Per mettere fuori gioco Ultima Generazione che si batte per il clima
Disegno di legge fascista contro gli imbrattamenti di monumenti
Multe fino a 60 mila euro
La Procura di Padova indaga 12 attivisti per associazione a delinquere. Rinnovata solidarietà del PMLI
Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge che inasprisce le pene per i reati di “eco-vandalismo”, proposto da Fratelli d'Italia su spinta diretta della stessa Meloni e dei suoi Ministri.
Il contenuto del DDL fascista
In sostanza il DDL si compone di un solo articolo, che modifica il decreto legge 14 del 20 febbraio 2017 e l’articolo 635 del codice penale. Innanzitutto, per chi ha riportato una o più denunce o è stato condannato per vandalismo o danneggiamento volontario di beni culturali tutelati anche con sentenza non definitiva, scatta il divieto, per un minino di sei mesi ad un massimo di un anno, di avvicinarsi ad una distanza inferiore a 10 metri agli edifici sottoposti a tutela.
Ma questo non è che l'inizio, perché nel decreto si legge che “Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 20 mila a euro 60 mila (…) chiunque, fuori dei casi di cui al primo comma, deturpa o imbratta beni culturali o paesaggistici propri o altrui, ovvero destina i beni culturali a un uso pregiudizievole per la loro conservazione o integrità ovvero ad un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10 mila a euro 40 mila”. I proventi delle sanzioni saranno devoluti al ministero della Cultura per il ripristino dei beni, “a prescindere dall’appartenenza pubblica o privata dei medesimi”. Va ricordato poi che tali maxi-multe, si aggiungono alle pene già previste dal codice per i reati di danneggiamento, ossia la reclusione da sei mesi a tre anni, e quelle per interruzione di pubblico servizio.
Gli attivisti di Ultima Generazione nel mirino del provvedimento
Il pugno di ferro che il governo neofascista Meloni aveva già dichiarato di voler utilizzare contro l'intensificarsi delle azioni di alcuni collettivi che ricorrono a dimostrazioni non violente per sensibilizzare sul tema dell'ambiente e del riscaldamento climatico ha portato all'inasprimento della legge già esistente. Si parla in particolare di Ultima Generazione, salita alla ribalta negli ultimi mesi per le loro azioni fra le quali lo sversamento di liquido nero nella fontana di Piazza di Spagna a Roma, oppure la vernice arancione gettata su Palazzo Madama nella capitale e su Palazzo Vecchio a Firenze.
A confermarlo sono sia la neofascista Lisei nella sua relazione illustrativa, sia le dichiarazioni di Meloni e dello stesso Salvini, il quale sui social esulta contro il cosiddetto reato di eco-vandalismo con un festante “Super multe per vandali ed imbrattatori”, sia il ministro della cultura fascista Gennaro Sangiuliano che rivendica la paternità politica della proposta.
Simone Ficicchia, portavoce del collettivo “Ultima Generazione”, commentando il DDL ha affermato di essere sorpreso nel vedere: “una maggioranza che invece di occuparsi della crisi climatica è sempre più attiva nel promuovere leggi ad hoc per punire azioni non violente messe in campo da persone preoccupate per il futuro di tutti (…) Segnalo che esiste già il reato di danneggiamento, che ci è stato anche contestato come ipotesi di reato per le nostre azioni: ma probabilmente questo reato non può essere perseguito in tribunale proprio perché il danneggiamento non c’è mai stato. Per questo si punta a punire “l’imbrattamento”, ma questo rischia di portare a una interpretazione arbitraria della legge. E’ una cosa molto pericolosa”. In conclusione, a nome di tutti i propri attivisti ed attiviste, ha affermato che “Il DDL di Fratelli d’Italia non ci ferma e non ci spaventa. Siamo pronti a qualsiasi rischio legale e anche ad andare in carcere”.
Le opposizioni parlamentari criticano “l'inefficienza” del Governo ma non il Decreto
Il Movimento 5 stelle con una nota firmata dai suoi esponenti presenti nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato ha affermato che il Governo Meloni ancora una volta “usa guanto di velluto per i colletti bianchi e pugno di ferro contro condotte ben più marginali (...) che da un lato vara norme salva evasori (...) e dall’altro intasa il codice penale con il reato per i rave party e con questo nuovo intervento del tutto superfluo.”. Nella nota però si sottolinea che “è chiaro che qualsiasi forma di vandalismo vada condannata e sanzionata”, non criticando quindi la misura fascista in sé, e parlando esclusivamente di “politica di distrazione di massa”.
Sulla stessa linea anche il PD che si è espresso con le dichiarazioni delle deputate Cecilia d'Elia e Irene Manzi, che sostanzialmente accusano il governo di coprire la propria inefficienza promuovendo “provvedimenti bandiera” utili a “coprire l'assenza di misure a sostegno del Paese” con superflue (perché già esistenti) politiche di propaganda.
