Corrispondenza delle masse
In ricordo del 25 Aprile 1945 di Oregina, Genova, e della storia di tre partigiani della Brigata SAP
25 Aprile 2023, quartiere di Oregina. Oregina è un quartiere ad alta densità operaia-portuale. È arroccato sulla collina che domina la città di Genova: il Righi. Nel tempo passato nel quartiere vivevano varie iniziative culturali, politiche, ricreative, oggi, tuttavia questo processo è in atto da più di un decennio, come avviene in molte città metropolitane, subisce un diffuso senso di abbandono e di desolazione. Chi cerca di arginare questa condizione è la sezione locale dell’ANPI; gestisce una piccola biblioteca, organizza degli incontri, presentazioni di libri.
I partecipanti alla manifestazione, in ricordo del 25 Aprile del 1945, si sono raccolti alle 10 di mattina nella piazza principale di Oregina: Belvedere da Passano. In quello slargo, dall’incredibile panorama che fa gettare lo sguardo sui tetti di ardesia della città vecchia e sul Golfo Ligure, è presente un cippo che ricorda i martiri della Resistenza nati nel quartiere. Dopo un breve discorso tenuto da un rappresentante dell’ANPI sui valori della Resistenza, è avvenuta la deposizione di una corona d’alloro. Quindi, l’appello dei partigiani caduti durante la lotta di Liberazione; uno di questi partigiani aveva 16 anni; Giovanni Casartelli; fucilato dalle brigate nere il 25 Aprile 1945. Terminata la chiamata per nome, è partito il corteo che ha percorso le strade del quartiere e deposto altre corone d’alloro.
È bene ricordare che il quartiere di Oregina, durante la Resistenza, ha avuto un acuto che lo ha portato agli onori della storia della lotta di Liberazione genovese. Un acuto ricordato in testi storici, nella memoria della popolazione e persino in alcuni romanzi; la cosiddetta Beffa.
La beffa
Milano, 16 dicembre 1944: al teatro Lirico il regime fascista organizza una grande adunata. A parlare sarà Mussolini, il duce, il capo di tutti i fascisti. Data l’importanza, la manifestazione viene ripresa e il filmato inviato presso le altre città del nord Italia. Naturalmente giunse pure a Genova. Per la centralità viene scelto il cinema Universale situato in via XX Settembre. Per i fascisti, in difficoltà di consensi, quella era un’opportunità di propaganda da non perdere. Diedero pertanto all’evento molta pubblicità. Attaccarono manifesti. Ne parlarono alla radio. Andarono per le strade con le loro autovetture sparando al cielo, con i loro altoparlanti, le parole d’ordine e l’indicazione del giorno in cui sarebbe stata data visione dell’evento di Milano.
Tre giovani del quartiere di Oregina, ma soprattutto tre partigiani della Brigata SAP Lattanzi distaccamento Longhi, si avvicinarono alla folla vociante. L’ingresso del cinema Universale era controllato da uno squadrone delle Brigate Nere che con orgoglio mostravano il petto e al passaggio dei graduati dell’esercito tedesco facevano schioccare i tacchi esibendo il saluto romano. I tre partigiani si mischiarono alla folla fingendosi partecipi, entusiasti. Entrarono. La grande sala era gremita di fascisti, di gerarchi, di SS. Senza indugi si diressero nell’angolo della grande sala. Lì, celata da una pesante e polverosa tela verde, c’era la porta che conduceva, attraverso una ripida scala, alla cabina del proiezionista. A illuminare la rampa una debole luce rossa, che scagliava sulle pareti le ombre tremolanti dei tre partigiani del distaccamento Longhi. Con le armi in mano entrarono nella cabina del proiezionista. Lo immobilizzarono. Lo legarono. Lo imbavagliarono. E fecero sparire la pizza del filmato all’interno di una borsa di tela che uno di loro teneva appesa al collo e nascosta sotto il cappotto. Poi come se niente fosse accaduto rientrarono nella grande sala. Che rumoreggiava. Che chiedeva a gran voce l’inizio della proiezione. Che esultava per la riuscita della manifestazione. I tre partigiani delle SAP uscirono indisturbati dal cinema Universale e nascosero la pizza del filmato nella loro base nel quartiere di Oregina. Per i fascisti rimase la delusione, lo scorno, la beffa, l’umiliazione subita alla presenza dei loro alleati delle Wehrmacht.
In seguito, i tre partigiani delle SAP vennero individuati. Arrestati, torturati e condannati. Dalla fucilazione li salvò il 25 Aprile del 1945.
A buon ragione, viva il 25 Aprile!
Ugo - Genova
26 aprile 2023