Prato: Migliaia di antifascisti in corteo. Annullata, causa maltempo, la Staffetta partigiana. Il PMLI tiene ben alta la bandiera dell'antifascismo e del socialismo
Dal corrispondente della Cellula “G. Stalin” di Prato
Il 25 Aprile migliaia di antifascisti sono scesi in piazza a Prato. In mattinata si è svolto per le vie del centro il tradizionale corteo partito da Piazza Duomo e conclusosi in Piazza del Comune con le orazioni della presidente dell'Anpi provinciale, Angela Riviello, e del sindaco PD Matteo Biffoni che questa volta hanno finalmente trovato il coraggio di denunciare pubblicamente le gravissime provocazioni della premier neofascista Meloni e del suo camerata La Russa sulle Fosse Ardeatine e su Via Rasella ma si sono guardati molto bene dal chiederne o ipotizzarne le dimissioni.
A metà percorso, il corteo ha fatto tappa in Piazza delle carceri, completamente blindata con delle transenne e vietata ai manifestanti su ordine dalla prefetta Adriana Cogode, dove è andata in scena ancora una volta l'odiosa cerimonia ufficiale dell'alzabandiera e la deposizione della corona di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre con il comandante dell'Arma dei carabinieri e la prefetta che hanno passato in rassegna i reparti speciali dei carabinieri e delle forze armate mentre la banda musicale intonava l'inno di Mameli e altre marcette militariste, fra cui “La canzone del Piave”, contestata da alcuni manifestanti “perché è della I guerra mondiale e non c'entra un bel niente con la Liberazione”.
Una vergognosa parata militare simile al 4 novembre che nulla ha a che vedere con lo spirito antifascista del 25 Aprile e i valori della Resistenza e contestata da buona parte dei manifestanti relegati ai margini della piazza che alla fine della cerimonia hanno intonato “Bella Ciao”.
Nel pomeriggio invece non si è potuta svolgere, a causa della pioggia, la “Staffetta Partigiana”: la carovana in bicicletta fra i luoghi simbolo della Resistenza pratese, organizzata dal Comitato 25 Aprile di Prato e varie altre associazioni, movimenti, collettivi fra cui: Comitato territoriale ARCI, Casa del Cinema di Prato, i circoli di Cafaggio e Figline, la Casa del Popolo Lorenzo Orsetti, Rete degli Studenti Medi, Associazione 6 Settembre di Figline, Collettivo di Fabbrica ex-GKN, movimento 8×5, collettivo MASC, comitato STOP razzismo, associazione Rom e Sinti di Prato e alcuni partiti con la falce e il martello, fra cui il PMLI.
La manifestazione è stata spostata presso il circolo 29 Martiri di Figline con letture di poesie, ricostruzioni storiche, musica, intrattenimento ed interventi. L'iniziativa è stata però arricchita in corso d'opera con un partecipato e combattivo mini corteo improvvisato che ha raggiunto Piazza 29 Martiri per rendere omaggio ai 29 partigiani della brigata Buricchi trucidati dai nazifascisti a poche ore dalla liberazione della città il 6 settembre 1944.
Alla varie iniziative ha preso parte anche la Cellula “G. Stalin” di Prato del PMLI con il compagno Franco Panzarella che ha tenuto ben alta la bandiera dell'antifascismo e del socialismo partecipando sia al corteo della mattina che all'iniziativa del Comitato 25 Aprile.
Durante il corteo il compagno è sfilato insieme allo spezzone dell'Anpi con il manifesto del Partito con la Meloni in orbace da abbattere come Mussolini. Una parola d'ordine e un fotomontaggio molto apprezzati e superfotografati da diversi manifestanti che si sono complimentati anche per la “bella grafica”.
A fine corteo due giovanissimi manifestanti di 13 e 15 anni hanno chiesto al compagno una copia del manifesto “perché è bellissimo”.
In Piazza Duomo, nonostante la tentata provocazione a opera di un esponente all'associazione nazionale dei carabinieri, il compagno è riuscito a diffondere anche alcune copie del volantino del PMLI sul 25 Aprile.
Purtroppo c'è da sottolineare che il PMLI è stato l'unico partito a tenere ben alta la bandiera dell'antifascismo e del socialismo mentre tutti gli altri partiti con la falce e martello, Arci e associazioni antifasciste, hanno deciso di disertare per l'ennesima volta il “corteo istituzionale” e di lasciare di fatto campo libero ai revisionisti storici e ai fautori della riappacificazione fra antifascisti e fascisti.
26 aprile 2023