Il governo decreta lo stato di emergenza migranti per avere pieni poteri su sbarchi, flussi, accoglienza e respingimenti

 
Il governo neofascista Meloni ha deliberato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale a seguito dell’incremento dei flussi di migranti attraverso le rotte del Mediterraneo.
Lo stato di emergenza, che prevede un primo finanziamento di cinque milioni di euro, avrà la durata di sei mesi. La decisione è stata presa dal Consiglio dei ministri, di martedì 11 aprile a Palazzo Chigi.
Lo stato d’emergenza nazionale è regolato dall’articolo 24 del Codice della Protezione civile sulla base di alcuni requisiti definiti nell’articolo 7: “emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità o estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo”.
Raccapricciante quindi già solo la scelta di questo strumento nella gestione dei migranti, visto che non siamo di fronte ad alcuna "invasione" come vorrebbero fare credere i fascisti in doppiopetto e la questione di fondo, affrontabile con legge ordinaria, è garantire ai migranti tempestivo soccorso, libero accesso e pari diritti.
 
In linea con i famigerati "decreti-sicurezza" di Salvini
Ricordiamo che già nel 2011 fu istituito dal governo del neoduce Berlusconi lo stato di emergenza sulla questione, senza che nulla di buono sia avvenuto per i migranti di allora e in ultima analisi le politiche adottate dal governo di oggi sono in perfetta continuità con i famigerati "decreti-sicurezza" di Salvini (ai tempi del governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio) come con le scellerate politiche dei governi della "sinistra" borghese, basti pensare a Minniti e alla questione della Libia.
"Abbiamo deciso lo stato di emergenza sull’immigrazione per dare risposte più efficaci e tempestive alla gestione dei flussi", ha spiegato Meloni, "La maggioranza di centrodestra è coesa nel raggiungere l'obiettivo di cancellare la protezione speciale e lo scopo dell'emendamento depositato al decreto legge Cutro è quello di limitare la concessione del permesso temporaneo il cui utilizzo per varie ragioni si è allargato a dismisura, creando una salvaguardia indiscriminata degli irregolari". Per la neofascista Meloni gli irregolari sarebbero dunque dei privilegiati e non degli schiavi trattati come bestie. In base al testo della norma, dunque, la protezione speciale e i permessi per calamità e cure mediche non saranno più convertibili in un permesso di soggiorno di lavoro e le espulsioni saranno vietate solo per "condizioni di salute derivanti da patologie di particolare gravità, non adeguatamente curabili nel Paese di origine" e non più, da "gravi condizioni psicofisiche o derivanti da gravi patologie".
Questo è razzismo e schiavismo allo stato puro, con l'aggravante del mancato riconoscimento persino ai malati e ai minorenni, se non ai bambini, del diritto alla salute.
Spacciando il tutto poi come una soluzione che consentirebbe di "sbloccare fondi e poteri" che permetterebbero di gestire più rapidamente le criticità emerse con il moltiplicarsi degli arrivi, dall’inizio del 2023 sono arrivati 31.200 migranti, il +300% in più rispetto all’anno scorso, riempiendo tutti gli hotspot attualmente presenti nel Paese.
Propaganda a parte ovviamente le cose non stanno affatto così, la scelta effettuata è in realtà una mostruosa decisione politica da parte del governo per avere pieni poteri su sbarchi, flussi, accoglienza e respingimenti, continuando e intensificando la politica dei respingimenti e relativa criminalizzazione delle ONG impegnate nel salvataggio in mare dei migranti disperati e in balìa delle onde.
È chiaro che il governo razzista e xenofobo Meloni sta cercando nelle ONG un capro espiatorio sul quale scaricare la propria rabbia politica e contro il quale inscenare una violenta campagna diffamatoria, al fine di indirizzare l'odio dell'opinione pubblica direttamente contro le stesse ONG e indirettamente contro gli stessi migranti, con l'obiettivo di mettere in crisi la macchina dei soccorsi e di scoraggiare le partenze dalle coste dell'Africa settentrionale verso l'Italia.
Un’ulteriore stretta alle norme già in vigore con il decreto Cutro emanato in seguito alla tragedia calabrese in cui morirono 94 persone si sta mettendo a punto in queste ore con gli emendamenti allo stesso dl in vista della sua prossima conversione in legge.
