Alla Atlas Copco Blm di Paderno Dugnano (Milano)
Partecipato sciopero contro il licenziamento di una lavoratrice madre di tre figli minori in una famiglia monoreddito
Redazione di Milano
Lo scopo del capitalismo è il raggiungimento del massimo profitto accrescendo il capitale privato tramite lo sfruttamento del pluslavoro dei lavoratori e licenziando spietatamente quelli che, a tal scopo, sono ritenuti “meno produttivi” e “più onerosi”.
Seguendo questa logica capitalistica una lavoratrice part-time, madre di tre figli minori in una famiglia monoreddito, è stata licenziata dalla sede di Paderno Dugnano (Milano) della Atlas Copco Blm che ha circa 120 operai e impiegati.
La multinazionale svedese, specializzata in strumenti e software per il controllo di qualità che ha sedi in molti Paesi e sfrutta un totale di oltre 49mila operai, si vanta sul suo sito internet di avere “una lunga tradizione di sostenibilità nelle nostra attività. Ciò significa che facciamo tutto il possibile per creare valore duraturo salvaguardando le persone, i profitti e il pianeta". In realtà tra questa “bella” enunciazione e il suo operato si può misurare solo la sua falsità e ipocrisia. Giusto per “salvaguardare le persone" la dirigenza aziendale ha “augurato”, venerdì 7 aprile, “Buona Pasqua” a una lavoratrice consegnandole un preavviso di licenziamento e allontanandola immediatamente dall'ufficio. Motivo dell'annunciato licenziamento: una “riorganizzazione aziendale”. Una riorganizzazione secondo la quale una lavoratrice part time, monoreddito e con tre figlie minori a carico è di troppo.
Lavoratori e Fiom-Cgil si sono riuniti in assemblea decidendo lo sciopero rivendicando il ritiro immediato del licenziamento della lavoratrice.
Nella mattina di venerdì 14 aprile, il giorno dello sciopero, in un apposito meeting, l'azienda ha mostrato ai lavoratori una slide sulla “riorganizzazione” in cui tra le altre cose si legge: “Questa decisione (di licenziare una lavoratrice, ndr) è stata molto difficile ma estremamente importante per la nostra attività e la nostra azienda nel lungo periodo. Tutte le persone impattate da questa riorganizzazione saranno supportate da Atlas Copco nel miglior modo possibile". "Della serie: oltre al danno la beffa. Un motivo in più per scioperare", il commento della Fiom-Cgil.
Lo sciopero ha avuto pieno successo con una partecipazione di massa di quasi tutti i lavoratori.
Nell’esprimere la propria solidarietà di classe alla lavoratrice vittima dell'ingiusto e inaccettabile licenziamento il PMLI saluta con gioia il riuscito e partecipato sciopero e auspica che la lotta dei lavoratori della Atlas Copco Blm continui fino al ritiro di ogni licenziamento attuale e futuro previsto dalla “riorganizzazione aziendale” della multinazionale capitalista svedese.
A livello nazionale occorre, nell’immediato, lottare il ripristino dell’originario articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ma a lungo termine e strategicamente occorre urgentemente che “il proletariato rifletta sul suo futuro, che si appropri della sua cultura, che è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e non quella dell'operaismo, dell'anarco-sindacalismo, del riformismo e della socialdemocrazia, che prenda coscienza di essere una classe per sé, non solo in sé, il cui compito fondamentale è cacciare dal potere la borghesia con la forza e prenderne il posto come classe dominante, cambiando radicalmente la società, nella struttura e nella sovrastruttura” conquistando il socialismo, così come riaffermato dal Segretario Generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, nell’Editoriale per il 46° Anniversario della Fondazione del PMLI dal titolo: “La questione del potere politico”.
19 aprile 2023