Intervento di Franco Panzarella all'assemblea plenaria della ex Gkn del 9 marzo 2023
“Occorre lo sciopero generale con manifestazione nazionale a Roma in difesa del lavoro e contro il governo neofascista Meloni”
Insorgiamo contro il sistema capitalista
Nel corso di questi 20 mesi di lotta siamo stati capaci di convergere e di insorgere più volte. Siamo riusciti a bloccare i licenziamenti e la delocalizzazione della fabbrica.
Sul piano legale e giudiziario abbiamo battuto una potente multinazionale costringendola a non procedere coi licenziamenti.
Nelle piazze di tutto il Paese abbiamo dimostrato che sulle questioni contingenti possiamo lottare uniti anche se con simboli, bandiere e vessilli diversi come è accaduto nelle due grandiose e storiche manifestazioni del 18 settembre 2021 e del 26 marzo 2022.
Siamo stati molto bravi a smascherare Borgomeo che ha agito con la piena complicità del governo, delle istituzioni e anche dei vertici sindacali confederali e in particolare della Fiom che fin dal primo giorno di lotta si è defilata dalla vertenza.
Gli oltre 80 mila manifestanti che hanno invaso Firenze dalla fortezza Da Basso a Piazza Santa Croce e poi da Piazzale delle Cascine ai Viali fino Piazzale Michelangelo, dimostrano che la lotta della Gkn è giusta, ci riguarda, ci accomuna e ci unisce tutti.
Non possiamo e non dobbiamo mollare proprio ora!
La Gkn non si tocca!
Purtroppo da ottobre scorso il nuovo padrone Borgomeo ha smesso di agitare la carota della reindustrializzazione e ha impugnato il bastone rifiutandosi di pagare le spettanze salariali e contrattuali.
Ha messo alla fame i lavoratori. Ha avviato la liquidazione volontaria dello stabilimento e ha dato il via a un’infame campagna mediatica tesa a criminalizzare e assediare il presidio permanente.
Ciononostante io penso che questa nuova fase di lotta a noi sfavorevole non ci deve abbattere, non ci deve scoraggiare, non ci deve indurre a mollare la presa di un millimetro.
Al contrario ci deve stimolare a moltiplicare gli sforzi per tenere vivo e attivo il presidio, a riorganizzare le nostre forze e ripartire innalzando ancora di più il livello di lotta.
Dobbiamo tornare in piazza e gridare forte e chiaro che l’attacco di Borgomeo che da 6 mesi ha messo alla fame 300 famiglie è un atto criminale!
Esso conferma ancora una volta che le contraddizioni di classe fra la borghesia e il proletariato, fra gli sfruttatori e gli sfruttati sono tra loro inconciliabili e antagoniste.
Ma allo stesso tempo io penso che l’attacco di Borgomeo dimostra che abbiamo colpito nel segno, che siamo riusciti a tracciare una netta linea di demarcazione tra noi e il nemico di classe. E se il nemico di classe ora ci attacca con tanta violenza e ci dipinge a fosche tinte, ciò dimostra che non solo abbiamo tracciato una netta linea di demarcazione tra il nemico e noi, ma abbiamo anche riportato anche dei successi nel corso di questa lotta.
La cassa di resistenza, la società di mutuo soccorso APS Insorgiamo e soprattutto il piano di rilancio per la fabbrica pubblica e socialmente integrata, cargo bike e pannelli fotovoltaici, fanno paura ai padroni perché costoro temono che da ciò si può generare un pericoloso precedente che mette a rischio i loro profitti.
Da questi punti dobbiamo ripartire e su questi punti dobbiamo farci forza per continuare la battaglia che non è finita e che anzi proprio ora va rilanciata con maggior forza e determinazione di quanto non abbiamo fatto fino ad oggi.
Detto ciò io credo anche che in questi 20 mesi non tutto è andato come speravamo. La fabbrica è ancora chiusa e nessun operaio è tornato a lavoro.
A mio avviso abbiamo commesso anche degli errori sia a livello strategico che organizzativo.
Quasi subito abbiamo capito che Borgomeo era stato mandato alla GKN non per risolvere i nostri problemi ma per svuotare lo stabilimento e completare il lavoro iniziato da Melrose.
