Leggere il discorso di Scuderi “Seguiamo l'esempio e gli insegnamenti di Mao” è come accendere la luce
di Ugo - Genova
Il Centro del PMLI ha chiesto al compagno simpatizzante Ugo di Genova di esprimere la sua opinione sull'importantissimo discorso del Segretario generale del PMLI compagno Giovanni Scuderi “Seguiamo l'esempio e gli insegnamenti di Mao”. Ha veramente ragione. Leggere tale discorso “è come accendere la luce”. E lo dice un compagno che già conosce molte cose di Mao e che apprezza il suo pensiero e la sua opera.
Teniamo sempre accesa la luce che emana Mao, studiamo le sue opere e applichiamo i suoi insegnamenti. Instancabilmente.
Compagne e compagni del PMLI, ho letto l’articolato ed esplicativo discorso, tenuto in occasione del centenario della nascita di Mao Zedong, del compagno Segretario Giovanni Scuderi: “Seguiamo l’esempio e gli insegnamenti di Mao”. Un intervento scritto 29 anni fa. Che accennava, nelle sue ultime pagine, di eventi futuri, di fallimenti politici di alcune formazioni politiche che si richiamavano, anche se vagamente e con un’impronta, diciamo, sociale e per nulla dagli contenuti economici, al socialismo. Come sosteneva, e prospettava, il compagno Scuderi, questo fallimento, queste disfatte politiche, sono poi accadute. Di quei partiti non rimane più nulla. Forse neppure il ricordo. E chi ne ha raccolto le macerie sta facendo, in prospettiva, persino peggio.
È grazie allo studio del marxismo-leninismo. Alla conoscenza dei fenomeni sociali che governano le società. All’osservazione delle stridenti contraddizioni esistenti all’interno di quelle formazioni politiche, che il compagno Scuderi era arrivato a quelle considerazioni. Questo deve fare sempre più capire, e comprendere, che il continuo studio dei testi marxisti- leninisti è fondamentale per la nostra crescita, e per lo sviluppo di un Partito che possa condurre l’umanità al superamento del capitalismo per instaurare, attraverso la rivoluzione, una società socialista. Grazie al lavoro svolto dai compagni abbiamo un Partito: PMLI. Dobbiamo farlo crescere. Dobbiamo vigilare che non prenda una via errata. Che continui a seguire la linea e la strada indicata dai nostri Maestri: pure questo lo si potrà ottenere e garantire attraverso lo studio del marxismo-leninismo e del grande e importante contributo che ci ha lasciato il compagno Mao Zedong.
Nelle prime pagine dello scritto del compagno Scuderi sono presenti delle informazioni sul compagno Mao, che potrebbero apparire come curiosità. Danno invece la dimensione reale di Mao. Che altro non era che un uomo in carne e ossa come noi. Ma che è diventato quello che tutti conoscono attraverso una crescita che non è arrivata in virtù in fortune insperate, o di clientelismo, ma tramite lo studio dei testi marxisti-leninisti e soprattutto attraverso la pratica rivoluzionaria conseguita sul campo, sulla propria pelle. Come non correre con il pensiero alla Lunga Marcia. Luogo di battaglia, ma pure sorgente, vera università di vita ed esperienza, per migliaia di cinesi, e per Mao. Questa, ma pure la lotta di classe condotta durante la Rivoluzione, e qui immagino, le interminabili discussioni all’interno del Partito per cercare di correggere per risolvere, con il dialogo, le deviazioni, le cosiddette contraddizioni “in seno al popolo”. Furono queste le “materie” che lo fecero diventare Maestro.
Ricordo che una volta, e questo non lo rammento tanto per divagare, che in una assemblea operaia un dirigente di un partito, che si definiva comunista, disse, con un tono che voleva essere accusatorio e magari anche per accattivarsi, con la sua presunta arguzia e ironia, la simpatia degli operai presenti, che in Cina, dopo l’avvento di Mao, le persone erano obbligate a vestirsi con la stessa casacca e che a questo invito dovevano attenersi tutti. Fu per lui una specie di autogol. Nel mio intervento, che avvenne subito dopo il suo, ribattei, infatti, che pure il Presidente Mao, e tutti gli altri dirigenti del Partito avevano la casacca. Tutti avevano la casacca. Nessuno escluso. Quindi, tutti erano vestiti. Nessuno andava per la strada con le spalle scoperte. E tutti, senza distinzione, vestivano nella medesima maniera; con la casacca. Guarda invece tu, proseguii additandolo, guarda il tessuto del tuo abito, e guarda invece con quale foggia è intessuto il nostro, e non per scelta, e non perché ci piace com’è, ma perché non possiamo permetterci altro. Fu subissato dai fischi.
Con quelle descrizioni il compagno Scuderi ci consegna un Mao irreprensibile. Di una pulizia morale e di una correttezza tale, da ricevere, come nel caso in cui sopra descrivevo, persino delle critiche dai borghesi per la sua assoluta correttezza. Incredibile!
Nel suo discorso scritto il compagno Scuderi ha ricordato pure come si presentava la Cina prima della Rivoluzione socialista. Un paese arretrato. Con le campagne sprofondate nella miseria, nell’ignoranza, ancora governate da disposizioni feudali. Dopo la Rivoluzione socialista tutto cambiò, la vita di un giovane contadino non era più confinata nel suo villaggio, nella sua provincia, davanti a sé si erano aperte prospettive, le città, le scuole, l’università. E questo, in un paese arretrato economicamente e culturalmente come era la Cina, non era affatto scontato.
Concludo questa mia riflessione invitando tutti coloro, che per vari motivi non hanno avuto l’opportunità e l’occasione di farlo, di leggere l’intervento del compagno Segretario generale Giovanni Scuderi. Sarà come accendere la luce. Sarà come esclamare, io lo sapevo, ma non sapevo come descriverlo.
“La soddisfazione è nemica dello studio. Non possiamo imparare niente finché non ce ne liberiamo. “Non essere mai sazi d’imparare” e “non stancarci d’insegnare” – questo è l’atteggiamento che dobbiamo assumere verso noi stessi e verso gli altri”.
(Mao “Il ruolo del Partito comunista cinese nella Guerra nazionale” Opere scelte)
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29 marzo 2023