Genova
Saranno i grandi capitalisti e la cementificazione a guadagnare dalla nuova diga. Non certo i genovesi
Dal corrispondente dell'Organizzazione della provincia di Genova del PMLI,
Nella città di Genova, sono tanti i soldi che vengono investiti, per fare funzionare (economicamente) una città che ormai cade sempre più nel degrado e dove le masse popolari sono state totalmente abbandonate. Specialmente vengono investiti soldi nel turismo e attività legate al trasporto, in particolare sul porto.
E arriviamo al nuovo progetto speculativo e mafioso finanziato coi soldi del Pnrr dell'UE imperialista, che sarà affidato a "Webuild", ed è firmato dai burattini della Lega, il sindaco Bucci e il presidente della regione Liguria Toti: Si tratta di (ri) costruire una nuova diga, sì, perché già c'è una diga, ma non permette alle navi mercantili e da crociera più grosse di attraccare, essendo la diga molto vicina alle banchine.
Quindi il progetto è di costruire una nuova diga, più a largo, che sostituirà la vecchia, in modo da permettere così a Genova di diventare un "hub logistico per il commercio in Europa". Non è bastata quella che ha soffocato la terraferma, ora siamo davanti alla mostruosa cementificazione del mare prospiciente la città della Lanterna.
La diga ha come funzione, quella di proteggere il porto dal moto ondoso, così da permettere una perfetta navigabilità e fare passare quindi le navi più grosse. Sarà profonda 50 metri, lunga 6.200 metri (nella "fase finale") e saranno usati 7 milioni di tonnellate di materiale roccioso, sul quale verranno posizionati i prefabbricati in cemento armato, che formeranno la diga vera e propria. I lavori saranno divisi in due fasi per l'appunto: la prima fase: si prevede venga finita nel 2026 e la seconda fase verrà conclusa nel 2030.
Vediamo ora le contraddizioni e tutti gli angoli bui di questo progetto, anche se alcuni già sono ben evidenti: la prima è senza dubbio l'inutilità di questa mega opera, anche se porta un vantaggio, è minimo, ed è negli esclusivi interessi dei grandi capitalisti e dell'UE, farà cadere Genova ancora più nel degrado, perché darà ancora più importanza al porto, al trasporto di merci e al turismo: la situazione di adesso amplificata per 5.
C'è da considerare anche che sotto c'è lo zampino della Lega, e che quindi non è da trascurare il fattore malavitoso dell'opera, a favore della costruzione senza controllo di opere inutili e persino pericolose, come il ponte sullo stretto di Messina.
Il terzo problema principale, è quello del fattore ambientale; nonostante numerosi dati raccolti sul rischio di uno tsunami c'è che quei 7 milioni di tonnellate di ghiaia e quasi cento cassoni in cemento armato possano determinare l'accumulo di sedimenti e l'innesco di frane in corrispondenza delle testate dei canyon, come avvenne a Gioia Tauro nel 1977 e a Nizza nel 1979 in occasione della costruzione di un aeroporto, dove queste onde tsunami per la stessa dinamica, causarono molti danni, nonché morti e feriti. Ma secondo il ministro dell'Ambiente, non ci sarebbe nessun rischio di tsunami, ma nell'articolato e impreciso blocco di analisi e dati sulla questione di 200 pagine sull'argomento, del Ministero, risulta secondo il CNR (Consiglio nazionale delle ricerche, massimo ente pubblico di ricerca scientifica) che i dati raccolti per redigere il progetto sono insufficienti, mettendo in primis in luce l'aspetto più preoccupante, i canyon sottomarini che secondo le "autorità competenti" distano 4 km da dove sorgerà la diga, mentre secondo il CNR solo 1,5 km; si denuncia quindi la superficialità delle analisi.
Inoltre, sempre secondo il CNR, l'intera area di monitoraggio non è conforme con quella indicata dalla prescrizione. L'area proposta è circoscritta alle sole testate dei canyon in considerazione della distanza dell'Opera, della pendenza e della presunta stabilità del fondale ma non è supportata da "dati morfo batimetrici e la stabilità del fondale non è desumibile dei dati batimetrici utilizzati."
Riassumendo, quei blocchi di fogli super impietosi e articolati che il Ministero dell'Ambiente e tecnici hanno rilasciato per "certificare" la sicurezza e la rinnovabilità del progetto, sono secondo gli stessi tecnici sperimentali: "il modello geologico presentato appare tuttora non del tutto congruo e idoneo a evidenziare tutti i potenziali elementi morfologici, stratigrafici e strutturali noti in lettura; che possono concorrere e incrementare le pericolosità geologiche in cui la medesima diga di progetto sarà esposta".
In tutta questa vicenda il Ministero rinuncia a formulare precise e vincolanti condizioni alla impresa di costruzione, rinuncia al monitoraggio delle procedure in corso d'opera del progetto e dimostra di essere subalterna e consenziente verso le analisi e i rilievi presentati da Webuild.
Ma questo rebus non preoccupa affatto, il ministero, e forte delle garanzia di un regime speciale per le opere PNRR, ripropone testualmente le prescrizioni del CNR tralasciando sul fatto che potrebbero decretare la dannosità dei lavori fin qui effettuati.
Evidentemente poiché una gran parte dell'opera sarà sott'acqua e dunque invisibile agli occhi della popolazione, i cementificatori del porto di Genova sperano nella cecità involontaria della stessa popolazione di fronte al progetto, che invece risulterà come un mostruoso serpente di cemento che rovinerà irrimediabilmente il golfo di Genova.
28 giugno 2023