Una potente manifestazione di forza della classe operaia
Grande e combattivo corteo a Firenze in difesa dei lavoratori ex Gkn
Sfilano in 20 mila tra lavoratori e studenti Fiom, Flc scuola e università, sindacati di base, associazioni, centri sociali, partiti con la bandiera rossa e movimenti ecologisti
Spezzone dei "comunisti uniti nelle lotte operaie" tra cui il PMLI
Dal nostro inviato speciale
Al grido di “Rompiamo l'assedio, Insorgiamo per la fabbrica pubblica e socialmente integrata”, circa 20 mila manifestanti provenienti da tutta Italia: operai, studenti, lavoratori di altre realtà e fabbriche in crisi, organizzazioni sindacali, Cgil, Fiom, Flc Scuola e Università, sindacati di base, Usb, Cobas, insieme all'associazionismo di sinistra, Anpi e Arci, i familiari delle vittime della strage di Viareggio, e altre migliaia di attivisti, animatori e militanti di tante associazioni, centri sociali, movimenti ecologisti e per la giustizia climatica e partiti con la bandiera rossa e la falce e martello, hanno dato vita il 25 marzo a Firenze a un grande e combattivo corteo in difesa dei lavoratori ex Gkn.
Una potente manifestazione di forza della classe operaia con alla testa le operaie e gli operai, le studentesse e gli studenti uniti nella lotta contro i licenziamenti, che ha assestato un duro colpo all'assedio mediatico ed economico orchestrato dal nuovo padrone di Qf Borgomeo che da oltre 6 mesi si rifiuta di pagare gli stipendi e le spettanze contrattuali, non si presenta più nemmeno agli incontri col Mise, attacca e criminalizza la lotta dei lavoratori e a fine febbraio ha messo in liquidazione volontaria lo stabilimento col chiaro intento di fare terra bruciata intorno alla fabbrica, isolare e affamare i lavoratori, costringerli al licenziamento forzato e procedere con lo smantellamento del presidio permanente.
Una grande mobilitazione popolare che ha denunciato in piazza le complicità e l'immobilismo del governo neofascista Meloni e delle istituzioni locali che di fatto hanno abbandonato a se stessi i lavoratori in lotta.
La manifestazione, a cui hanno aderito anche centinaia di personalità della società civile, del mondo universitario come lo storico Alessandro Barbero, e anche dello spettacolo come la cantante Irene Grandi o l'attore Elio Germano, è partita simbolicamente dall'ex sede dello stabilimento Fiat in Via Di Novoli.
L'abbraccio della Firenze operaia, popolare e antifascista
Il lungo e combattivo corteo è stato accolto dal caloroso abbraccio solidale di tutta la Firenze popolare, operaia e antifascista ed è sfilato per oltre tre ore attraverso Via Mariti, Piazza Dalmazia,Via Corridoni, Via Del Romito per concludersi ai giardini della Fortezza Da Basso.
Lungo il percorso tante persone affacciate alle finestre e dai terrazzi esponevano drappi rossi al passaggio del corteo e solidarizzavano e salutavano i manifestanti con applausi, pugni chiusi e slogan di incoraggiamento invitandoli a “non mollare, siamo tutti con voi... Questa storia è troppo importante e manifestazioni come questa dovrebbero essere organizzate ogni volta che c’è una fabbrica in difficoltà”.
A fare da colonna sonora il canto di “Occupiamola”, composto dai lavoratori Gkn e rilanciato a più riprese da tutti gli spezzoni del corteo insieme a Bella ciao, Fischia il vento, Bandiera rossa e l'Internazionale, intervallati da slogan e cori contro Borgomeo, fra cui "Borgomeo servo di Melrose", e il governo neofascista Meloni che “ci piace di più a testa in giù”; ma anche contro il sindaco Pd di Firenze Nardella, al quale i lavoratori rinfacciano che: “a novembre scorso ci aveva promesso: stipendi pagati a breve e l’arrivo di un imprenditore”, il segretario generale della Cgil Landini che ha visitato lo stabilimento a fine luglio 2021 e poi si è dimenticato della vertenza, e il presidente della Toscana Eugenio Giani al quale i lavoratori chiedono “meno chiacchiere e passi più concreti verso il consorzio industriale regionale pubblico che salvaguardi lo stabilimento e lo metta a disposizione dei lavoratori” come ha più volte promesso.
Il corteo ha sfoggiato un bellissimo “vestito rosso”
Il corteo ha sfoggiato un bellissimo “vestito rosso” che lo ha caratterizzato dalla testa fino alla coda anche sul piano cromatico grazie ai tantissimi striscioni, cartelli e bandiere rosse delle fabbriche del territorio come la Sammontana, la Piaggio, i metalmeccanici della Fiom e del settore tessile di Prato e Campi Bisenzio. Corposo lo spezzone dei Cobas e Usb con in prima fila gli operai stranieri. C'erano gli striscioni di organizzazioni provenienti da Viareggio, Livorno, Pisa, Massa Carrara, ma anche dell'Emilia Romagna, Liguria, Campania e Veneto. C'era anche lo striscione della CGIL Toscana.
A riprova che la vertenza Gkn continua a rappresentare il modello di lotta più avanzato di tutto il movimento operaio italiano e la sua vertenza dopo 20 mesi di dure battaglie comincia finalmente a fare breccia anche tra i vertici fiorentini e regionali della Cgil e di alcune confederazioni di categoria a livello nazionale.
