La Sicilia all'ultimo posto per l'occupazione femminile
Seguono Campania, Calabria e Puglia
Nonostante la leggera ripresa registrata nel corso del 2022, passata dal 58,2% del 2021 al 60,1%, l'Italia resta in fondo alla classifica europea per l'occupazione tra i Paesi Ue e ben lontana dalla media Ue a 27 del 69,9%.
l’Italia è stata sorpassata anche dalla Grecia, che ha visto un miglioramento di 3,5 punti salendo al 60,7%, ed è il fanalino di coda della Ue sia per l’occupazione femminile al 51,1%, a quasi 14 punti dalla media Ue al 65%, sia per quella maschile al 69,2%, a fronte del 74,8% della media Ue.
A certificarlo sono le ultime tabelle Eurostat sull’occupazione che fra l'altro vedono la Sicilia, Campania, Calabria e Puglia nelle ultime quattro posizioni per quanto riguarda l'occupazione femminile.
In Sicilia, che occupa l’ultimo posto nella Ue, l’anno scorso solo il 30,5% delle donne tra i 15 e i 64 anni lavoravano (erano il 29,1 nel 2021) a fronte del 64,8% medio dell’area euro. Al penultimo posto la Campania (30,6%), poco più in su la Calabria (31,8%) e quart’ultima la Puglia con l’occupazione femminile al 35,4%.
In Italia l’unica area in cui si registra un'occupazione femminile più alta della media europea è la provincia di Bolzano con il 69% delle donne al lavoro, in aumento rispetto al 63,7% registrato nel 2021.
Secondo lo Svimez le condizioni di lavoro delle donne al Sud sono ulteriormente penalizzate dalla mancanza di servizi. Nel Mezzogiorno solo il 35,3% delle madri con figli in età prescolare lavorano rispetto al 64% del Centro-Nord. A livello nazionale il tasso medio di occupazione per donne con figli fino a 6 anni è del 53,9%, mentre sale al 60,5% quando i figli hanno da 6 a 17 anni.
Inoltre, segnala ancora lo Svimez, nelle famiglie italiane si registrano tassi di occupazione più elevati per i genitori che per i figli (67,8% contro il 56,1%), e il tasso di occupazione dei padri italiani è pari all’83,2% a fronte del 55,1% di quello delle madri, penalizzate appunto dalla carenza di posti negli asili nido, dagli elevati costi di accesso al servizio e dalla scarsa diffusione del tempo pieno nelle scuole dell’infanzia nel Mezzogiorno.
14 giugno 2023