Firenze antifascista scende in piazza per chiedere la chiusura della sede di Casapound
Manifestazione blindata dalle “forze dell’ordine” a protezione del covo neofascista. Attiva partecipazione del PMLI
Redazione di Firenze
Alcune centinaia di manifestanti hanno risposto all'appello lanciato da Firenze Antifascista e sabato 6 maggio hanno dato vita a un combattivo corteo che ha chiesto a gran voce la chiusura immediata della sede che Casapound ha aperto nel quartiere 4, in via de' Vanni, nel novembre scorso, nella città Medaglia d'oro della Resistenza.
Presenti, dietro al furgone con una grande bandiera rossa con la falce e il martello e lo striscione di apertura con su scritto “Firenze è antifascista”, tanti giovani, ragazze e ragazzi del CPA Firenze Sud, rappresentanze dei sindacati di base, numerose bandiere dell'Unione Sovietica, della Jugoslavia e alcune sezioni dell'ANPI. C’erano militanti di Potere al Popolo, del PRC, dei CARC, una bandiera dei Comunisti Proletari e una anarchica, oltre agli striscioni del Coordinamento antifascista del quartiere 4 e a quello del Collettivo di fabbrica ex-GKN.
Il corteo partito da piazza Pier Vettori si è diretto in via del Pignone fino ad arrivare a piazza Paolo Uccello, dove ha sostato per una mezz'ora all'altezza di via de' Vanni lanciando slogan antifascisti in direzione della sede nera e proponendo interventi a cura degli esponenti di Firenze Antifascista.
Imponente il dispiego di polizia in assetto antisommossa: il corteo è stato scortato da decine di uomini delle “forze dell'ordine” e di camionette alla sua testa e alla sua coda, mentre via de' Vanni è stata blindata in entrambe le direzioni. Per tutta la durata del corteo un elicottero ha addirittura presidiato dall'alto lo svolgimento della manifestazione. L'ennesima dimostrazione pratica di come questo Stato borghese e il governo Meloni tutelano e proteggono i neofascisti in tutti i modi, anche difendendoli dalle manifestazioni di piazza, oltretutto sprecando altissime somme di denaro pubblico che potrebbero essere spese in altre questioni più urgenti e necessari rispetto alla protezione di qualche camicia nera in versione 2.0.
Il corteo è poi ripartito verso via Bronzino dove ha effettuato una nuova sosta, nella quale alcuni manifestanti hanno fronteggiato le “forze dell'ordine” chiedendo a gran voce la chiusura di tutti i covi neofascisti e lanciando altri slogan.
Al corteo ha partecipato una Delegazione di compagne e compagni del PMLI provenienti da Firenze, dalla Valdisieve e dal Mugello, la quale ha portato in piazza le parole d'ordine “Sciogliere subito Forza Nuova, Casapound e tutti i gruppi neofascisti” presenti sul cartello e sui “corpetti”. Le numerose bandiere del Partito, lo hanno fatto risultare la forza politica più organizzata dell'intero corteo.
Su iniziative come questa, che hanno come comune denominatore l'antifascismo, pesa senz'altro l'assenza di tutte le associazioni e i partiti antifascisti in contemporanea nella stessa piazza. Oggi, ad esempio, in piazza Pier Vettori c'erano solo alcune sezione ANPI che avevano deciso di partecipare in maniera autonoma, senza attendere quell'indicazione che poi lo stesso Comitato provinciale non ha dato, decretando di fatto l'assenza in massa della maggiore associazione nazionale antifascista. Allo stesso modo nessun partito riformista ha voluto dare il proprio contributo alla buona e sacrosanta riuscita di questa iniziativa, che è rimasta nell'orbita dei centri sociali, del sindacalismo di base e dei partiti della cosiddetta “sinistra radicale”. Invece, nel comune interesse di chiudere immediatamente i gruppi neofascisti e i loro covi e mandare a casa il governo neofascista Meloni che li difende, li legittima e li protegge, servirebbe un unico e quanto più largo possibile fronte unito composto da tutte le forze politiche, sindacali e sociali che hanno questo obiettivo, senza esclusioni o pregiudizi di sorta. Ecco perché è urgente e necessario, nell'interesse non solo delle masse operaie, ma di tutta la popolazione democratica, che Firenze Antifascista e ANPI, con i rispettivi gruppi e realtà che li supportano, facciano uno sforzo ulteriore accantonando le diversità che naturalmente esistono, e non facciano mancare il reciproco supporto alle iniziative, iniziando finalmente a promuoverne alcune congiunte. Certo, ognuno dovrà rinunciare a qualcosa della propria linea politica, ma ne gioverebbe l'obiettivo in comune, quel denominatore che non può essere altro che riuscire ad avere le città e il Paese liberi dai neofascisti e da coloro che reggono istituzionalmente il sacco. Che altre mille piazze si colorino di rosso e combattano in maniera militante e determinata ogni rigurgito neofascista, sia esso culturale oppure organizzato, a cominciare dalla lotta per abbattere il governo Meloni, fatto con lo stampo del Movimento sociale del fucilatore di partigiani Almirante.
10 maggio 2023