Il femminicidio di Giulia Tramontano non può essere preso a pretesto per attaccare il diritto all'aborto
La morte di Giulia Tramontano a Senago per mano del convivente Alessandro Impagnatiello è l'ennesimo femminicidio, il 17° per essere precisi dall'inizio dell'anno. Una media di 3 femminicidi al mese, e quasi tutti per opera degli ex partner. Il femminicidio è la più ripugnante espressione della concezione patriarcale e maschilista dei rapporti fra i sessi e della famiglia, che ispira e impregna il capitalismo e la cultura borghese e oggi vede nel governo neofascista Meloni il suo massimo rappresentante.
Ma quello di Giulia ha scatenato ancora più indignazione e commozione nell'opinione pubblica poiché la giovane era incinta al 7° mese. Uno “stato” che è stato preso a pretesto dalla destra neofascista per attaccare il diritto di aborto.
Il capo del Family Day
nonché consulente antidroga del governo Meloni, Massimo Gandolfini lo ha fatto sulle pagine de “La Verità” diretta da Maurizio Belpietro, asserendo che: “uccidere un feto può solo essere omicidio”. Il medico Gandolfini, fra l'altro uno dei primi medici in Italia a dichiararsi obiettore di coscienza, ha voluto precisare il suo punto di vista oscurantista e antifemminile sostenendo che: "l’essere umano è tale dal momento del concepimento, e come tale deve essere trattato"; "uccidere un essere umano - non importa se ha due o tre settimane di vita gestazionale - è sempre un omicidio". E infine ha rilanciato la proposta del senatore Maurizio Gasparri, che all'inizio della legislatura aveva presentato un "disegno di legge che riconosca la ‘personalità giuridica del concepito'".
Quello di Gandolfini è un esempio di quanto sia viscida e subdola e pericolosa la destra neofascista oggi al potere con la Meloni. Invece di attaccare quel maschilismo di cui è impregnata la destra patriottarda e fascistoide, rovescia la frittata per attaccare il diritto di aborto e tutti quei diritti civili e sociali che vanno contro la concezione borghese oscurantista, familista, antifemminile, omofoba e cattolica del regime neofascista imperante.
L'efferato femminicidio di Giulia non può essere preso a pretesto per attaccare il diritto di aborto che va anzi difeso con i denti oggi più che mai.
Il governo neofascista Meloni è nemico delle masse femminili, le vuole ricacciare in casa in linea col triste motto mussoliniano “dio, patria, famiglia”, private di ogni libertà di decisione e di lavoro, a occuparsi esclusivamente della famiglia, dei figli, degli anziani e dei malati, ridotte a fattrici della “razza italica”, in balia di partner violenti e vittime inermi dei femminicidi. Un'altra ragione perché dobbiamo liberarci al più presto del governo neofascista Meloni.
7 giugno 2023