Nell'anniversario del giorno in cui la mafia uccise Falcone
I neofascisti prendono la Commissione antimafia
Ne fanno parte tre imputati. La presidente meloniana Colosimo, amica dell'ex Nar Ciavardini, indagata. Il M5S fa da copertura. Protestano i familiari delle vittime di mafia
 
Il 23 maggio scorso, anniversario della strage di Capaci in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e membri della loro scorta, è stata eletta presidente della Commissione parlamentare antimafia la deputata di FdI Chiara Colosimo, vicinissima da sempre alla ducessa Meloni, suscitando numerose proteste e polemiche in particolare da parte dalle associazioni delle vittime del terrorismo e delle mafie, poiché la Colosimo ha negli anni avuto rapporti molto stretti con Luigi Ciavardini, ex terrorista dei Nar, condannato per la strage di Bologna. Ciavardini, classe 1962, ex esponente dei Nuclei armati rivoluzionari, vicinissimo a Valerio "Giusva" Fioravanti e Francesca Mambro ha collezionato in totale negli anni ben tre condanne che gli sono costate 13 anni di reclusione per l'omicidio del poliziotto Francesco Evangelista, 10 anni di reclusione per l'omicidio del giudice Mario Amato e appunto 30 anni di reclusione per la strage di Bologna, entrambi reati commessi nell'anno 1980. Si trova attualmente in regime di semilibertà.
La Colosimo è stata accostata all'ex NAR per via del “Gruppo idee”, un’associazione che si occupa del recupero e del reinserimento dei detenuti, presieduta da Germana de Angelis, moglie di Ciavardini. "Conosco il presunto Ciavardini, esattamente come lo conoscono moltissimi altri eletti di altre appartenenze politiche - ha replicato Colosimo alle proteste di questi giorni derivanti anche da una foto trovata online in cui i due si tengono per mano-, poiché lui è in un'associazione che si occupa, come da articolo 27 della Costituzione, del reinserimento di altri detenuti nel momento in cui hanno scontato le loro pene". Anche se poi ammette che l'atteggiamento in foto è "poco istituzionale".
La Colosimo, romana, classe 1986, proviene da An e dalla sua allora associazione giovanile, suo padrino politico (come della Meloni, insieme a Gianfranco Fini) è Fabio Rampelli, oggi vicepresidente della Camera, il ras della sezione "Colle Oppio" del Msi e poi in An e in FdI della corrente dei cosiddetti "Gabbiani", una corrente interna che ai tempi di An peraltro sporcava la Capitale con una quantità enorme (e abusivamente affissa) di manifesti inneggianti appunto a Rampelli e riportanti un gabbiano insieme a slogan immondi (gabbiano ispirato al romanzo "Il Gabbiano Jonathan Livingstone" di Richard Bach).
Oggi Rampelli è in contrasto, perché non accontentato in termini di poltrone, con la Meloni, quindi la Colosimo si è allontanata da Rampelli e avvicinata ancora di più all'amica Giorgia, che conosce benissimo almeno dagli anni '90, tanto che quando fu eletta in consiglio regionale nel Lazio nel 2010 ai tempi della Polverini, la sua portavoce era proprio Arianna Meloni, sorella di Giorgia e moglie del ministro razzista Lollobrigida.
Insomma una componente del "cerchio magico" della Meloni, per questioni di fedeltà ha addirittura rimosso il tatuaggio con il gabbiano che aveva sulle mani per manifestare la sua distanza da Rampelli e la sua totale devozione a Giorgia.
La sua nomina in odore di stragismo, neofascismo è dunque oggettivamente filomafiosa per il giorno in cui è avvenuta e per la sua caratteristica provocatoria contro alcuni magistrati antimafia, che si erano già pesantemente scagliati contro, ha visto l'imposizione da parte della Meloni della Colosimo ad ogni costo e ha suscitato polemiche a non finire, senza che questo abbia fermato la Meloni, la quale, ducescamente, l'ha imposta a qualsiasi costo (della serie "me ne frego").
