Importante comunicato stampa del Comitato provinciale di Firenze del PMLI
Aggressioni squadriste agli studenti del Michelangelo e del Pascoli di Firenze
Grande manifestazione con migliaia di antifascisti chiede a gran voce: “Liberiamoci dal fascismo e dal governo Meloni”
Mettere fuorilegge i gruppi fascisti

 
Una grande manifestazione con migliaia di antifascisti, aperta dallo striscione:
"Firenze è antifascista" si è tenuta nel pomeriggio del 21 febbraio ed è stata la risposta di massa di Firenze alle vigliacche aggressioni squadriste fasciste contro gli studenti del Michelangelo e del Pascoli. Organizzato dai collettivi studenteschi medi e con l'adesione di collettivi e movimenti di sinistra, centri sociali, rappresentanze operaie, sindacali, dell'associazionismo fiorentino, il corteo ha chiesto a una voce sola la chiusura quei “covi di fascisti vecchi e nuovi” appartenenti a Casaggì e a Casapound aperti impunemente in questi anni a Firenze anche grazie al silenzio complice dell'amministrazione comunale capeggiata dal sindaco Nardella, creatura di Renzi e oggi sodale di Bonaccini. Un silenzio complice tanto più grave dopo che
nel novembre scorso il Comitato provinciale di Firenze del PMLI aveva ancora una volta lanciato l'allarme con un comunicato dal titolo: “Chiudere il covo fascista di CasaPound a Firenze. Creare un largo fronte unito antifascista e costringere le istituzioni locali a dichiarare CasaPound fuori legge.”
Il percorso del corteo ha voluto sottolineare l'inderogabile necessità di chiudere i covi fascisti circondando idealmente in una sorta di morsa via Frusa (sede di Azione Studentesca), presidiata e difesa dal massiccio schieramento dei blindati della polizia, mentre un elicottero sorvola minacciosamente la zona. Il corteo non si limita a denunciare le squadracce fasciste ma alza il tiro su chi le arma e protegge. “Liberiamoci dal fascismo e dal governo Meloni”, si legge su uno striscione e viene ritmato da cori e slogan. Riecheggiano più volte parole d'ordine come questa: “Fiducia nello Stato, non ne abbiamo. L'antifascismo è nostro e non lo deleghiamo”.
Si è trattata di una grande vittoria politica degli studenti e del fronte unito antifascista fiorentino.
Tutto ha avuto origine nella mattina del 18 febbraio, quando ragazze e ragazzi del collettivo S.U.M. del Liceo Michelangiolo di Firenze rimanevano vittime di una vile aggressione da parte di una squadraccia di neofascisti appartenenti ad Azione Studentesca (formazione giovanile di Fratelli d’Italia). Le immagini, che hanno fatto il giro del Paese, mostrano chiaramente l'episodio nel quale si vede un ragazzo a terra preso a calci da più aggressori.
Mentre si levava unanime lo sdegno delle forze antifasciste e democratiche, la Digos avrebbe così ricostruito la vicenda: alcuni militanti di Azione Studentesca stavano distribuendo alcuni volantini davanti al “Michelangelo” e appena gli studenti del collettivo antifascista studentesco S.U.M. hanno detto loro di andarsene, sono sopraggiunti altri fascisti fra i quali alcuni adulti, che hanno dato il via alla loro azione punitiva a suon di calci e pugni sferrati con enorme violenza. La cosa certa che si era capita fin da subito invece è che si trattava di una premeditata aggressione squadrista violenta e vigliacca. Uno studente denuncia: “Sarebbe finita subito, come era già successo altre volte. Se non fossero spuntati altri quattro fascisti, più grandi. Era tutto organizzato. Provocazione e pestaggio.”
