Più di diecimila pacifisti manifestano su invito del collettivo autonomo lavoratori portuali e dell’USB con una piattaforma discutibile. Tante discussioni con i pacifisti in buona fede
Per la prima volta il PMLI scende in piazza a Genova
Dal corrispondente dell'Organizzazione della provincia di Genova del PMLI
Oltre diecimila pacifisti appartenenti a diverse forze politiche sindacali e sociali si sono trovati a Genova il 25 febbraio, per dare vita a una vivace manifestazione. Erano anni che Genova non vedeva una mobilitazione di questa portata!
La manifestazione è stata indetta dal Collettivo autonomo lavoratori portuali (CALP), contro l’economia di guerra e il carovita, ma anche in solidarietà ad Alfredo Cospito e contro il 41 bis.
Il corteo si è mosso accostando il porto, sfilando sotto la Lanterna di Genova fino a piazza De Ferrari, dove si è concluso con i ringraziamenti da parte dei CALP.
I manifestanti venivano non solo da Genova, ma anche Padova, Trieste, Torino, Milano, Firenze, Civitavecchia e Roma; molti erano lavoratori, in particolare portuali e con l’appoggio del sindacato USB che ha dichiarato 24 ore di sciopero.
Inoltre hanno partecipato altri sindacati e realtà fuori Genova, come il collettivo GKN di Campi Bisenzio (Firenze) e delegazioni estere. Hanno partecipato alla manifestazione anche degli anarchici, i quali però si sono tenuti da parte.
Il clima generale era di rabbia contro il governo per i suoi attacchi alle masse. Gli slogan dei cartelloni e dei manifesti erano contro il fascismo, il ministro Valditara, la Nato, il caro bollette, ecc.
Erano presenti in maggior numero i militanti dell'USB, di PRC, PCI, FGC, OSA, Potere al Popolo e i CARC.
In una piazza in cui manifestavano queste realtà era prevedibile il falso pacifismo, idee distorte e filo russe (quindi contraddittorie e anti-pacifiste); è per questo che l’esordio politico in piazza della neonata Organizzazione della provincia di Genova del PMLI è stato particolarmente significativo, con la diffusione dei volantini “La pace è possibile solo con la vittoria dell’Ucraina libera indipendente sovrana integrale” e dei dibattiti politici da essa scaturiti; i quali dimostrano le molte contraddizioni e le posizioni controverse che esistono tra i pacifisti, dove la concezione della guerra in Ucraina non è chiara, non è chiaro che l’Ucraina non è nazista e non è chiaro che l’invasore imperialista è la Russia, non gli Stati Uniti (in queste circostanze).
È stata quindi fondamentale la presenza del PMLI, che con la sua posizione fedelmente marxista-leninista e antimperialista, ha saputo mettere a tacere i filo putiniani e correggere le idee errate dei pacifisti in buona fede, dove necessario aggiustando il tiro e sempre mantenendo una visione materialistica della realtà, storica e dialettica.
Purtroppo non mancavano le visioni di “pace” filo-cinesi e idealiste. Di sicuro non faceva chiarezza la parola d'ordine principale della manifestazione: “Abbassare le armi, alzare i salari”. Perché non si può dire contemporaneamente all'aggressore e all'aggredito di abbassare le armi. Bisogna dirlo all'aggressore neonazista russo. Giusto invece alzare i salari.
L’Istanza di base di Genova del PMLI si impegnerà ancora nell'assestare colpi sempre più duri alla borghesia e al suo governo neofascista Meloni, all'aggressore russo, al revisionismo e nell’aggiustare il tiro dei sinceri comunisti di qualsiasi militanza.
Poco dopo la conclusione della manifestazione, il compagno Gioe Valla, Responsabile dell'Organizzazione, ha ricevuto una bella e lunga telefonata dal compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del Partito, per congratularsi per il successo ottenuto e per esortarlo a concentrarsi sulle priorità, tenendo a mente le tre carte del successo: studiare e applicare con intelligenza tattica il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, studiare la situazione per aiutare le masse a risolvere i problemi immediati e dedicare la propria vita alla causa.
Viva l'internazionalismo proletario!
Viva il marxismo-leninismo-pensiero di Mao!
Viva il PMLI!
1 marzo 2023