Vertice di Vilnius
La NATO si prepara ai nuovi conflitti militari per l'egemonia mondiale
Considera la Cina una "sfida sistemica", la Russia "la minaccia più significativa", il terrorismo "la minaccia asimmetrica più diretta". Istituto il Consiglio Nato-Ucraina per l'adesione di questo Paese all'Alleanza Atlantica. Dichiarato il sostegno alla Formula di pace dell'Ucraina. Scudo del G7 all'Ucraina. Zelensky soddisfatto
Meloni invoca un ruolo centrale dell'Italia nel Mediterraneo
Come andiamo scrivendo da tempo la criminale invasione neozarista russa dell’Ucraina oltre che a provocare morte e distruzione, a dare il colpo di grazia al diritto internazionale già da tempo a brandelli, è riuscita a rinvigorire e a far ringalluzzire l’Alleanza militare principe dell’imperialismo occidentale a guida USA, che ultimamente aveva dovuto incassare cocenti sconfitte in Medioriente e Africa, concretizzatesi con la fuga dall’Afghanistan del 2021. Di fatto la NATO, in allargamento ai confini russi, si prepara ai nuovi conflitti militari per l’egemonia mondiale e l’11 e 12 luglio lo ha detto chiaramente al vertice di Vilnus in Lituania. Tutto scritto nero su bianco nel comunicato finale che non lascia dubbi interpretativi. Se la superpotenza cinese è “una sfida sistemica”, la Federazione Russa è la “minaccia più significativa e diretta” alla sicurezza degli alleati e alla pace e stabilità nell’area euro-atlantica, e il terrorismo, ossia i movimenti antimperialisti islamici, in tutte le sue forme e manifestazioni, è la “minaccia asimmetrica” più diretta alla sicurezza dei nostri cittadini e alla pace e alla prosperità internazionali.
Pronti alla guerra per l’egemonia mondiale
“La deterrenza e la difesa sono al centro dell’Alleanza, sostenuta dall’articolo 5 del Trattato di Washington e da un duraturo legame transatlantico” si legge infatti nel comunicato finale dell’11 luglio. “Stiamo modernizzando la NATO per una nuova era di difesa collettiva. Siamo uniti nel nostro impegno e nella nostra determinazione a prevalere contro qualsiasi aggressore e difendere ogni centimetro del territorio alleato.
Guidati dalle nostre decisioni sovrane, e in risposta alle minacce che affrontiamo, rimaniamo vigili e restiamo uniti nella solidarietà assicurando una presenza sostanziale e persistente delle nostre forze militari in tutta l’Alleanza a terra, in aria e in mare, in linea con il nostro approccio a 360 gradi. La posizione di deterrenza e difesa della NATO si basa su un’adeguata combinazione di capacità di difesa nucleare, convenzionale e missilistica, integrate da capacità spaziali e informatiche. È difensivo, proporzionato e pienamente in linea con i nostri impegni internazionali. Impiegheremo strumenti militari e non militari in modo proporzionato, coerente e integrato per rispondere a tutte le minacce alla nostra sicurezza nei modi, nei tempi e nel dominio di nostra scelta. In risposta a un ambiente di sicurezza radicalmente mutato, stiamo rafforzando la difesa collettiva della NATO, contro tutte le minacce, da tutte le direzioni”.
Per questo, continuano i 31 leader dell’Alleanza imperialista occidentale: “Non possiamo escludere la possibilità di un attacco contro la sovranità e l’integrità territoriale degli alleati. Dal 2014, e in particolare al vertice di Madrid del 2022, abbiamo preso decisioni per rafforzare la nostra posizione e stabilire una chiara traiettoria per un adattamento militare accelerato. Oggi abbiamo concordato misure significative per migliorare ulteriormente la deterrenza e l’assetto difensivo della NATO in tutti i settori, compreso il rafforzamento delle difese avanzate e la capacità dell’ Alleanza di rafforzare rapidamente qualsiasi alleato minacciato. Attueremo pienamente queste misure e negheremo a qualsiasi potenziale avversario ogni possibile opportunità di aggressione”. Per questo altresì la NATO ha deciso di istituire “una nuova Forza di reazione alleata multinazionale e multidominio, che fornirà più opzioni per rispondere rapidamente alle minacce e alle crisi in tutte le direzioni. Ci impegniamo a fornire le forze e le capacità necessarie in pieno”.
