Il reddito reale è sceso del 3,5% nell'ultimo trimestre 2022
L'inflazione svuota il carrello della spesa e dà una mazzata ai mutui della casa
Secondo i dati recentemente diffusi dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico negli Stati che ne sono membri (Unione europea, America settentrionale, Giappone, Australia e pochi altri) il reddito reale delle famiglie negli ultimi tre mesi del 2022 è cresciuto mediamente dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, ma con risultati assai variabili tra i Paesi.
L'Italia, infatti, insieme alla maggior parte dei Paesi Ocse fa eccezione, perché il reddito reale è sceso del 3,5% nell'ultimo trimestre dello scorso anno a causa dell'inflazione elevata dovuta all'impennata dei prezzi dell'energia, che ha messo in forte difficoltà le aziende e soprattutto le famiglie, che hanno visto gli effetti sui carrelli della spesa e sui mutui per le abitazioni.
In Italia, infatti, l'inflazione è stata particolarmente alta non soltanto nell'ultimo trimestre del 2022 ma durante tutto lo scorso anno, con i prezzo dei beni energetici che erano aumentati già alla fine del 2021 (la guerra in Ucraina ha certamente aggravato la situazione di aumento dei beni energetici ma non ne è certo stata la causa determinante), e l'aumento di gas, luce e benzina ha avuto ripercussioni per le famiglie sia direttamente, con l'aumento di bollette di gas e luce e aumento del costo dei carburanti per auto, sia indirette, con l'aumento dei beni, compresi quelli di prima necessità, dovuti all'aumento dei costi di produzione, di distribuzione e di trasporto.
Ora l'imminente arrivo dell'estate, con l'inflazione che si è ormai trasferita dall'energia ai servizi in modo duraturo, può contribuire a mantenere elevato il livello di attenzione degli investitori internazionali intorno ai Paesi più vulnerabili, e l'Italia è proprio tra questi: la distruzione di reddito e l'erosione di ricchezza sono elevate, con il prezzo di un bene essenziale come pasta che a marzo di quest'anno è aumentato del 17,5% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Oltre all'inflazione, contribuisce ad aggravare la situazione economica delle famiglie la decisione della Banca centrale europea che a marzo ha deciso l’aumento del tasso di interesse di 0,25% portandolo al 3,75, il sesto aumento consecutivo a partire da luglio 2022. Tale decisione della Banca centrale europea è un effetto indiretto dell'inflazione, in quanto innalzando il costo del denaro l'istituzione comunitaria tenta di scoraggiare i cittadini a prendere i soldi in prestito e a ridurre, pertanto, il livello del denaro circolante nell'economia, perché l'aumento del denaro circolante è una delle cause che portano all'aumento dei consumi, e di conseguenza all'innalzamento dell'inflazione.
Tale raffica di aumenti del tasso di interesse - secondo i dati della Federazione Autonoma Bancari Italiani - ha comunque determinato dall’inizio del 2022 un aumento del 52% delle rate dei mutui a tasso variabile, impoverendo ulteriormente le famiglie che già prima facevano fatica a pagare le rate del mutuo.
Considerando gli incrementi imposti dalla Bce a partire dal 2022, l'associazione di consumatori Codacons si aspetta che le rate mensili dei mutui subiscano quest'anno mediamente incrementi tra i 225 e i 295 euro, con un aumento dei costi annuali per le famiglie compreso tra 2.700 e 3.540 euro, aggravando così ulteriormente le famiglie che hanno contratto un mutuo.
17 maggio 2023