Del resto bastava spulciare i giornali e i siti internet di una quindicina d’anni fa fa per capire che Borgomeo è un altro mangiapane a tradimento già capo della segreteria dell'Uder di Mastella al Ministero della Giustizia col governo Prodi e già tirato in ballo nel 2008 nello scandalo delle nomine ai vertici delle Asl campane.
Abbiamo però perso ben otto mesi per stare dietro al suo imbroglio (dal 19 gennaio 2022, giorno della firma dell'accordo quadro, fino al 30 agosto, giorno in cui lo stesso Borgomeo è stato costretto ad ammettere che non era in grado di presentare il famigerato piano di reindustrializzazione promesso).
Questa nuova fase di logoramento il compagno Dario Salvetti l’ha descritta e l’ha denunciata molto efficacemente citando molto spesso la sindrome della rana bollita a fuoco lento dentro la pentola.
Una metafora che rende molto bene l'idea della situazione che stiamo vivendo alla Gkn ma che secondo me va approfondita e allargata a tutte le masse sfruttate e oppresse del Paese.
Perché se ci pensiamo bene, dentro la pentola, ossia il sistema capitalista, non c'è solo la Gkn, ma ci sono purtroppo gli operai di centinaia di altre aziende in crisi a cui si è aggiunta pochi giorni fa anche la Portovesme Srl, a cui va tutta la nostra solidarietà e sostegno militanti. Ci sono la Wirpool, Sanac, Caterpillar, Wartsila tanto per citare i casi più eclatanti, e ci sono dentro anche i milioni di lavoratrici e lavoratori con salari da fame, poveri, pensionati, precari e disoccupati che stentano a mettere insieme il pranzo con la cena.
Perciò il nemico che abbiamo di fronte non è solo Borgomeo, ma tutto il sistema capitalista che Borgomeo rappresenta a livello economico e il governo neofascista Meloni che attualmente ne regge le sorti e ne cura gli interessi sul piano politico.
Nell'immediato è giusto battersi per ottenere migliori condizioni di vita e di lavoro, il pagamento dei salari, difendere i propri diritti e resistere all’offensiva padronale.
È giusto reagire e dare vita fin da subito a una nuova mobilitazione di massa nei luoghi di lavoro, di studio e di vita.
Il 25 marzo prossimo ritengo sia necessaria una mobilitazione capillare, costante e coordinata, con alla testa le lavoratrici e i lavoratori della ex GKN e il movimento dei solidali per premere forte sui vertici di tutti i sindacati confederali e di base, i partiti e le associazioni a indire subito uno sciopero generale con manifestazione nazionale a Roma in difesa del lavoro e contro il governo neofascista Meloni. Una lotta da concludere soltanto quando questo risultato sarà raggiunto.
Su questi temi, come su tutte le altre rivendicazioni immediate e a lungo termine bisogna creare contro il governo Meloni, almeno nella pratica, un fronte unito più ampio possibile composto dalle forze anticapitaliste e antimeloniane, a cominciare da quelle con la bandiera rossa, dalle forze riformiste e dai partiti parlamentari di opposizione. Senza settarismi, pregiudizi ed esclusioni. Deve contare solo l'opposizione a questo governo.
Questi sono gli obbiettivi principali da cui noi dobbiamo ripartire per unire la nostra classe, convergere e insorgere.
Rompere l’assedio e riuscire a saltare fuori della pentola è importante per vincere questa vertenza e noi marxisti-leninisti faremo la nostra parte fino in fondo affinché tutti i lavoratori ex Gkn tornino al più presto a lavoro, come del resto abbiamo fatto fin dal 9 luglio 2021.
Ma non basta.
A livello strategico noi dobbiamo cominciare a porci l’obbiettivo di distruggerlo questo sistema della pentola capitalista affinché nessuna altra rana ci possa più finire dentro.
Apriamo perciò anche una grande discussione pubblica fra di noi e in tutto il Paese per elaborare un progetto comune di lotta e decidere insieme il futuro dell’Italia. Ne va del futuro nostro, dei nostri figli e delle generazioni a venire.
15 marzo 2023