari e dei lavoratori, non verrà più garantito in egual misura il diritto allo studio perché il sistema dell'istruzione pubblica nazionale sarà frantumato in 20 sistemi diversi e riorganizzato su base regionale con profonde differenze fra le regioni ricche del Centro-Nord e le regioni povere del Sud che saranno abbandonate a se stesse come è già avvenuto con la Sanità.
Insomma una controriforma in piena regola a cui hanno contribuito negli anni tutti i governi sia di “centro-destra” che di “centro-sinistra” che si sono succeduti a Palazzo Chigi. Del resto non è la prima volta che un esecutivo tenta di differenziare le retribuzioni degli insegnanti. Nel corso dei decenni passati ci hanno provato quasi tutti i ministri che si sono avvicendati alla guida del dicastero di Viale Trastevere a cominciare da Berlinguer, Moratti, Gelmini fino alla “Buona Scuola” di Renzi. Ma alla fine, grazie alla mobilitazione di tutto il corpo docente, sono tutti naufragati.
8 febbraio 2023