In piazza a Roma contro il governo Meloni, salari, casa, reddito
Nel presidio di Catania battagliero intervento di Schembri a nome del PMLI
“Secondo l’Istat, in Italia sono circa 5,6 milioni coloro che vivono in povertà assoluta, ovvero che non riescono ad avere accesso a beni e servizi considerati essenziali; circa 9 milioni le persone in povertà relativa, che hanno lo stretto indispensabile per sopravvivere; circa 15 milioni le persone a rischio esclusione sociale. Dati sulla povertà ai massimi storici, che conducono l’Italia ai primi posti delle classifiche europee per rischio di marginalità sociale. Un quadro socio-economico peggiorato negli ultimi anni a causa dell’emergenza pandemica prima e della guerra dopo, che hanno avuto un durissimo impatto sulle fasce più deboli, intervenendo ulteriormente in un contesto già profondamente segnato dalle disparità sociali”.
Questo è quello che si poteva leggere nell’appello lanciato dalla campagna “Ci vuole un reddito”, a cui aderiscono oltre 140 associazioni, sindacati e organizzazioni politiche, tra cui Cobas, Cub, Cgil Roma-Lazio e alcune categorie nazionali come Fiom, Fillea, Fp, Flc, Fillea, Nidil e lo Spi Cgil, Camere del Lavoro Autonomo e Precario (Clap), Arci Roma, Basic Income Network Italia (BIN), Friday for Future, Attac Italia, Action Aid, Loa Acrobax, UP-Su la testa Roma e tante altre. Nel mirino degli organizzatori la politica economica e sociale del governo neofascista Meloni e in particolare i cosiddetto Decreto Lavoro.
Un provvedimento che decreta più lavoro precario, con la cancellazione delle causali per il rinnovo dei contratti a termine rendendoli infiniti, più lavoro nero, più voucher, cancellando la congruità della proposta di lavoro (cioè il salario) per cui un percettore di Reddito è costretto ad accettare, pena la decadenza del sostegno. Decreta la cancellazione del diritto al reddito di cittadinanza per centinaia di migliaia di persone per la stragrande maggioranza collocate in un Mezzogiorno sempre più povero dilatando i meccanismi di ricatto sociale e di migrazione interna. Il tutto condito da un idea di sostegno alla natalità “italica” di stampo mussoliniano, attraverso la decontribuzione fino a 3000 euro annui dei cosiddetti fringe benefits solo per i lavoratori con figli.
Quella del RdC è comunque solo uno degli obiettivi della campagna. “Non vogliamo solo difendere il reddito di cittadinanza – sostiene Alberto Campailla di Nonna Roma, un banco del mutuo soccorso che affianca le famiglie in povertà nella Capitale – ma anche istituire in Italia un nuovo reddito di autodeterminazione. Diversamente dall’assegno di inclusione lanciato dal governo Meloni, una simile misura dovrebbe essere il più possibile incondizionata, e dunque libera da ricatti. E dovrebbe essere accompagnata da Welfare e servizi pubblici e dal diritto all’abitare”.
Dopo un periodo di preparazione, il 27 maggio la rete ha organizzato la prima grande manifestazione di piazza che si è svolta a Roma, a cui hanno partecipato 15mila persone. In testa al corteo, una fila di carrelli della spesa vuoti con appesi dei cartelli con gli aumenti dei beni di prima necessità, a sottolineare le difficoltà delle masse popolari italiane a sostenere le spese essenziali, messe a dura prova dal caro tariffe, dalle specupazioni e dal forte innalzamento dell'inflazione. Alla manifestazione unitaria hanno partecipato anche tanti giovani e le organizzazioni studentesche UDU e Link.
In piazza si sono viste anche rappresentanze di Movimento 5 stelle, PD e sinistra italiana. “Siamo contenti che questi temi siano ripresi da molti, certo questo percorso vuole essere autonomo, ma se nasce una battaglia parlamentare fa bene al Paese”, spiegano dalle Clap . Sicuramente è un bene che il fronte contro il governo Meloni e le sue misure antipopolari si il più ampio possibile, come auspicato fina dal primo momento anche dal PMLI. Anche se, al dire il vero, per adesso queste partecipazioni sembrano per l'ennesima volta, in funzione di alleanze elettorali, come lasciano intendere le parole di Fratoianni “Si può ripartire da qui”, e degli esponenti degli altri partiti. Staremo a vedere.
Nel presidio con assemblea che si sono svolti a Catania giovedì 25 maggio battagliero intervento del compagno Schembri a nome del PMLI (si veda l'articolo a parte). Il PMLI è assolutamente contrario alle misure che colpiscono i più poveri e le persone in difficoltà, anche se non riteniamo che il reddito di cittadinanza sia la soluzione della precarietà economica, come pensano alcuni dei partecipanti alla campagna “Ci vuole un reddito”, come ad esempio il BIN-Italia che chiede un reddito incondizionato per tutti i cittadini.
31 maggio 2023