In piazza Dalmazia il corteo si è fermato per ricordare Samb Modou e Diop Mor: i due immigrati senegalesi vittime della strage neofascista compiuta il 13 dicembre 2011 dal militante di CasaPound Gianluca Casseri.
Lungo il corteo alcuni rappresentanti sindacali dell’ex Gkn e membri del Collettivo di Fabbrica hanno svolto degli interventi volanti e risposto alle procatorie affermazioni del ministro neofascista delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Adolfo Urso che alla vigilia della manifestazione si è detto “impossibilitato ad agire finché la fabbrica è occupata” invitandolo a “venire a visitare lo stabilimento che è sempre stato agibile e aperto a tutti”.
Massimo Barbetti, del Collettivo di fabbrica ha aggiunto che: “Le dichiarazioni di ieri del ministro Urso sembrano venire da persone che non sanno nulla. Giusto il giorno prima una sentenza di tribunale ha detto che lo stabilimento è perfettamente agibile. Infatti, alcuni lavoratori sono in fabbrica a rotazione per la manutenzione e vigilanza. Non si capisce a cosa si riferisca il ministro con quelle frasi. Lo invito a studiare bene la nostra vertenza che dura da 20 mesi”.
Mentre Dario Salvetti, Rsu ex Gkn, ha fra l'altro ricordato che: “Oggi siamo qui perché siamo da 6 mesi senza stipendio. Il blocco dei salari è un precedente pericolosissimo per tutti i lavoratori di questo Paese. Nel nostro caso è un modo per indurre al licenziamento senza dichiararlo. Ci tengono in liquidazione, a fuoco lento. Invece noi abbiamo un piano industriale, abbiamo dimostrato di avere le idee e i progetti per ripartire”.
Stremati ma appagati da questa splendida giornata di lotta i lavoratori Gkn si sono rimessi subito a lavoro e in un post pubblicato sulla pagina Instagram del Collettivo di fabbrica hanno annunciato l'inizio della controffensiva e la rottura dell'accerchiamento. Questo, si legge fra l'altro nel post: “É il terzo corteo in venti mesi, il più difficile, perché preparato mentre siamo sotto assedio. Non abbiamo più tempo perché ogni giorno loro puntano a determinare il licenziamento di qualcuno di noi... Firenze c'era, in strada o lungo la via, a salutare dalle finestre. L'assedio non è ancora rotto ma perde ogni giorno di più le sue certezze. Ora però, una spallata dopo l'altra, non abbiamo tempo da perdere. Noi dichiariamo ufficialmente cominciata la controffensiva e la rottura dell'accerchiamento: dal 31 marzo al 2 aprile avanti tutta con il primo festival internazionale della letteratura working class che sarà puro distillato esempio di cultura della lotta e di lotta della cultura. A sostegno del crowdfunding per la reindustrializzazione dal basso. L'obbiettivo è assolutamente raggiungibile ma va surclassato”.
La Delegazione del PMLI ha partecipato nello spezzone dei "comunisti uniti nelle lotte operaie"
Al corteo ha preso parte la Delegazione nazionale del PMLI diretta dalla compagna Claudia del Decennale coadiuvata dai compagni Enrico Chiavacci e Simone Malesci e composta da compagne, compagni e amici provenienti non solo dalla Toscana ma anche dal Piemonte, Lombardia e Umbria che si sono uniti dietro lo striscione e lo spezzone unitario dei "comunisti uniti nelle lotte operaie", organizzato insieme ai militanti e simpatizzanti del Partito dei Carc e Costituente comunista.
Insieme ai compagni dei Carc e Costituente comunista abbiamo intonato canti comuni, fra cui Bella ciao, Fischia il vento, Bandiera rossa e l'Internazionale, e lanciato slogan, alcuni dei quali inventati al momento, e poi ripresi da altri spezzoni del corteo, fra cui “La Gkn non si tocca la difenderemo con la lotta”, “Borgomeo forse non lo sai alla Gkn non ci arrenderemo mai”, “Alfredo fuori dal 41 bis”, “Ci piace di più Meloni a testa in giù”, “La Gkn non deve morire governo Meloni deve intervenire” e “lavoro, lavoro e sciopero generale”, creando un bell’effetto sonoro.
Durante il corteo abbiamo diffuso circa mille volantini con le parole d'ordine del Partito a sostegno della vertenza Gkn che sono andati letteralmente a ruba e con tanti manifestanti che ci ringraziavano e ci chiedevano “qualcuno in più per diffonderlo tra i mie compagni di lavoro che non sono potuti venire”.
Superfotografati e super ripresi dagli operatori radiotelevisivi anche i nostri cartelli e i corpetti indossati da tutte le compagne e i compagni per tutto il corteo.
Un corpetto con la nostra locandina e le parole d'ordine del PMLI ci è stato richiesto da un operaio Gkn, amico del PMLI, che lo ha indossato mentre reggeva lo striscione del Collettivo in testa la corteo.
Tre nostri compagni muniti di bandiera e cartelli sono riusciti a raggiungere la testa del corteo e sono stati bene accolti dai lavoratori Gkn permettendogli di sfilare al loro fianco accanto allo striscione Insorgiamo.
Al termine della manifestazione Dario Salvetti a nome della Rsu e del Collettivo di fabbrica ha ringraziato tutti i sottoscrittori dell'appello alla mobilitazione nazionale per la Gkn e tra questi ha correttamente citato sia “Il Bolscevico” che il PMLI.
Il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, ha ringraziato calorosamente la delegazione.
29 marzo 2023