Al decreto legge è aggiunto l’articolo 5-bis che porta una novità sulla maggiore delle Pelagie, Lampedusa. L’esecutivo affitterà una nave dedicata allo svuotamento dell’hotspot di Contrada Imbriacola in cui i picchi di sbarchi creano condizioni di permanenza che la Cedu ha recentemente dichiarato "inumane e degradanti" rispetto a un caso del 2017, ma che da allora sono rimaste sostanzialmente uguali. Save The Children ha denunciato, a fronte di oltre 1.500 presenze per una capienza di 400 posti, l’impossibilità di garantire la tutela dei diritti fondamentali degli ospiti e in particolare dei vulnerabili. La nave dovrebbe essere in grado di trasferire fino a 400 migranti al giorno.
Nello stesso emendamento sono poi previste misure che peggioreranno sensibilmente la qualità dell’accoglienza dei migranti e le loro possibilità di integrazione nel nuovo contesto sociale. I richiedenti asilo, come già previsto dai decreti Salvini, saranno esclusi dal Sai e verranno ospitati solo nei Cas governativi (Centri di accoglienza straordinari). Fanno eccezione i vulnerabili, gli afghani arrivati con programmi istituzionali e chi giunge attraverso i corridoi umanitari. Anche gli ucraini continueranno a essere accolti nel Sai, che generalmente offre condizioni di vita e servizi migliori. Siamo di fronte a un doppio binario del sistema di accoglienza. Sarà possibile creare strutture provvisorie, anche grazie alle procedure accelerate consentite dallo stato di emergenza, dove "verranno erogate prestazioni inferiori" a quelle ordinarie.
La maggioranza governativa sarebbe in dirittura d’arrivo per trovare la quadra su un’ulteriore stretta invocata dalla Lega e che riguarderà un dimezzamento dei tempi di verifica per il rinnovo della protezione speciale, da quattro a due anni, regole più rigide per chi gode di questo status, affinché vi acceda solo chi ne ha "effettivamente diritto". Tra gli esempi citati in merito, quello di far decadere lo status di protezione speciale per chi rientra anche temporaneamente in patria. Anche i tempi di permanenza all’interno dei Centri per i rimpatri dovrebbero subire variazioni, si punta poi ad accelerare i tempi sull’eventuale riconoscimento della protezione internazionale e i provvedimenti di accompagnamento alla frontiera, (cioè all'espulsione) attraverso una serie di semplificazioni burocratiche. Previsto anche il collegamento da remoto all’udienza di convalida per l’accompagnamento alla frontiera o il trattenimento nei famigerati centri di rimpatrio.
L’Emendamento 7 BIS introduce una procedura di esame della richiesta di protezione internazionale accelerata e dunque con molte meno garanzie per il migrante. La misura, prevista dalla Ue imperialista sembra alludere alla possibilità di trattenere il richiedente nel periodo di analisi della domanda. Questa privazione della libertà personale potrebbe avvenire negli hotspot o nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr).
Anche il ricorso contro l’eventuale diniego dovrebbe avvenire direttamente in frontiera, cioè negli hotspot, dove l’accesso all’assistenza legale per i migranti sarà molto difficile per ovvie ragioni. Senza istanza o se il giudice non concede la sospensiva il richiedente potrà essere rimpatriato.
 
I 21 emendamenti della Lega
E non finisce qui, perché la Lega presenterà in Aula nei prossimi giorni 21 emendamenti. Il capogruppo del Carroccio a Palazzo Madama Massimiliano Romeo ha annunciato: "La Lega non ritirerà i suoi 21 emendamenti, compresi quelli sulla protezione speciale visto che il governo non ha trattato il tema". Si va quindi in una direzione ancora peggiore.
Insomma un giro di vite neofascista, razzista, criminogeno e che restringe peraltro i residui spazi di democrazia borghese rimasti in piedi, esautorando di fatto il parlamento e dando al governo "pieni poteri" sulla questione, triste preludio di nuove inevitabili tragedie che altro non saranno se non gli ennesimi crimini di Stato contro i migranti in caso di morte e mancati soccorsi, per tacere dei respingimenti "più veloci", della repressione di chi osa sfidare il governo su questo tema (ma anche sul tema dell'imbrattamento dei monumenti con vernici lavabili, a titolo di sacrosanta protesta, contenuto nel decreto), dando peraltro al governo e quindi ai servizi segreti la possibilità di occultare o deformare alcuni avvenimenti , visto anche il controllo di gran parte della stampa da parte delle forze politiche del regime neofascista.