A dimostrazione del fatto che la neofascista Meloni non può e non vuole disattendere le aspettative e le ambizioni dei neofascisti del suo partito, non può permettersi malumori dentro e fuori FdI in particolare tra i fedelissimi, specie in chiave elettorale, proprio ora poi che ha annunciato la controriforma neofasciste della Costituzione in senso presidenzialista, ovviamente cucita su misura anche per lei, ma soprattutto deve pagare le sue buone cambiali elettorali ai settori più putridi, eversivi, mafiosi e schifosi della classe dominante borghese e dei gruppi di potere, anche eversivi e sanguinari, oltreché massonici e clericali, che rappresentano gran parte dell'elettorato del suo immondo partito neofascista, da Nord a Sud.
Vomitevole ancora una volta la copertura di fatto dell'opposizione di sua maestà alla nomina della Colosimo alla Presidenza. Le "opposizioni" sono sì uscite dalla Commissione al momento del voto, ma sono poi rientrare per far eleggere i loro rappresentanti in seno alla presidenza, legittimando così la scelta della Meloni.
PD e M5S abbaiano ma non mordono, questa è cosa nota, ma arrivare dall'abbaiare giustamente contro la Colosimo e poi farsi eleggere come il magistrato Cafiero De Rho del M5S vicepresidente della Commissione o Segretario della stessa come Anthony Barbagallo del PD, francamente ha qualcosa di vomitevole, tanto più se la cosa viene fatta passare come una sorte di politica volta a "limitare i danni" da parte della Presidente e della sua immonda maggioranza di deputati e senatori nella Commissione di Palazzo San Macuto a Roma, istituita nel 1962.
Ennesima dimostrazione del fatto che le "opposizioni" di cartone alla Meloni dentro il parlamento sono di cartone, per non dire conniventi, sono l'altra faccia della medaglia della seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista, interventista e filomafiosa, come abbiamo sempre rilevato e come mostra anche questa squallida vicenda, che non è solo una questione di spartizione di poltrone da parte dei più vicini alla premier, ma un atto politico neofascista e filomafioso inaccettabile e gravissimo.
Ogni giorno che passa da questo punto di vista il ruolo di Mattarella di "garante della Costituzione" appare sempre più palesemente come il ruolo del garante del regime neofascista imperante e se si considerassero atti e dichiarazioni avvenute anche solo dalla nascita della legislatura ad oggi (se non da prima) ce ne sarebbe abbastanza non solo come minimo per chiederne le dimissioni, ma(va detto)addirittura per la sua messa in stato di accusa per golpismo e attentato alla Costituzione antifascista del 1948 e di quello che ne rimane (cioè nulla), si pensi alle dichiarazioni di La Russa sul 25 Aprile e le Fosse Ardeatine, gli atti razzisti e fascisti contro i migranti e coloro che protestano, il revisionismo storico, l'istigazione all'odio razziale di fatto dello stesso Lollobrigida e così via.
Sacrosante le proteste di questi giorni e molto importanti alcune dichiarazioni che riportiamo, cominciando dal magistrato Franco Roberti che su La Stampa afferma: "Nemmeno entro nel merito di Ciavardini sì o no. Il problema a questo punto è un altro. È quello di una presidente della commissione Antimafia che va contro le associazioni dei familiari delle vittime. Ha diviso un campo che deve restare unito...la commissione parlamentare Antimafia ha i poteri del magistrato penale. È una struttura delicatissima che ha ampi poteri investigativi, di cui il presidente è il motore. Inutile pensare che possano incidere più di tanto i vicepresidenti o il segretario. No, il motore della commissione è il presidente. E quindi il presidente dovrebbe godere, uso volutamente il condizionale, della stima unanime di tutti i commissari per il buon andamento dei lavori della commissione. Ciò al di là delle singole legittime posizioni politiche. Invece questa commissione parte zoppa..perché il sistema antimafia italiano si fonda su tre pilastri: quello giudiziario-investigativo; quello politico, di cui la commissione parlamentare è grande parte; infine il terzo pilastro è l'antimafia sociale. Di questa, sono elementi costitutivi le associazioni dei parenti delle vittime. Sono una parte indispensabile.
