Intesa antimigranti Italia e Ue con la Tunisia
Una cortina di ferro antimigranti sigillerà i confini esterni della Ue
Il 16 luglio Italia e Unione europea hanno firmato un memorandum di intesa con la Tunisia retta dal golpista Kais Saied che ha come principale tema quello del contenimento migratorio da parte del governo tunisino in cambio di considerevoli aiuti economici dell'UE alla stessa Tunisia. Insomma la Ue decide di sigillare i suoi confini esterni con una cortina di ferro antimigranti, esattamente come va invocando da sempre la neofascista Meloni.
L’accordo è stato firmato durante la visita congiunta a Tunisi del presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, del capo del governo olandese, Mark Rutte, e del presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e la sua efficacia è stata solennemente ribadita da Saied a Roma il 23 luglio, durante la Conferenza internazionale sulla migrazione, nella quale erano presenti i capi di governo di quasi tutti i Paesi arabi – sia di quelli del Medio Oriente sia di quelli dell'Africa settentrionale – e di tutti gli Stati europei di primo approdo, mentre l'Africa nera, dalla quale partono la stragrande maggioranza dei migranti verso l'Africa settentrionale e quindi verso l'Europa, era troppo poco rappresentata.
E non è certo un caso che l'Africa nera fosse rappresentata poco, perché i Paesi dell'Unione Europea che si affacciano sul mediterraneo preferiscono avere interlocutori come il tunisino Kais Saied, che tra febbraio e marzo di quest'anno ha lanciato una serie di esplicite invettive di stampo razzista contro i neri africani, da lui accusati di tentare una vera e propria sostituzione etnica ai danni della popolazione caucasica della Tunisia, che è araba e berbera: ricordando che il ministro dell'Agricoltura italiano Francesco Lollobrigida aveva in aprile usato gli stessi, identici concetti utilizzati da Saied oltre un mese prima, sembra proprio che ci sia sintonia tra europei e nordafricani sul fatto che i neri africani vadano tenuti lontano dalle rispettive frontiere.
Il memorandum con la Tunisia prevede da parte della UE lo stanziamento di 150 milioni di euro a sostegno del bilancio tunisino e di 105 milioni come supporto al controllo delle frontiere, ma lo stesso Saied non ha fatto mistero di volere più soldi in merito al supporto del controllo delle frontiere, controllo che significa chiaramente – alla luce di quanto ha affermato lo stesso Saied tra febbraio e marzo – ricacciare i rifugiati e migranti neri nel deserto e deportarvi quelli che sono riusciti a raggiungere le coste tunisine.
Insomma, la Ue e l'Italia della Meloni vogliono fermare sulle coste tunisine i flussi migratori che giungono dall'Africa nera, e in cambio si impegnano a chiudere tutti e due gli occhi sul pugno di ferro che Saied userà certamente nel suo Paese contro i neri africani, non esitando a mobilitare la popolazione caucasica araba e berbera contro i neri africani.
Il modello di accordo della UE con la Tunisia – ossia un modello di accordo che prevede di fornire a un paese terzo delle risorse finanziarie aggiuntive in cambio di un maggiore impegno nel controllo e nella gestione dei movimenti migratori verso l’Europa – è una copia esatta di quello stipulato dalla UE con la Turchia di Erdogan del 2016 e di quello stipulato dall'Italia con la Libia nel 2017: in entrambi i casi le rispettive autorità hanno creato dei veri e propri campi di concentramento nei loro territori dove rinchiudono i rifugiati e i migranti che ivi giungono, in totale disprezzo di qualsiasi normativa internazionale posta a tutela di rifugiati e migranti.
Che la Tunisia violi pesantemente i diritti fondamentali in tema di migranti, e che la UE ne sia perfettamente al corrente, è del resto dimostrato dal fatto che la firma dell’accordo sia avvenuta proprio nei giorni in cui veniva documentato il respingimento collettivo in Libia da parte delle autorità tunisine di oltre mille neri africani, abbandonati nel deserto oltre il confine in condizioni degradanti e senza che le autorità libiche dimostrassero il minimo interesse.
Tutto ciò è inaccettabile per i democratici e gli antirazzisti tunisini come l'Ong Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes) che ha organizzato a Tunisi, tra il 20 e il 21 luglio, un controvertice dal titolo 'Incontro dei popoli contro le politiche migratorie europee disumane e in solidarietà con i migranti' che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle organizzazioni della società civile tunisina, nordafricana e africana, nonché di movimenti civili e giovanili locali. Nell'ambito del controvertice si sono svolti interventi, dibattiti, una serata culturale e una marcia di solidarietà che ha sfilato per le vie di Tunisi. Hanno partecipato rappresentanti della società civile, dei sindacati e dei movimenti sociali e civili provenienti da Tunisia, Algeria, Libia, Marocco, Niger, Mali ed Europa, ed è significativo il fatto che numerosi migranti provenienti dall'Africa nera hanno preso la parola parlando dei loro problemi. Erano presenti all'evento anche tutte le ONG tunisine, che si sono schierate compatte contro l’accordo.
“Questo memorandum - ha sottolineato sui social Romdhane Ben Amor, portavoce del Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes) - permetterà alla Tunisia di svolgere il ruolo di custode e carceriere, di diventare una fortezza per contenere coloro che non sono graditi secondo le politiche migratorie europee (pattumiera delle politiche migratorie europee) e di servire solo gli interessi economici europei, consacrando l’assenza del principio di uguaglianza nel diritto alla mobilità”.
Anche in altri Paesi, in entrambe le sponde del Mediterraneo e nel cuore dell'Europa, gli antirazzisti si sono mobilitati insieme ai tanti attivisti e alle Ong che ormai da decenni si battono per i diritti e la dignità dei migranti: “siamo in un’era oscura - ha commentato d'altra parte il presidente della Ong tedesca Sea Eye riguardo al memorandum - un’epoca in cui dovremo lottare ancora per il significato e l’importanza dei diritti umani”.
Nonostante il memorandum, è certo che una larga parte della società civile prende nettamente le distanze dalle farneticanti e deliranti parole espresse – tanto per fare due esempi sopra ricordati – dal tunisino Kais Saied e dall'italiano Francesco Lollobrigida, che in nome della salvaguardia etnica e razziale dei rispettivi popoli hanno paventato la sostituzione razziale e per questo motivo hanno dichiarato apertamente guerra ai migranti, che hanno il solo torto di sfuggire alla fame, alle guerre e a condizioni di vita divenute non più tollerabili.
26 luglio 2023