Insomma “In base ai nostri nuovi piani, la NATO mira a disporre di 300.000 truppe ad alta prontezza, compresa una notevole potenza aerea e navale”. Lo ha dichiarato il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, durante la conferenza stampa tenuta alla fine della prima giornata di lavori del vertice di Vilnius. Stoltenberg ha anche spiegato che “gli alleati hanno approvato i piani di difesa più completi dalla fine della Guerra Fredda” con l'obiettivo di contrastare le due principali minacce che la NATO si trova ad affrontare, ovvero “Russia e terrorismo”.
La sfida “sistemica” del socialimperialismo cinese
Lo spazio riservato a Pechino nel documento finale del vertice di Vilnus è senza precedenti. La Cina viene infatti citata ben 15 volte, ancora più del 2022, quando la Repubblica popolare fu identificata per la prima volta come una “sfida sistemica”. Termine che non cambia, ma che viene corredato da una serie di accuse. “Le ambizioni dichiarate e le politiche coercitive della Repubblica popolare cinese (RPC) - si legge nel documento NATO - sfidano i nostri interessi, la nostra sicurezza e i nostri valori. Rimaniamo aperti a un impegno costruttivo con la Repubblica popolare cinese, anche per creare trasparenza reciproca, al fine di salvaguardare gli interessi di sicurezza dell’Alleanza. Continuiamo a confrontarci con minacce informatiche, spaziali, ibride e altre minacce asimmetriche e con l’uso dannoso di tecnologie emergenti e dirompenti”. I leader NATO sostengono che la Cina utilizza “un’ampia gamma di strumenti politici, economici e militari per aumentare la sua influenza globale e la proiezione del suo potere”. E viene accusata di “operazioni ibride e informatiche dannose, retorica conflittuale e disinformazione” che metterebbero a rischio la sicurezza dell’Alleanza. Non solo. La Cina cercherebbe di “sovvertire l’ordine internazionale basato sulle regole, anche su spazio e mari”. Si critica anche la “rafforzata partnership strategica tra Russia e Cina”, intimata a “condannare l’aggressione dell’Ucraina e ad astenersi dal supportare lo sforzo bellico di Mosca, smettendo di amplificarne la falsa narrativa”. Nessuna menzione esplicita di Taiwan, citata però in conferenza stampa da Jens Stoltenberg, il quale ha sottolineato che la Cina “non è un avversario” e che la NATO resta aperta a una “cooperazione costruttiva”.
Distinguo di facciata che non bastano a Pechino. Il portavoce del ministero degli esteri, Wang Wenbin, ha dichiarato che il comunicato di Vilnius “distorce la realtà ed è infarcito di mentalità da guerra fredda e pregiudizi ideologici”. La NATO viene accusata di espansionismo. Nel mirino la partecipazione al summit di Giappone e Corea del sud, sempre più coinvolte nei meccanismi dell’Alleanza. “L’espansione verso est non farà altro che fomentare le tensioni regionali, scatenare il confronto tra blocchi e persino una nuova guerra fredda”, sostiene Wang. Tesi amplificata dai media di stato, dal Quotidiano del Popolo all’ultranazionalista Global Times: “Ovunque vada la NATO, è probabile che scoppino guerre”.
Secondo il comunicato della NATO dell’11 luglio, altresì, i 31 leader hanno accolto “con favore il contributo dei nostri partner nella regione dell'Asia-Pacifico – Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea – alla sicurezza nell'Euro-Atlantico, compreso il loro impegno a sostenere l'Ucraina”. Insomma, la NATO ha ribadito le sue preoccupazioni per le ambizioni cinesi e ha in tal senso rinsaldato i propri legami con Corea del Sud, Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Si tratta di una presa di posizione molto importante, per quanto si siano registrati anche degli attriti interni. Stando a quanto riferito dal quotidiano Nikkei poco prima del vertice, la Francia si sarebbe infatti opposta alla proposta, avanzata da Stoltenberg, di aprire un ufficio della NATO a Tokyo. Sembrerebbe, in particolare, che l’Eliseo non volesse compromettere i propri legami con la Repubblica popolare cinese.