Perché loro operano nella società tutto il giorno e tutti i giorni, mica entrano in scena soltanto per le commemorazioni come facciamo con i nostri soliti stanchi rituali annuali. Che peso abbiano le associazioni ce lo insegnano don Ciotti e la sua 'Libera'. Incidono in profondità. Lo dico per la mia esperienza ormai ultratrentennale: le associazioni dei familiari delle vittime sono parti determinanti della struttura antimafia. Mettersi contro una richiesta esplicita delle associazioni per nominare a tutti i costi la Colosimo, che non conosco e non giudico, significa quindi mettersi contro una parte del sistema. È una scelta incredibilmente divisiva. Mi lasci dire che questa scelta di Giorgia Meloni è davvero incomprensibile. A meno che la premier non abbia voluto lanciare un segnale per noi indecifrabile, ma questo renderebbe lo scenario ancora più sconcertante” .
Roberti giustamente attacca anche le opposizioni e la loro scelta strumentale di non partecipare al voto sull'elezione della Colosimo: “Ai miei occhi è stata una scelta sbagliata. Sono molto amareggiato per questo finto Aventino. Non basta far mancare il proprio voto, oltretutto sapendo che non avrebbe impedito l'elezione della Colosimo perché la maggioranza aveva comunque i numeri. Se ti opponi davvero, non rientri finché ci sarà lei a presiedere ”.
Sempre su La Stampa l'ex magistrato Scarpinato, oggi senatore del M5S, ha affermato: “L'elezione della Colosimo non è un'impuntatura personale, ma una scelta di coerenza della premier. Io lo chiamo soccorso nero. E noi non solleviamo una polemica politica (?), ma una questione istituzionale... Meloni ha sempre proclamato fedeltà a Pino Rauti, fondatore di Ordine Nuovo, dalle cui fila sono usciti gli stragisti degli Anni 70. Ha partecipato a una manifestazione con Ciavardini e criticato la sentenza di condanna sulla strage di Bologna. Il deputato Mollicone ha ricordato in Parlamento il depistatore generale Maletti, definendolo 'uomo di Stato'. Ciavardini è uscito dal carcere grazie a Claudio Barbaro, attuale sottosegretario, e a sua volta ha fatto uscire dal carcere Cavallini... Dopo il fascismo c'è il neofascismo: implicato nella stagione delle stragi con ampie coperture istituzionali, ora è penetrato nello Stato, presidia la tolda di comando. È una lunga marcia. Prima per sovvertire la Costituzione, oggi per svuotarla... L'elezione della Colosimo interviene in un momento particolare. La Corte di Bologna ha appena condannato Bellini, neofascista di Avanguardia Nazionale, che nel 1992 era in contatto con gli esecutori della strage di Capaci e suggerì la strategia di colpire i beni artistici, come fatto nel 1974 da Massimiliano Fachini, leader di Ordine Nuovo a cui apparteneva Pietro Rampulla, artificiere di Capaci.
La sentenza di Bologna rivede il delitto Mattarella recuperando la matrice di destra eversiva, come sosteneva Falcone.
Stefano Delle Chiaie era a Palermo nel periodo delle stragi. Su questi temi dovrebbe misurarsi la commissione antimafia. Come potrà farlo con questa presidente? ”.
"La Colosimo è nata nel 1986. È anagraficamente distante ", afferma il giornalista Salvaggiulo: “Ma è imbevuta di questa solidarietà ideologica. E viene eletta non per un capriccio personale o debito di amicizia della premier, ma con una precisa missione ”.
