Su l'uso di fondi del PNRR per inviare armi all'Ucraina
La Risoluzione dell'Ufficio politico del PMLI che approva la decisione del parlamento europeo che dà la possibilità agli Stati membri dell'Unione europea di inviare armi all'Ucraina pubblicata sullo scorso numero de “Il Bolscevico”, ha suscitato in alcuni lettori delle obiezioni. Le comprendiamo perché per i combattenti antimperialisti è dura accettare qualsiasi vicinanza con l'imperialismo americano e con la Nato. Inoltre perché non è facile sottrarsi alla propaganda demagogica e menzognera dei putiniani del “Fatto quotidiano” di Travaglio, Putin e Conte, a quella dei pacifisti cattolici e laici ispirati da papa Bergoglio e a quella dei partiti comunisti e dell'ex senatore del PRC Fosco Giannini al servizio del socialimperialismo cinese alleato con l'imperialismo russo, nonché alle iniziative insidiose di Michele Santoro, in sintonia con Berlusconi sulla guerra in Ucraina, come ha svelato in una recente trasmissione di 8 e mezzo, di Ugo Mattei e Moni Ovadia.
Tre le obiezioni che ci sono state mosse. La prima: le masse non capiscono questa presa di posizione del PMLI. C'è del vero in questa obiezione, ma questo non significa di per sé che la posizione del Partito sia errata e che non possa trovare consenso tra le masse, poiché le loro opinioni sulla guerra in Ucraina sono diverse. In base a un recente sondaggio commissionato da “Repubblica” il 50% degli intervistati si è dichiarato favorevole all'invio di armi all'Ucraina. Abbiamo quindi la possibilità, se ci sappiamo fare, di convincere i sinceri antimperialisti e i pacifisti in buona fede della giustezza della posizione del PMLI.
In ogni caso le posizioni del Partito non possono essere prese considerando esclusivamente l'orientamento corrente delle masse. Il Partito ha un ruolo educativo, ed è quindi suo compito fare seri, considerevoli e prolungati sforzi di propaganda per eliminare le idee errate diffuse tra le masse e convincere queste ad accettare le idee giuste. Senza demoralizzarsi se nell'immediato non siamo capiti. E da oltre cinquanta anni che seminiamo idee giuste ma ancora non sono state recepite dalle masse. Per questo dovremmo rinunciarvi? Ma allora addio Partito, addio rivoluzione, socialismo e potere politico del proletariato.
Il problema è che la nostra propaganda arriva solo a un piccolissimo numero di persone e non in tutto il territorio nazionale, in presenza di una situazione pre-marxista, che rende anzi difficile la penetrazione dei nostri messaggi e delle nostre proposte persino nella parte più avanzata del proletariato, degli anticapitalisti e degli antimperialisti. Ma se sapremo persistere nel lavoro di propaganda e di fronte unito migliorandolo alla fine saremo capiti dalle masse rivoluzionarie e avremo il consenso che ci meritiamo. Dobbiamo però essere noi marxisti-leninisti i primi a essere convinti della giustezza delle posizioni del Partito.
La seconda obiezione: È sbagliato usare per altri scopi fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) destinato alla ripresa economica dell'Italia. A parte che da questi fondi le masse riceveranno solo le briciole, c'è da considerare una questione politica fondamentale, quella della situazione militare in cui è giunta la guerra in Ucraina, la fase dello scontro tra i due eserciti che potrebbe portare o la vittoria dell'aggredito ucraino o la vittoria dell'aggressore russo. Il fattore determinante è costituito dal possesso di più e migliori armi.
Al Forum economico internazionale di San Pietrogrado il 16 giugno il nuovo zar Putin ha dichiarato: “La nostra industria della difesa sta guadagnando slancio ogni giorno. Nell'ultimo anno abbiamo aumentato la produzione militare di 2,7 volte. La nostra produzione delle armi più critiche è aumentata di dieci volte e continua a aumentare. Gli impianti lavorano in due e tre turni, e alcuni sono impegnati 24 ore su 24”.
La Russia è quindi armata fino ai denti, e riceve armi dall'Iran, dal socialimperialismo cinese e dagli altri suoi alleati. Stante questa situazione chi sta dalla parte dell'Ucraina non può non fare di tutto per dare ad essa tutte le armi che le occorrono per non soccombere e per liberarsi dell'invasore e occupante russo. Anche a costo di far fare dei sacrifici alle masse? È doloroso ma è impossibile evitarlo, in nome della causa antimperialista, che è nell'interesse di tutti i popoli del mondo, compreso quello italiano.
Per i marxisti-leninisti italiani l'Internazionalismo proletario non è una parola vuota, ma un imprescindibile dovere antimperialista che ci impone di educare il nostro popolo nello spirito dell'internazionalismo proletario, come hanno fatto Lenin, Stalin e Mao nei confronti dei rispettivi popoli.
Il governo neofascista Meloni al momento ha dichiarato che non utilizzerà fondi del PNRR per inviare armi all'Ucraina. Speriamo che mantenga questa posizione, qualora dovesse cambiare idea proporremo di non toccare quei fondi e di prendere le risorse che le occorrono per inviare armi all'Ucraina dalla montagna di soldi destinati al Ponte di Messina e varando una patrimoniale. Comunque andrebbero esclusi dai sacrifici i poveri, i precari, i disoccupati e le masse alluvionate dell'Emilia-Romagna, le quali anzi devono essere risarcite immediatamente dai danni subiti.
La terza obiezione: L'approvazione della decisione del parlamento europeo ci “accomuna troppo” all'imperialismo dell'Ovest. Non è così perché siamo già “accomunati” con tale imperialismo, dal momento stesso in cui, attraverso il comunicato dell'Ufficio stampa del PMLI redatto personalmente dal Segretario generale del PMLI compagno Giovanni Scuderi qualche ora dopo l'aggressione della Russia all'Ucraina, ci siamo schierati con la Resistenza ucraina. Quindi la condivisione del PMLI alla decisione del parlamento europeo non aggiunge nulla all'atteggiamento del PMLI verso l'imperialismo dell'Ovest. Costituisce solo una conseguenza logica e coerente della precedente decisione dell'Ufficio politico sulla necessità dell'invio di armi all'Ucraina.
Questo non vuol dire affatto avere la stessa posizione dell'imperialismo dell'Ovest, compreso l'Ue e la Nato. E lo abbiamo spiegato più volte su “Il Bolscevico”. Il PMLI ha le sue motivazioni e i suoi obiettivi, che sono diversi e opposti a quelli degli imperialisti che sono al fianco dell'Ucraina.
Non è la prima volta nella storia che i marxisti-leninisti si trovano a combattere assieme a degli imperialisti una battaglia comune. Basti pensare all'Urss di Stalin che nella seconda guerra mondiale si alleò organicamente con gli imperialisti americani, inglesi e altri per sconfiggere il nazi-fascismo.
Speriamo che i combattenti antimperialisti, che ringraziamo per aver esposto francamente le loro obiezioni, capiscano e condividano le ragioni del PMLI. La strategia è quella di sempre, le tattiche particolari variano e si aggiornano secondo le circostanze e le necessità. Quello che conta è centrare l'obiettivo. Nel caso che abbiamo trattato è la vittoria dell'Ucraina.
21 giugno 2023