Insomma, nonostante – come peraltro evidenziato da Ultima Generazione – questo DDL inasprisca la legislazione attuale includendo oltre a pesanti sanzioni, tra gli atti vandalici “l'imbrattamento” per stroncare i collettivi che praticano la disobbedienza civile, l'opposizione parlamentare italiana critica il governo neofascista perché si occupa di questo provvedimento a loro dire “superfluo” invece di occuparsi d'altro. In ultima analisi accetta dunque il DDL nei contenuti, e si limita a invitare il governo a fare di più anziché a dimettersi.
D'altra parte non possiamo non ricordare che l'inasprimento di tutto il processo repressivo contro le manifestazioni è stato tracciato anche per mano dei governi dello stesso Conte con i “Decreti sicurezza” che includono ad esempio pesanti sanzioni penali sui blocchi stradali. Il Conte 2, col PD assieme ai 5 stelle, le ha confermate.
La Procura di Padova equipara Ultima Generazione alla criminalità organizzata
In questo quadro d’inasprimento generale della repressione, ed in piena linea con la stretta del governo Meloni, il pm Benedetto Roberti della Procura di Padova ha colto al volo l’occasione per picchiare duro, rispolverando alcune indagini effettuate dalla Digos nel 2020 e iscrivendo dodici attivisti di Ultima Generazione per associazione a delinquere.
E qui arriva un nuovo salto di qualità fascista della politica repressiva di questo governo: non sono una novità i reati contestati che vanno dal blocco del traffico alla resistenza passiva, alle manifestazioni non autorizzate e alle scritte sui muri; inedito è però il fatto che mai nessuna Procura fino ad oggi si era spinta a ipotizzare che Ultima Generazione sia una vera e propria associazione a delinquere, criminale e organizzata, quale cellula locale dell’organizzazione internazionale Extinction Rebellion.
Un fatto senza precedenti, molto grave, e che deve far capire anche a coloro che sono ancora indecisi, la natura neofascista di questo governo. Sulla pagina Facebook di Ultima Generazione si legge: “Continua la repressione dei cittadini nonviolenti trattati come fossero mafiosi (…) Questa è la legge del Far West, non la legge di uno stato democratico.”
I marxisti-leninisti italiani rinnovano la loro solidarietà militante espressa recentemente a Ultima Generazione per i fatti di Firenze, perché da condannare non sono certo coloro che promuovono azioni per sensibilizzare la lotta per l’ambiente e il clima, bensì coloro che provocano e alimentano la catastrofe climatica in corso.
Rendere di massa la protesta per l'ambiente ed il clima
Noi consideriamo questo provvedimento, l'ennesimo affondo liberticida ed antidemocratico di questo governo neofascista, che ha il chiaro obiettivo di annientare i collettivi come Ultima Generazione e con essi la parte più radicale del movimento ambientalista nazionale, eterogeneo e variegato.
È facile per chi ha in mano il potere politico e il controllo dei media di regime criminalizzare ogni clamorosa azione di protesta dipingendola come atto vandalico e terroristico, tanto più che su questo punto la convergenza di tutti i partiti di regime è pressoché totale. Basti guardare la vicenda di Firenze con il super sceriffo Nardella ripreso a braccare fisicamente l'attivista subito dopo l'imbrattamento con vernice lavabile di Palazzo Vecchio.
Occorre al più presto contrapporre alla politica liberticida e repressiva del governo Meloni un grande fronte unitario, un coordinamento di lotta fra le tante forze politiche e sociali che hanno come obiettivo l'immediato stop al fossile, la riduzione del riscaldamento del pianeta causato dalle attività umane e tutto quanto serva per tutelare l'ambiente ed il clima. Occorre sostituire la lotta e la protesta di massa alle azioni individuali, che rischiano di non essere comprese dalla popolazione e quindi essere più facilmente dipinte come “atti vandalici”, isolate e represse dal governo neofascista Meloni. Pur comprendendo le ragioni e la determinazione che spingono all'azione immediata, a nostro avviso iniziative coordinate e condivise, di qualunque genere, possono essere il percorso giusto per rendere più incisiva la lotta per l'ambiente ed il clima, per aiutare le masse a condividerla senza pregiudizi di sorta, e allo stesso tempo per tutelare maggiormente i coraggiosi militanti ed attivisti impegnati nelle azioni di disobbedienza civile.
Nel frattempo continueremo a coordinarci e a dare il nostro contributo e il nostro sostegno a ogni iniziativa e a ogni battaglia contro il governo fascista Meloni e i suoi ministri in ogni campo, incluso quello ambientale e climatico, che la piazza deve far cadere il più presto possibile.
19 aprile 2023