I senatori neofascisti si oppongono al riconoscimento delle bimbe e dei bimbi nati in famiglie omosessuali
Nel frattempo il governo reazionario impedisce la registrazione, nell’atto di nascita, dei bambini nati da coppie dello stesso sesso

 
Lo scorso 14 marzo, con 11 voti favorevoli dei senatori della maggioranza di destra e 7 contrari di quelli dell'opposizione parlamentare, la commissione Politiche europee del Senato presieduta da Giulio Terzi di Sant'Agata (Fdi) ha bocciato la proposta di regolamento che prevede la creazione di un certificato europeo di filiazione, approvando così la risoluzione presentata da Fdi, sostenuta da tutta la maggioranza, che invita il governo a far valere il proprio veto nel Consiglio europeo che avrebbe dovuto dare il via libera.
“Alcune disposizioni – si legge nel documento approvato - contenute nella proposta, e in particolare l’obbligo di riconoscimento (e di conseguente trascrizione) di una decisione giudiziaria o di un atto pubblico, emessi da un altro Stato membro, che attestano la filiazione, e l’obbligo di riconoscimento del certificato europeo di filiazione non rispettano i principi di sussidiarietà e di proporzionalità”.
La risoluzione è stata salutata con soddisfazione da tutta la maggioranza, in particolare dai senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri e Pierantonio Zanettin, mentre Alessandro Zan (Pd) ha parlato, a proposito della maggioranza nera artefice di tale approvazione di “destra ungherese” e la capogruppo al Senato Simona Malpezzi ha affermato che il regolamento dell'Unione Europea “non andava a intaccare per nulla ordinamenti e leggi italiane ma semplicemente faceva in modo che i figli, con uno status di figli in un determinato Paese della Ue, potessero avere lo stesso status nel Paese europeo dove si spostano con i loro genitori”, indipendentemente dal fatto che questi ultimi siano di sesso diverso o dello stesso sesso.
“Giorgia Meloni e i suoi adepti – hanno affermato i senatori del M5S Dolores Bevilacqua e Pietro Lorefice - si assumono una responsabilità clamorosa, portare un Paese come l’Italia sull’asse di Orban e della Polonia sulla materia di diritti”.
Tale abominevole presa di posizione dei senatori neofascisti va di pari passo con la politica del governo volta a contrastare la genitorialità delle coppie omosessuali, a cominciare dalla circolare del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi adottata il 19 gennaio 2023, con la quale si richiamavano i prefetti ad “assicurare una puntuale ed uniforme osservanza degli indirizzi giurisprudenziali espressi dalle Sezioni Unite” della Corte di Cassazione “negli adempimenti dei competenti uffici”, invitando tali funzionari a “fare analoga comunicazione ai Sig.ri Sindaci”.
Il riferimento di Piantedosi è alla sentenza n. 38162 emessa il 30 dicembre 2022 dalla Cassazione a Sezioni Unite, nella quale si legge che la tutela del minore, che è figlio di coppia dello stesso sesso, può essere assicurata ordinariamente solo attraverso la sua adozione, con esplicita esclusione della registrazione dell’atto di nascita da parte dell’ufficiale di stato civile. Il procedimento di adozione, però, è assai lungo e complesso, e le coppie omogenitoriali temono che le loro istanze di adozione finiscano sistematicamente bocciate a favore delle coppie composte da un uomo e una donna.
Il 10 marzo scorso il prefetto di Milano, Renato Saccone, ha inviato una circolare a tutti i sindaci della Città metropolitana di Milano per precisare che non è consentita in Italia la registrazione nell’atto di nascita dei bambini nati da coppie dello stesso sesso, neanche di quelli nati all'estero da coppie formate da due donne, precisazione quest'ultima che viola platealmente due sentenze della stessa Cassazione, la n. 19599 emessa dalla prima sezione civile il 30 settembre 2016 e la n. 14878 emessa dalla stessa sezione il 15 giugno 2017, che invece ammettono tale diritto per le coppie formate da due donne.
Quindi nelle anagrafi dei Comuni della Città metropolitana milanese non potranno più essere registrati né i figli di due uomini divenuti genitori facendo ricorso alla gestazione per altri praticata all’estero né i figli di due donne che hanno fatto la procreazione medicalmente assistita all’estero ma con parto avvenuto in Italia.
Ovviamente la circolare del ministero dell'Interno non tarderà a ripercuotersi, tramite i rispettivi prefetti, in tutti i Comuni italiani, con un'esibizione muscolare del governo Meloni che travolge tutte le famiglie omogenitoriali e nega i diritti ai quasi centocinquantamila bambini presenti in queste realtà sociali.

22 marzo 2023