La Russia neozarista la “minaccia più significativa”
“La pace nell’area euro-atlantica è stata infranta. La Federazione Russa ha violato le norme e i principi che hanno contribuito a un ordine di sicurezza europeo stabile e prevedibile. La Federazione Russa è la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza degli alleati e alla pace e stabilità nell’area euro-atlantica”. Così la NATO contro l’imperialismo neozarista russo. L’aggressione all’Ucraina è stata la goccia finale, perché, si legge ancora nel comunicato di Vilnus, “La Russia ha aumentato la sua presenza militare multidominio nelle regioni del Mar Baltico, del Mar Nero e del Mediterraneo e mantiene significative capacità militari nell’Artico. La posizione più assertiva della Russia, le nuove capacità militari e le attività provocatorie, anche vicino ai confini della NATO, così come le sue esercitazioni rapide e senza preavviso su larga scala, continuano a minacciare la sicurezza dell’area euro-atlantica. Nell’estremo nord, la sua capacità di interrompere i rinforzi alleati e la libertà di navigazione attraverso il Nord Atlantico è una sfida strategica per l’Alleanza”. Altresì “La Russia sta modernizzando le sue forze nucleari, comprese le sue grandi scorte di armi a raggio d’azione, ed espandendo i suoi nuovi e dirompenti sistemi di consegna a doppia capacità. È inaccettabile che la Russia utilizzi tali sistemi a doppia capacità per attaccare i civili e le infrastrutture civili critiche in Ucraina. Condanniamo l’annunciata intenzione della Russia di dispiegare armi nucleari e sistemi a capacità nucleare sul territorio bielorusso, il che dimostra ulteriormente come le ripetute azioni della Russia minano la stabilità strategica e la sicurezza generale nell’area euro-atlantica. Condanniamo la retorica nucleare irresponsabile della Russia e la segnalazione nucleare coercitiva”.
Il terrorismo “la minaccia asimmetrica più diretta”
“Il terrorismo”, ossia i movimenti antimperialisti islamici, “in tutte le sue forme e manifestazioni, è la minaccia asimmetrica più diretta alla sicurezza dei nostri cittadini e alla pace e alla prosperità internazionali. Le minacce che affrontiamo sono globali e interconnesse”. Pertanto per la NATO “Contrastare il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni è essenziale per la nostra difesa collettiva. Il ruolo della NATO nella lotta contro il terrorismo contribuisce a tutti e tre i compiti fondamentali dell’Alleanza ed è parte integrante dell’approccio a 360 gradi dell’Alleanza alla deterrenza e alla difesa. Gli alleati continueranno a combattere questa minaccia con determinazione, determinazione e solidarietà. Come parte di uno sforzo più ampio per rispondere meglio collettivamente a questa minaccia, svilupperemo ulteriormente le capacità degli alleati e continueremo a impegnarci con la Coalizione globale per sconfiggere Daesh e con i paesi partner al fine di sostenere i loro sforzi e aiutarli a costruire la loro capacità di contrastare il terrorismo. La NATO continuerà inoltre a impegnarsi, se del caso, con altri attori internazionali per garantire valore aggiunto e complementarità”. In particolare perché “Le organizzazioni terroristiche – continua il comunicato finale NATO - minacciano la sicurezza delle nostre popolazioni, forze e territorio. Hanno ampliato le loro reti, migliorato le loro capacità e investito in nuove tecnologie per migliorare la loro portata e letalità. Continueremo a scoraggiare, difendere e rispondere alle minacce e alle sfide poste dai gruppi terroristici, sulla base di una combinazione di misure di prevenzione, protezione e negazione”.
Per i leader NATO “La concorrenza strategica, l’instabilità pervasiva e gli shock ricorrenti definiscono il nostro ambiente di sicurezza più ampio. I conflitti, la fragilità e l’instabilità in Africa e nel Medio Oriente incidono direttamente sulla nostra sicurezza e su quella dei nostri partner”. Il comunicato ha così citato anche il fianco meridionale della NATO. “Il Medio Oriente e l'Africa sono regioni di interesse strategico”, si legge. “Aumenteremo inoltre il nostro raggio d'azione presso le organizzazioni regionali pertinenti, tra cui l'Unione africana e il Consiglio di cooperazione del Golfo”, recita ancora il documento, mettendo inoltre nel mirino il sostegno dell’Iran alla Russia.