Quel che è certo è che a Firenze, città medaglia d'oro alla Resistenza, come nel resto della penisola, i fascisti spadroneggiano indisturbati ora che possono godere dell'impunità e della protezione che assicura loro il governo neofascista Meloni. Del resto, appena due giorni prima, il 16 mattina, un fatto analogo era accaduto al Liceo Pascoli, quando i picchiatori di Azione Studentesca che stavano volantinando, sono stati invitati da alcuni studenti antifascisti a lasciare il campo: all'improvviso un gruppo di individui incappucciati e armati di cinghie iniziava a minacciare gli studenti, che riuscivano a rifugiarsi all'interno della scuola solo grazie all'intervento della dirigente scolastica che ha immediatamente chiamato la Digos facendo dileguare gli squadristi.
Due scuole e lo stesso copione. Aggressioni coordinate e premeditate, che scattano non appena gli studenti non accettano passivamente e si ribellano alla provocatoria apologia di fascismo.
I ragazzi e le ragazze aggredite hanno ricevuto l'immediata solidarietà militante del Comitato Provinciale di Firenze del PMLI che in un Comunicato stampa (pubblicato a parte) ha sottolineato che “adesso le istituzioni cittadine esprimono solidarietà, ma ciò non basta perché esse stesse si sono aperte alla destra fascista; oggi infatti gli stessi neofascisti ne sono parte integrante attraverso i suoi storici partiti di riferimento, su tutti Fratelli d'Italia che tiene ancora viva la fiamma tricolore del Movimento Sociale, del quale rivendica un ruolo “importante” nella storia dell'Italia Repubblicana.” Come ha denunciato un esponente locale e nazionale dell’ANPI fra i 5 consiglieri di quartiere di Fratelli d’Italia, ben 4 provengono dalle file di Casaggì (il centro sociale di estrema destra con sede a Firenze), e così pure il capogruppo in comune di Firenze e quello dello stesso partito in regione Toscana.
Il governatore della Toscana, il piddino Eugenio Giani solidarizza con gli aggrediti, auspica punizioni e ritiene “abbastanza incredibile” che certi fatti possano ancora avvenire, però, forse, non ricorda di quando fu proprio lui ad inaugurare “Largo Martiri delle Foibe” a Firenze e quanto poco abbia fatto la massima istituzione regionale per contrastare davvero il neofascismo.
Lo stesso può dirsi per il sindaco PD Dario Nardella, sempre pronto a twittare contro il fascismo e a correre in ascolto agli studenti aggrediti con la solita faccia di bronzo ma fingendo di ignorare che né lui né il suo partito hanno mosso un dito contro la recente apertura della sede di Casapound a Firenze, fra l'altro a cinquanta metri da quella della storica emittente antifascista “Controradio”, oppure per fermare le decine di iniziative cittadine che celebrano il fascismo come - per dirne una - la commemorazione pubblica dei franchi tiratori repubblichini, quelli che dai tetti di Firenze sparavano ai partigiani, presso il cimitero di Trespiano. Un’inconsistenza che diventa sostanziale complicità e conseguente responsabilità politica alla prova dei fatti.
La CGIL e la FLC CGIL Firenze hanno diramato una nota di condanna, ed anche l'ANPI - da sempre in campo per lo scioglimento dei gruppi neofascisti - ha pubblicato un importante comunicato: “Condannare non basta”, che denuncia la presenza dei gruppi neofascisti “forte e radicata dentro tutte le istituzioni”, chiedendo “l'immediata convocazione di un tavolo per arrivare ad iniziative pubbliche nelle nostre piazze e di informazione sulla situazione ormai insostenibile dell'estrema destra a Firenze.”
Prese di posizioni anche da parte di Italia Viva, dal PD cittadino e dal Movimento 5 Stelle, tuttavia preoccupati più a opporsi a “qualunque” forma di violenza e ad auspicare “tolleranza”, che a puntare il dito sui veri responsabili che sono i neofascisti e soprattutto chi li copre, li indirizza e li protegge.
In soccorso agli squadristi sono arrivati i commenti di Forza Italia che attraverso il capogruppo in Consiglio regionale Marco Stella auspica che siano individuati “coloro che hanno dato inizio alla rissa”, derubricando così questa chiara aggressione squadrista. Il vice presidente vicario del Consiglio comunale Cocollini (Gruppo Centro) arriva infine a dire che ci vuole “cautela nell'esprimere condanne verso una parte politica piuttosto che un'altra”. L'ennesima vergogna istituzionale.
