Con una telefonata di oltre un’ora tra Xi Jinping e Zelensky
L’imperialismo cinese scende in campo per scongiurare la controffensiva ucraina
Nessuna condanna dell’aggressione neozarista russa e nessuna richiesta di ritiro degli occupanti dal territorio ucraino
Atteso da tempo e invocato da più parti, il 26 aprile il colloquio telefonico tra Xi Jinping e il presidente ucraino Zelensky ha di fatto sancito la discesa in campo della Cina nella veste di mediatrice, proprio ora che siamo alla vigilia della controffensiva militare ucraina che sta creando grandi attese e altrettanto nervosismo, da Washington a Mosca. Si teme un allargamento del conflitto, l’ombra di una reazione nucleare russa e Xi Jinping aprendo il canale personale col presidente ucraino, spedendo un suo inviato con l’incarico di sondare “tutte le parti”, vuole evitare o almeno far rinviare il contrattacco ucraino. Non è dato sapere se il presidente cinese si sia consultato in segreto con l’amico e criminale di guerra Putin o se teme che l’armata neozarista russa sia destinata a subire altri rovesci sul campo e quindi il Cremlino ricorra disperatamente all'uso dell’arma nucleare tattica. Fatto sta che ora Kiev e Mosca, ma anche gli occidentali, dovranno valutare il passo della superpotenza imperialista cinese, l’ipotesi di una mediazione. Xi per questo ha evocato “il pensiero razionale” e “l’importanza di cogliere le opportunità”: un invito anche agli Stati Uniti.
Il tutto preparato con una regia attenta e volta a stupire il mondo. La nota di Pechino sulla telefonata è arrivata a tempo di record, tanto che la portavoce degli Esteri cinese ha anticipato nell’annuncio anche Zelensky, dandolo su Twitter in inglese, russo e spagnolo. È evidente che il governo cinese aveva già scritto la velina con il riassunto del discorso di Xi, pronta per il lancio internazionale, per impressionare il mondo.
Tre i punti principali.
La cosa più concreta è l’annuncio dell’invio del Rappresentante speciale cinese per gli affari euroasiatici a Kiev e “in tutti gli altri Paesi interessati alla soluzione della crisi ucraina”. Si tratta di Li Hui, in passato e per dieci anni ambasciatore a Mosca: dunque molto esperto di discussioni con il Cremlino. Xi ha poi evocato il rischio del ricorso all’arma nucleare, dicendo che “nessuno esce vincitore da uno scontro del genere”, quasi a voler convincere gli ucraini della necessità di sedersi rapidamente al tavolo per scongiurare un esito “atroce e umanamente insostenibile”. Infine la telefonata a Zelensky è servita alla Cina per rispondere alle pressioni dei leader europei che ultimamente si sono recati in processione a Pechino. Dal premier spagnolo Sanchez, al presidente francese Macron, alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Secondo quanto riferito dalla Cina Xi Jinping ha snocciolato il suo solito repertorio, dalla consueta dichiarazione di facciata del rispetto della sovranità nazionale, l’osservazione piuttosto ovvia che “non ci sono soluzioni semplici a problemi complessi”, e infine il monito che “la Cina non ha creato questa crisi” e “uno scontro tra grandi potenze va evitato”. Senza ancora una volta definire la criminale azione russa una aggressione neozarista, imperialista, né neppure accennare a un ritiro degli invasori dai territori ucraini occupati.
In un messaggio su Telegram il presidente ucraino Zelensky ha scritto di aver avuto “una telefonata con il presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping. Durante la conversazione, durata un'ora, abbiamo discusso una serie di questioni di attualità delle relazioni bilaterali. Particolare attenzione è stata rivolta alle modalità di una possibile cooperazione per stabilire una pace giusta e sostenibile per l'Ucraina". Per Xi, citato dal resoconto statale del network CCTV, "le relazioni Cina-Ucraina hanno attraversato 31 anni di sviluppo e raggiunto il livello di partenariato strategico. Apprezzo la ripetuta enfasi del presidente Zelensky su sviluppo delle relazioni e cooperazione con la Cina e ringrazio l'Ucraina per aver fornito grande assistenza all'evacuazione dei cittadini cinesi nel 2022”. La Cina non sceglierà di essere uno "spettatore" della "crisi ucraina" né di "gettare benzina sul fuoco" o di sfruttare la situazione per i propri interessi.
"Prendiamo atto della disponibilità cinese a compiere sforzi per i negoziati ma riteniamo che il problema non sia la mancanza di buoni piani", ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando la telefonata tra il presidente cinese Xi Jinping e quello ucraino Volodymyr Zelensky. "Le autorità ucraine e i loro curatori occidentali - ha aggiunto - hanno già dimostrato la loro capacità di ostacolare le iniziative di pace. Pertanto, qualsiasi appello alla pace difficilmente può essere adeguatamente percepito dai burattini controllati da Washington". “Siamo pronti ad accogliere tutto quello che può avvicinare la fine del conflitto in Ucraina e il raggiungimento da parte della Russia di tutti gli obiettivi prefissati" ha ribadito il giorno dopo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. aggiungendo sibillinamente che durante la “sua visita del mese scorso a Mosca”, il presidente cinese Xi Jinping “non ha discusso” con Putin di “un ritorno dell'Ucraina alla piena sovranità sul suo territorio nei confini del 1991”.
Il 28 aprile Zelensky ha rivelato ulteriori dettagli della sua conversazione con il leader cinese, la prima dall'invasione russa dell'Ucraina. Durante la telefonata, Zelensky e Xi hanno parlato dell'integrità territoriale dell'Ucraina "compresa la penisola della Crimea annessa dalla Russia" e della Carta delle Nazioni Unite, ha detto il presidente ucraino in una conferenza stampa a Kiev. "Abbiamo avvertito il rispetto della Cina per queste nostre istanze", ha aggiunto, chiarendo che non si è parlato di visite reciproche con Pechino. Zelensky ha continuato dicendo di aver anche chiesto a Xi di cercare di convincere Mosca per quanto riguarda il ritorno dei prigionieri di guerra ucraini e di circa 20.000 "bambini rapiti". "Lo dico apertamente - ha aggiunto -. Al momento solo l'Ucraina sta aiutando l'Ucraina con il ritorno dei nostri figli. Ci sono stati sforzi da parte delle Nazioni Unite, ma solo con scarsi risultati". Un altro argomento di conversazione è stato l’esportazione di grano e la necessità di un corridoio all'interno della “Black Sea Grain Initiative”. Il capo dello Stato ucraino ha aggiunto di aver sollevato anche la questione delle armi per la Russia. "L'Ucraina vorrebbe che tutti gli Stati comprendessero i rischi di fornire qualsiasi tipo di arma alla Federazione Russa. Ho sentito una risposta positiva in questo senso", ha sottolineato Zelensky.