Napoli
Rivendicati scala mobile e aumenti dei salari. Apprezzato il cartello del PMLI per il lavoro e contro il governo neofascista Meloni. Distribuito l’educativo Editoriale di Scuderi “La questione del potere politico”
Redazione di Napoli
Una bellissima giornata ha accompagnato il combattivo corteo a Napoli per lo sciopero generale proclamato dall’Unione Sindacale di Base (USB) per la Campania venerdì 26 maggio per rivendicare, nell’ordine: 300 euro netti e subito in busta paga; stipendi legati all’inflazione reale, un salario minimo di almeno 10 euro l’ora; prezzi e tariffe calmierati. Come affermano nel manifesto di indizione, “milioni di lavoratori e lavoratrici subiscono il peggioramento costante delle condizioni di lavoro tra precarietà, flessibilità, aumento della produttività e dei ritmi di lavoro, part time obbligatorio, Jobs Act, licenziamenti indiscriminati, condizioni di sicurezza del lavoro sempre peggiori”.
I manifestanti - circa 3mila che indossavano delle magliette rosso fuoco con il logo USB stampato - si sono dati appuntamento nella centralissima piazza del Gesù per poi andare verso via Toledo, piazza Carità, piazza Matteotti, via Medina fino all’altezza del Teatro S. Carlo con consegna di un documento rivendicativo dell’USB in prefettura a piazza del Plebiscito. Gli organizzatori hanno voluto sottolineare anche la gravità delle morti sul lavoro organizzando un flash mob
davanti all’Unione degli Industriali a Piazza dei Martiri con una decina di lavoratrici e lavoratori stesi per terra insanguinati.
Tutte le categorie iscritte all’USB sono scese in piazza, dai metalmeccanici provenienti da ogni angolo della Campania fino al nutrito gruppo dei lavoratori e delle lavoratrici della manutenzione in lotta per l’assunzione nella pubblica amministrazione. Presenti anche gli studenti e le studentesse medi e universitari, ma anche i Comitati solidali con la piattaforma rivendicativa, come quello di Napoli Est, relativi alle bonifiche della zona orientale, cominciando dal porto di Vigliena.
Puntuali anche i compagni della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI che hanno portato in piazza un cartello che è risultato molto apprezzato dai manifestanti e anche dagli organizzatori: da una parte campeggiava il manifesto “Uniamoci contro il governo neofascista Meloni. Per il socialismo e il potere politico del proletariato”, dall’altra “Il lavoro prima di tutto”. I marxisti-leninisti partenopei hanno fatto un sol uomo con le lavoratrici e i lavoratori USB e, nel corso del corteo, hanno distribuito l’educativo Editoriale di Giovanni Scuderi “La questione del potere politico” pubblicato in occasione del 46° Anniversario della fondazione del PMLI. Le centinaia di copie distribuite venivano letteralmente divorate dai manifestanti che più di una volta si avvicinavano ai compagni chiedendo di farsi una foto soprattutto con i cartelli; un’occasione per reincontrare anche alcuni compagni amici del Partito e riprendere i contatti dopo diverso tempo.
Per il Coordinamento regionale lavoro privato USB, Salvatore Fierro, raggiunto telefonicamente dalla Redazione di Napoli de “Il Bolscevico”, ha criticato duramente il governo Meloni che “è in netta continuità con quello di Draghi, soprattutto dal punto di vista del lavoro non c’è alcun miglioramento né dei salari né del costo della vita, tranne una miseria in busta paga, per non parlare del rinnovo dei contratti, come quelli della pulizia, fermi al palo. Il salario medio operaio è di sei euro, addirittura più basso di due punti percentuali rispetto a quello degli altri paesi dell’UE”.
Sempre Fierro invitava anche il PMLI a partecipare alla manifestazione nazionale promossa dalla USB che si terrà a Roma sabato 24 giugno.
31 maggio 2023