Il tutto condito con probabili nuovi accordi con quei governi che tollerano e dirigono in ultima analisi gli scafisti e i trafficanti di esseri umani, secondo il modello Minniti, per sbarrare la strada all'ingresso di nuovi migranti nel Paese e togliere loro quei pochi diritti che gli vengono riconosciuti, facendo apparire il tutto come un'operazione di polizia e di emergenza da gestire nell'interesse del popolo italiano, quando in realtà va nella direzione opposta: è funzionale al dominio della classe dominante borghese, tanto in politica interna quanto estera, all'instillazione dell'odio razziale tra le masse più povere ed esasperate del nostro Paese, i lavoratori e i disoccupati autoctoni, come da copione messi gli uni contro gli altri contro i migranti, quando in realtà entrambi hanno gli stessi interessi e lo stesso identico nemico: il capitale e il regime neofascista ad esso asservito.
Quella sui migranti, come del resto tutte le sue politiche, si conferma da parte del nero governo Meloni una politica razzista, schiavista, disumana, immorale, incostituzionale e nel suo volere insistere nell'inculcare all'opinione pubblica il concetto infame di "pericolo degli sbarchi dei migranti nel nostro Paese" (sbarchi frutto delle migrazioni prodotte dall'imperialismo, anche italiano) dimostra ogni giorno di più e non da oggi la sua palese e vergognosa similitudine con le terribili politiche razziste, xenofobe, omofobiche che portarono in Italia durante il fascismo alle leggi razziali contro gli ebrei, alle guerre coloniali contro i popoli "inferiori" e quindi alle politiche di sterminio, teorizzate e praticate dai nazifascisti, culminate nell'Olocausto, durante l'ultima guerra mondiale.
 
Un governo razzista e xenofobo
A dimostrazione che un filo nero lega il fascismo mussoliniano di ieri al neofascismo della Meloni di oggi, che altro non è se non una sua versione aggiornata, giunta al governo per effetto del compimento della marcia su Roma elettorale dei neofascisti del MSI iniziata nel 1946, resa possibile dall'antifascismo di cartone della "sinistra" borghese, politica e sindacale e dalla complicità dei suoi massimi dirigenti nell'instaurazione della seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista conformemente ai piani della P2, con tanto di vomitevole revisionismo storico e anticomunismo viscerale, che potrebbe portare alla messa fuorilegge dei partiti comunisti, a cominciare, com'è noto da anni proprio per volere di FdI, del PMLI. Seconda repubblica neofascista che è poi parte integrante dell'infame e irriformabile Ue imperialista, la quale anche sulla questione dei migranti mostra il suo vero volto razzista e nemico dei popoli.
 
Aumenteranno i clandestini e lo schiavismo
"Ridurre la protezione umanitaria non ridurrà gli sbarchi. Come si è visto all'epoca dei primi decreti Salvini cui ora si sta tornando senza aver imparato nulla, aumenterà soltanto il numero di chi diventerà clandestino, fuori dai percorsi di integrazione, esposto ad ogni forma di sfruttamento e di illegalità, ma anche fuori da ogni forma di controllo e monitoraggio”, afferma giustamente e con coraggio su "La Stampa" Claudia Saraceno che aggiunge: "È davvero paradossale che un governo che ha nel contrasto all'immigrazione clandestina uno dei punti centrali della propria agenda, faccia di tutto per aumentarla, contemporaneamente ledendo i diritti umani di persone, inclusi molti minorenni, in condizione di forte vulnerabilità. Non abbiamo avuto dubbi nell'accogliere profughi ucraini in fuga dalla guerra. Perché dobbiamo negare una analoga protezione a chi fugge da guerre civili, persecuzioni politiche, forti limitazione della libertà nel proprio Paese e anzi pretendiamo di rimandarlo proprio là da dove è fuggito?".
La gestione italiana dei migranti finisce sotto la lente dell'Alto commissario delle Nazioni unite per idiritti umani, Volker Turk, che chiede al governo Meloni di "abbandonare la nuova e severa legge adottata all'inizio dell'anno che limita le operazioni civili di ricerca e soccorso e non criminalizzare coloro che sono coinvolti nel fornire assistenza salva-vita".