Il coordinamento di Fratelli d'Italia mostra “rammarico” per la vicenda, anche se “la politica deve essere strumento di confronto anche aspro e duro ma non può e non deve travalicare mai in scontro fisico e limitazione della libertà di espressione altrui”. Dai capibastone Donzelli e camerati c'è chiaro intento di rigirare la frittata, incolpando gli antifascisti che giustamente non volevano che davanti alla loro scuola fosse fatta propaganda fascista. Nelle note di FDI si parla di “libertà di espressione altrui”, come se il fascismo e i fascisti fossero una componente legittima nell'Italia repubblicana.
A livello nazionale, mentre continua il silenzio assolutorio della premier Meloni sull’accaduto, Federico Mollicone minimizza (“rissa tra due gruppi”) e cita un video diffuso dal fogliaccio fascista Il Giornale che “smentirebbe l’aggressione”. In realtà il video mostra solo alcuni ragazzi che strappano i volantini di Azione studentesca prima del pestaggio e quindi non giustifica assolutamente nulla.
Intanto lunedì 20 mattina, prima dell’inizio delle lezioni, le studentesse e gli studenti del liceo Michelangiolo e del vicino liceo Castelnuovo hanno dato vita a una manifestazione davanti alla scuola di via della Colonna. Centinaia di studenti assieme ad altrettanti genitori e docenti, sono scesi in piazza per denunciare l’aggressione, intonando il coro “Firenze è solo antifascista”. Una volta entrati a scuola, gli studenti hanno poi chiesto e ottenuto la possibilità di fare un’assemblea straordinaria. È stato chiesto anche un consiglio straordinario di istituto che dovrebbe tenersi sabato prossimo.
Un altro segnale importante di pronta reazione è stato il partecipato corteo che Firenze antifascista ha svolto nel tardo pomeriggio di martedì 21 partendo dai giardini di Viale Malta, vicino alla sede di Casaggì (sempre balilla della Meloni), dal titolo: “Fuori i fasci dalle scuole”.
Il fascismo è un crimine, lo contemplano la Costituzione borghese del '48 e le leggi Scelba e Mancino, ma i partiti (in pratica tutti) che hanno governato negli ultimi decenni hanno spianato la strada alla marcia su Roma elettorale del governo Meloni, legittimando i neofascisti istituzionalizzati che ispirano le loro squadracce di picchiatori di mussoliniana memoria.
Prima o poi le intimidazioni e le aggressioni non riguarderanno solo gli studenti, le Case del Popolo devastate o quelle della CGIL ma, come scritto anche nel comunicato del Comitato provinciale di Firenze del PMLI, anche le istituzioni e i loro partiti stessi, e allora sarà troppo tardi per porvi rimedio. Possibile che la storia del nostro Paese non insegni nulla?
È l'ora di comprendere, fatti alla mano, che la Costituzione del '48 non può più rappresentare il faro della lotta antifascista poiché ormai snaturata da destra e inapplicata quando si tratta di difendere i lavoratori, gli antifascisti e i diritti democratici; non è un caso se Meloni stessa, leader di un partito di chiara matrice neofascista, non abbia avuto difficoltà a giurare su di essa nell’accettare l'incarico a premier.
Il tempo è finito; occorre creare immediatamente un grande, forte e determinato fronte antifascista con ANPI e CGIL in testa ma con il supporto di tutte le componenti antifasciste senza nessuna preclusione o preconcetto, che chieda con forza e attraverso una mobilitazione costante e coordinata lo scioglimento di tutti i gruppi neofascisti e la chiusura dei loro covi su tutto il territorio nazionale senza alcuna esitazione. Una lotta da concludere soltanto quando questo risultato sarà raggiunto.
Nessuno spazio sia concesso ai fascisti, dentro e fuori dalle istituzioni: mettere fuorilegge i gruppi fascisti.

22 febbraio 2023