CGIL, CISL, UIL sordi alla richiesta dello sciopero generale contro la macelleria sociale del decreto lavoro
Celebrato il 1 Maggio in tante città d'Italia
A Milano, Biella, Cesena, Firenze, Mugello, Valdisieve, Prato, Empoli, Fucecchio, Napoli, Ischia, Catania, il PMLI invita il proletariato a lottare per il potere politico e il socialismo. Importante intervento di Enrico Chiavacci
La Giornata Internazionale dei lavoratori è stata celebrata in tutto il mondo con manifestazioni ed inziative che hanno coinvolto milioni di lavoratrici e lavoratori. In Italia sono state centinaia, dalle grandi città ai piccoli centri ed è impossibile elencarle tutte. Al centro del dibattito e delle proteste i temi che negli ultimi decenni sono diventati predominanti: le disuguaglianze, la concentrazione della ricchezza, la precarietà del lavoro, l'attacco ai diritti, i salari e le pensioni sempre più misere. Questioni urgenti che in Italia hanno provocato un immiserimento e un peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro maggiore che in altri Paesi.
A questo si è aggiunto il tema della guerra e dell'aggressione Russa all'Ucraina che sta causando ripercussioni in tutto il globo. Questo tema però spesso è posto in maniera non sempre corretta dal punto di vista dell'antimperialismo, specie da quelle organizzazioni che si dichiarano di sinistra. Ad esempio a Torino,
dove come da tradizione si è svolta una manifestazione molto partecipata, nonostante il maltempo che, come in quasi tutta Italia, ha caratterizzato la giornata. Alla conclusione dei comizi alcuni esponenti dello “spezzone sociale” hanno incendiato le bandiere e gridato slogan contro Usa, Ue e Nato, accusati di essere causa della guerra mentre non hanno speso una parola contro la Russia come se questa non avesse alcuna responsabilità. Sull'accaduto si è spostata l'attenzione dei media che però non hanno potuto fare a meno di riportare come nel corteo la Meloni, ritratta da un pupazzo con il braccio teso, sia stata al centro degli slogan e delle invettive dei manifestanti.
Migliaia di persone hanno partecipato alle due manifestazione di Milano
. Al mattino quella organizzata da Cgil-Cisl-Uil, con al centro il tema della mancata sicurezza sul lavoro, che in Italia provoca mediamente tre morti al giorno. Critiche anche al governo e al Consiglio dei ministri, che ha annunciato un “decreto lavoro” che va nella direzione opposta di favorire le lavoratrici e i lavoratori. Contro il governo e la premier Meloni gli slogan più gettonati da chi ha sfilato in città. Al pomeriggio il corteo dei sindacati di base: "Contro Nato, Ue e governo Meloni, fuori dalla guerra" (slogan inaccettabile perché copre proprio l'imperialismo russo che è il responsabile dell'aggressione all'Ucraina e quindi di questa guerra) e “No al razzismo, no allo sfruttamento", alcuni degli striscioni dietro ai quali hanno sfilato i manifestanti. In tutta La Lombardia sono state decine le iniziative che hanno caratterizzato il Primo Maggio.
Due cortei anche a Bologna
. In Piazza Magggiore la manifestazione dei sindacati confederali, con i comizi dei rappresentanti di Cgil-Cisl-Uil a cui è seguito un concerto. I sindacati di base Sgb, Cobas, Usi insieme a molte formazioni sociali e politiche di sinistra hanno manifestato contro precarietà, sfruttamento, lavoro povero. “Il Decreto annunciato dal Governo è l'ennesimo regalo alle imprese ed un attacco alle condizioni dei lavoratori e dei settori popolari" hanno denunciato. In mostra le “buste paga (di merda)”, una esposizione con le buste paga da fame di molti lavoratori. Numerose le manifestazioni in tutta la Toscana
. Una delle più significative e partecipate si è svolta ad Empoli, in provincia di Firenze, dove era presente anche il PMLI.
L'Uno Maggio Libero e Pensante di Taranto
, il concertone “alternativo” a quello di Roma, ha visto peraltro l'intervento dal palco di Dario Salvetti exGKN ma purtroppo è stato interrotto in anticipo a causa della pioggia e del fortissimo vento. A Napoli
i sindacati di base assieme ai comitati di disoccupati hanno organizzato un corteo che ha percorso la città, mentre in piazza Mercato si è svolta l'iniziativa organizzata da Cgil, Cisl e Uil.
I segretari dei sindacati confederali si sono ritrovati in Basilicata, a Potenza
. “È la festa del lavoro non del governo”, è l'accusa che è venuta dal palco della manifestazione, rivolta alla premier neofascista Giorgia Meloni e contestando la scelta di avere riunito un Consiglio dei ministri proprio nel giorno della celebrazione della giornata internazionale dei lavoratori. Una mossa di pura propaganda, chiamando tra l'altro “decreto lavoro” delle misure che liberalizzano e facilitano l'utilizzo dei contratti a termine, tolgono di mezzo il Reddito di cittadinanza sostituito da misure ancora meno efficaci dal punto di vista economico e restrittive da quello normativo. Il tutto tentando di salvarsi dietro la foglia di fico del taglio del cuneo fiscale, una misura temporanea (durerà fino a dicembre) e che porterà nelle buste paga poco più di qualche decina di euro al mese, da scontare poi con il taglio del finanziamento ai servizi pubblici.
Ma i sindacati confederali continuano a temporeggiare, giudicando positivamente il taglio del cuneo fiscale, una misura che, seppur in minima parte, copre la mancata copertura economica e il recupero dell'inflazione che avrebbero dovuto fare Cgil-Cisl-Uil se avessero firmato contratti decenti anziché accettare accordi al ribasso per pochi spiccioli. Landini e la Cgil hanno indetto alcune manifestazioni al sabato, la Uil con Bombardieri si dice “preoccupata” mentre Sbarra considera “veramente importante, utile questo incontro, se veramente riuscirà a determinare un nuovo cammino di dialogo sociale, di confronto e di condivisione” facendo capire ancora una volta che se mai Cgil e Uil si decideranno una buona volta a passare dalle parole ai fatti e dalle minacce di mobilitazione allo sciopero generale, la Cisl non sarà allineata alle altre due sigle sindacali.
Il PMLI è sceso in piazza rivendicando la necessità di una forte mobilitazione che il carovita, i salari e le pensioni da fame delle lavoratrici e dei lavoratori, impongono di mettere in campo al più presto. I sindacati confederali non sono all'altezza della gravità della situazione e i loro iscritti devono fare di tutto per dare la sveglia ai loro dirigenti. Allo stesso tempo però i marxisti-leninisti ribadiscono l'esigenza e la necessità per il proletariato di mettere in discussione il sistema capitalistico e inquadrare le rivendicazioni più immediate nella lotta più generale per la conquista del potere politico e del socialismo senza la quale, anche le conquiste più significative, rimangono effimere e facilmente riassorbili dal potere borghese.
3 maggio 2023