Il commento non è piaciuto ai fascisti in doppiopetto. "Si occupi di altro", ha infatti replicato il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti. Ai dubbi della Conferenza Episcopale Italiana sullo stato d'emergenza dichiarato dal governo ha risposto direttamente il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi: "Ho profondo rispetto per la Cei, sono d'accordo se il discorso emergenza viene visto in maniera tecnica, non esiste in Italia un allarme immigrazione". Allo stesso tempo, aggiunge il ministro, proprio di "formula tecnica" si deve parlare davanti al provvedimento adottato del governo per la gestione straordinaria dei flussi, cercando quindi di nascondere dietro "tecnicismi" giuridici la mostruosità di questa infame politica razzista e antimigranti.
Prevista una manifestazione a Roma contro le politiche sull'immigrazione del governo per il 28 aprile, organizzato dalla comunità "Migranti e rifugiati" , la parola d’ordine "Non sulla nostra pelle".
"Il risultato di tutto questo – affermano gli attivisti – è un esercito di ricattabili e sfruttabili che vivranno nell’invisibilità, dovranno sottostare a condizioni come lavoro in nero, niente contratto di affitto, difficoltà a ottenere le cure sanitarie. I bambini avranno problemi a scuola, problemi ad accedere alle misure di welfare. Infine, se le famiglie finiscono nell’indigenza, se non riescono ad avere la residenza, potrebbero perdere i figli, allontanati dai servizi sociali. Gli irregolari si infortunano di più, muoiono di più, non hanno rappresentanza politica perché non possono votare eppure sono carne da campagna elettorale. Vogliamo porre al centro della discussione il migrante come soggetto politico – proseguono -. Basta essere sempre descritti, oggetto di discussione nei talk show, materiale di ricerca per l’accademia, criminalizzati, additati come la minaccia al mondo lavoro quando, invece, la nostra irregolarità è un attacco al costo del lavoro: il sistema nega i documenti e produce clandestinità per rendere i migranti disposti ad accettare qualsiasi condizione pur di avere un pezzo di carta, come avviene in agricoltura e nelle fabbriche. Insieme alla campagna contro il Reddito di cittadinanza, è un’offensiva feroce contro il salario. Da questa emergenza – concludono – vogliamo partire per rivendicare quello che spetta alle classi popolari. Anche se ci vogliono dividere abbiamo tutti gli stessi problemi: casa, salario, lavoro, servizi sociali, trasporti, scuola e sanità".
Secondo Mariema Faye del Movimento Migranti Rifugiati Napoli è: "Vergognoso che la risposta dello Stato a Cutro sia stata, di fatto, punire chi sulle coste italiane è arrivato vivo . Questo decreto porterà migliaia di persone all’irregolarità. Il governo ha dichiarato guerra agli ultimi attaccando il Rdc, i diritti civili della comunità Lgbtqi+ e lo fa, come i governi precedenti, attaccando la comunità migrante, che spesso ha difficoltà anche solo a riconoscere i propri figli. Figli che vengono considerati stranieri nel Paese dove nascono, crescono, studiano e hanno famiglia. È il momento di ribaltare la narrazione, la comunità migrante non è quella che deve fare paura o pietà".
Non passa giorno dunque senza che il nero governo Meloni mostri il suo vero volto neofascista, guerrafondaio, filomafioso, razzista, omofobo, misogino e antifemminile, cosa che deve portare tutti gli antifascisti coerenti e conseguenti ad unirsi in un ampio fronte unito per buttarlo giù da sinistra e dalla Piazza prima che possa fare nuovi e irreparabili danni al nostro popolo, ai migranti e all'intera umanità.
Lottiamo perché ai migranti vengano riconosciuti canali sicuri e legali, tempestivi soccorsi, frontiere e porti aperti dell'Italia e della Ue, libero accesso e pari diritti, a cominciare dal diritto alla salute e al lavoro stabile, a tempo pieno a salario intero e sindacalmente tutelato.
Affossiamo il decreto Cutro e le leggi Bossi-Fini, Turco-Napolitano e Minniti-Orlando!
Uniamoci contro il governo neofascista Meloni!
Per il socialismo e il potere politico del proletariato!

19 aprile 2023