Giornata internazionale contro l'omofobia, lesbofobia, la bifobia e la transfobia
Il 17 maggio 2004 le Nazioni Unite istituirono la Giornata internazionale contro l'omofobia ossia al fine di rendere consapevoli tutte le popolazioni del mondo e gli stessi governi della violenza, della discriminazione e della repressione alle quali in numerose parti del mondo erano, e tuttora sono, sottoposti gli omosessuali e le lesbiche.
Tale data fu scelta in quanto fu proprio il 17 maggio 1990 che l'Assemblea mondiale della sanità – organo dell'Organizzazione mondiale della sanità, un istituto specializzato delle stesse Nazioni Unite che si occupa di salute, considerata la massima istanza a livello mondiale su tale tema – approvò a maggioranza, dopo dieci giorni di discussione, il documento periodico denominato “International statistical classification of deseases and related health problems”, ossia “Classificazione statistica internazionale delle malattie e delle correlate problematiche sanitarie”, dal quale scompariva l'omosessualità – sia maschile sia femminile - come patologia.
Il documento, il decimo di questo tipo pubblicato dall'Organizzazione mondiale della sanità, entrò ufficialmente in vigore nel 1994 e può essere considerato un atto importante nella storia del movimento LGBTQIA+, che raggruppa le persone gay, lesbiche, bisessuali, trans, queer, asessuali e intersessuali che da tale fondamentale decisione hanno preso coscienza e forza, una coscienza e una forza che hanno permesso loro di farsi conoscere positivamente e farsi apprezzare dalle società civili e dai governi, e che in tante parti del mondo ha portato, ad opera di classi politiche progressiste e di opinioni pubbliche intellettualmente oneste, dapprima all'eliminazione dei pregiudizi sociali nei loro confronti e in seguito alla creazione di diritti a loro favore.
Nel documento del 1990 si leggeva, tra l'altro, che “l’orientamento sessuale in sé non va considerato come un disordine”, e i successivi lavori dell'Organizzazione mondiale della sanità hanno permesso di eliminare dall'elenco delle patologie anche la bisessualità e la transessualità, tanto che l'originaria Giornata internazionale contro l'omofobia ha naturalmente incluso sin dall'inizio la lesbofobia e, nel 2009, la transfobia per poi aggiungere, nel 2015, la bifobia, e così attualmente la giornata del 17 maggio di ogni anno è diventata la Giornata internazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia: essa è aperta, per volontà delle stesse Nazioni Unite, ad altre inclusioni di minoranze sessuali, in quanto è stata istituita appositamente al fine di eliminare ogni tipo di discriminazione legata alla sfera sessuale delle persone.
Eppure, di fronte a una maggiore, anche se parziale e insoddisfacente, integrazione delle persone LGBTQIA+ nella società e all'avanzamento dei loro diritti nell'Europa occidentale e nelle Americhe, nel resto del mondo la condizione sociale e politica di questa comunità è problematica: in Paesi di rilievo come la Russia, la Cina, l'India, l'Indonesia, il Giappone e la Turchia – e la situazione è simile nell'Europa orientale, nelle due Coree, nell'Asia centrale e in Indocina e parte dell'Africa subsahariana - le minoranze sessuali non vengono perseguitate, ma non vi sono diritti a loro tutela, e in Russia è addirittura vietata la discussione sulle tematiche che li riguardino, mentre nei Paesi arabi, in Iran e in gran parte dell'Africa subsahariana sono in vigore legislazioni che puniscono più o meno severamente l'omosessualità, il lesbismo, la bisessualità e la transessualità, fino ad arrivare alla pena di morte contro omosessuali maschi e transgender in Iran, in Afghanistan, in Brunei e in alcuni Stati federali della Nigeria.
Noi marxisti leninisti siamo sempre stati al fianco di tutte le persone e le associazioni LGBTQIA+, sostenendoli nelle loro battaglie e ricordando loro che il movimento operaio, sin dalla sua nascita, si batte contro ogni tipo di discriminazione.
24 maggio 2023