Sostegno all’Ucraina
I 31 leader NATO hanno ribadito il sostegno all’Ucraina. “Accogliamo – si legge - con favore il forte sostegno dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite agli sforzi per promuovere una pace globale, giusta e duratura in Ucraina. Accogliamo con favore e sosteniamo l’impegno del Presidente Zelensky nello stabilire i principi per tale pace attraverso la sua Formula di pace. Siamo impegnati a raggiungere una pace giusta e duratura che sostenga i principi della Carta delle Nazioni Unite, in particolare la sovranità, l’integrità territoriale e l’indipendenza. Sottolineiamo che ciò non può essere realizzato senza il ritiro completo e incondizionato della Russia. Sebbene abbiamo invitato la Russia a impegnarsi in modo costruttivo in negoziati credibili con l’Ucraina, la Russia non ha mostrato alcuna sincera apertura a una pace giusta e duratura”.
Altresì “La sicurezza dell’Ucraina è di grande importanza per gli alleati e l’Alleanza. Per sostenere l’ulteriore integrazione dell’Ucraina con la NATO, oggi abbiamo concordato un pacchetto sostanziale di sostegno politico e pratico ampliato. Abbiamo deciso di istituire il Consiglio NATO-Ucraina, un nuovo organismo congiunto in cui alleati e Ucraina siedono come membri alla pari per promuovere il dialogo politico, l’impegno, la cooperazione e le aspirazioni euro-atlantiche dell’Ucraina per l’adesione alla NATO. Fornirà consultazioni, processi decisionali e attività congiunti e fungerà anche da meccanismo di consultazione in caso di crisi tra la NATO e l’Ucraina”.
Sull’ingresso di Kiev nella NATO, l’Alleanza atlantica ha formulato la speranza che l’ammissione possa avvenire in futuro, ma per il momento non ha inoltrato alcun invito formale all’Ucraina. “Abbiamo riaffermato che l'Ucraina diventerà un membro della NATO e abbiamo concordato di rimuovere il requisito per un piano d'azione per l'adesione”, ha affermato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. “Non c'è una timeline per il processo d'ingresso nella NATO, si basa sul raggiungimento delle condizioni, è sempre stato così”, ha aggiunto. “Saremo in grado di estendere un invito all'Ucraina ad aderire all'Alleanza quando gli alleati saranno d'accordo e le condizioni saranno soddisfatte”, si legge inoltre nel comunicato dell’11 luglio.
Il G7 ha confermato e potenziato il proprio sostegno militare a Kiev. Parallelamente al comunicato del secondo giorno di vertice NATO, infatti, i leader del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti) hanno pubblicato una dichiarazione in cui si impegnano a fornire “garanzie di sicurezza a lungo termine” a Kiev, anche nel caso si ripeta un’aggressione al Paese.
"Stiamo tornando a casa con un buon risultato per il nostro Paese. Un buon rafforzamento di armi": lo ha scritto scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al termine del vertice della Nato: "È molto importante: per la prima volta dall'indipendenza, abbiamo costituito una base di sicurezza per l'Ucraina nel suo cammino verso la Nato. Si tratta di garanzie di sicurezza concrete, confermate dalle sette principali democrazie del mondo. Mai prima d'ora abbiamo avuto una tale base di sicurezza, e questo è il livello del G7". E aggiunge: "Per la prima volta, non solo tutti gli alleati sono d'accordo su questo punto, ma una maggioranza significativa nell'Alleanza sta spingendo con forza per questo. Mai prima d'ora le parole 'siete uguali tra pari' per l'Ucraina (pronunciate) da parte di altri membri della Nato sono state così significative”.
Alla soddisfazione di Zelensky si è unita quella della Meloni, che ha sottolineato tra l’altro la maggiore attenzione al fianco meridionale espressa dall’Alleanza atlantica a Vilnus. Una “buona notizia per l’Italia”, che può ambire a ricoprire in questo contesto un ruolo di leadership, volto soprattutto alla “stabilizzazione” del Nord Africa. D'altronde, che il peso dell’imperialismo italiano stia crescendo in seno all'Alleanza è testimoniato non solo dalla rivendicazione di un ruolo centrale nel Mediterraneo, ma anche dal fatto che Biden ha invitato Giorgia Meloni alla Casa Bianca il 27 luglio.
Così come sull’impegno delle spese militari di ciascun membro NATO al 2% del Pil, che verrà interpretato flessibilmente, la premier Meloni ha dichiarato che si deve in particolare “tenere conto della progressione, della sostenibilità e della responsabilità e della partecipazione al funzionamento dell’Alleanza che ogni alleato assume”, ricordando che l’Italia è il principale contributore in termini di presenza nelle missioni di pace, con quasi 3 mila uomini impegnati.
19 luglio 2023