Due manifestazioni a Genova per ricordare la rivolta antifascista del 1960
Bisogna ricercare la più ampia unità per lottare contro i fascisti di oggi che sono al governo
Dal corrispondente dell’Organizzazione della provincia di Genova del PMLI
In occasione della ricorrenza dei fatti del 30 giugno 1960, quando Genova scese in piazza per opporsi alla decisione di svolgere qui il congresso nazionale dei fascisti del MSI, come ogni anno, hanno sfilato ANPI, CGIL e altri.
Il corteo è stato abbastanza partecipato ed è partito a Piazza della Vittoria, sulle 500, portando in piazza le posizioni della CGIL e ANPI; sulla difesa della Costituzione ma in modo particolare dando importanza alla memoria e all'attualità della Resistenza al fascismo. Il corteo si è fermato al ponte monumentale per depositare la corona d'alloro per i 1.863 caduti partigiani e ai 2.250 deportati morti nei campi di concentramento.
Nella stessa giornata in orario diverso c’è stato un altro corteo, organizzato da Genova Antifascista, che ha accolto diverse realtà al suo interno: alcuni lavoratori di USB, OSA, cambiare rotta, UDS, PRC, CALP e molti militanti di queste realtà provenienti da città vicine, come La Spezia. Questo corteo è partito da piazza Alimonda (cioè piazza Carlo Giuliani) e contava anch'esso qualche centinaio di partecipanti. Molti cori e slogan antifascisti e striscioni colorati. Il corteo comunque è nato sotto la guida di una concezione settaria e in definitiva ultrasinistra, in un contesto come quello antifascista che dovrebbe essere il più unito possibile.
Si sono susseguite azioni, definite “le più incisive possibili”, come lo strappo di alcune bandiere a piazza delle Americhe, sotto banche e multinazionali, dove sono state issate la bandiera dell'URSS e di Genova Antifascista mentre veniva bruciata la bandiera degli USA. Molti fumogeni e infine a Piazza De Ferrari spettacolo con fuochi d'artificio e la canzone "Stalingrado". Diverse scritte su cartelli appesi in giro e scritte per terra contro guerra e carovita.
Nonostante la combattività dei giovani antifascisti, la mancanza di unità con ANPI e CGIL è da criticare, specialmente in un contesto antifascista, che pure dovrebbe accogliere gli anarchici stessi. Non si può pensare di abbattere il governo neofascista Meloni (o per la CGIL “difendere la Costituzione”) senza la più larga unità dei lavoratori e degli antifascisti.
Va poi rilevato che a livello ideologico Genova Antifascista si è mostrata come in precedenza filo putiniana e dalla parte dell'aggressione russo, con due bandiere delle repubbliche del Donbass nel corteo.
La peculiarità che è la più grande delle tristi verità della manifestazione, è che sì, erano in piazza tanti antifascisti, ma quasi tutti militanti. E le masse? Non c'erano. Questo indica chiaramente i difetti di questo movimento egemonizzato dagli ultrasinistri.
5 luglio 2023