"Quale? ” chiede il giornalista: “Costruire una contronarrazione revisionista e negazionista: le stragi sono opera solo di Riina, niente c'entrano massoneria, servizi segreti, neofascisti. Al massimo qualche imprenditore del Nord dagli affari sporchi” .
Salvaggiulo chiede se ci saranno conseguenze sulle indagini giudiziarie: “Devastanti. Immaginiamo come questa notizia sarà letta da personaggi come Graviano, al 41 bis, o Bellini, che attende il processo di appello per la strage di Bologna... Questa è gente che conosce i codici del potere meglio di me e lei. Il messaggio è chiaro: sul patto di fedeltà al fondatore di Ordine Nuovo si fonda il controllo di un'istituzione delicatissima. Crede che questo possa incoraggiare collaborazioni?. .. (ricordiamo che la figlia di Pino Rauti, Isabella, ex moglie dell'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è oggi senatrice di FdI e sottosegretario al Ministero della Difesa, guidato dal lobbista delle armi e cofondatore di Fdi, Guido Crosetto).
Per una statista, di fronte a una questione istituzionale l'amicizia recede. A meno che non sia lo schermo di una visione strategica, la rilegittimazione del neofascismo. Questa elezione ne è una tappa fondamentale. C'è un filo nero che si dipana ”.
Sono stato tra i promotori della petizione contro la nomina di Colosimo e ora posso soltanto dire che ritengo questo un vulnus per le istituzioni: eleggere una persona con questi trascorsi in una commissione così importante è assurdo ”, dice poi Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione Familiari vittime della strage di Bologna.
“Abbiamo scritto quella lettera al governo perché di Chiara Colosimo sono note le frequentazioni con il terrorista dei Nar Luigi Ciavardini e l'amicizia con la moglie”, premette Salvatore Borsellino che ieri, come Bolognesi, è stato chiamato al telefono dalle neo presidente dell'Antimafia.
Una nota della Cgil denuncia come nel giorno dell'anniversario della strage di Capaci, “abbiamo assistito a una pagina nera della lotta alla mafia. L'elezione alla presidenza della commissione Antimafia di Chiara Colosimo è un'offesa a tutte le vittime delle stragi di mafia e ai loro parenti e le forze di polizia hanno bloccato per motivi di ordine pubblico il corteo degli studenti, del movimento delle agende rosse, dei sindacati e delle associazioni ”.(ehm dunque cosa aspetta la CGIL anche per tutto questo a proclamare lo sciopero generale contro il governo?).
Fra l'altro tra i deputati e i senatori componenti la Commissione vi sono diversi indagati, come Francesco Silvestro, detto “il principe della notte” per la sua azienda che produce materassi , eletto al Senato con Forza Italia nel collegio Campania 1.
Giuseppe Castiglione, ex sottosegretario all’Agricoltura di Matteo Renzi, eletto alla Camera con Carlo Calenda, imputato per corruzione: è accusato di aver promesso assunzioni al Centro per richiedenti asilo di Mineo in cambio di voti.
Quindi Anastasio Carrà, deputato della Lega e sindaco di Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania: è accusato di delitto colposo contro la salute pubblica nel suo comune alle pendici dell’Etna, indagata per reati ambientali è pure la senatrice Musolino, ex assessora di Cateno De Luca a Messina, finita sotto inchiesta per la mancata bonifica dell’ex discarica di Portella Arena.
Sulla questione degli indagati la Colosimo ha glissato: “C’è differenza tra essere indagati e condannati. L’avviso di garanzia è a tutela del diritto di difesa. Non spetta a me giudicarli”.
Insomma è chiaro come il sole a mezzogiorno che ogni giorno che passa la permanenza a Palazzo Chigi della Meloni e di questo nero e filomafioso governo rappresentano una sciagura per il nostro popolo(e non solo) e non è possibile pensare di contrastarlo facendo affidamento in alcun modo sull'“opposizione” di cartone di PD e M5S.

31 maggio 2023