Più di 26mila interruzioni del Reddito di cittadinanza a Napoli
Migliaia in piazza contro la “social card” della Meloni
il ministro di polizia piantedosi risponde con i manganelli
Redazione di Napoli
Lunedì 28 agosto migliaia di napoletani sono scesi in piazza per ribadire il loro No all’abolizione del Reddito di cittadinanza e alla sua sostituzione con la famigerata “social card” propugnata dal governo neofascista Meloni. Il corteo era l’epilogo di un luglio e agosto di lotta delle masse popolari durissimo con manifestazioni verso fine luglio e inizio agosto che hanno invaso il centro partenopeo per gridare forte la loro contrarietà al provvedimento dell’esecutivo.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso ed esaurito definitivamente la pazienza delle masse è stata l’incredibile ressa avutasi nella settimana tra il 21 e il 25 agosto - sotto un caldo torrido e un’afa tra le più pesanti che si ricordi a Napoli -, laddove è cominciata la coda per avere la misera elemosina della “social card”, con file continue fuori dagli uffici comunali dell’assessorato alle Politiche sociali - retto da Luca Trapanese (M5S) - in via Salvatore Tommasi per chiedere l’attestato che consente di ritirare presso gli uffici postali la fantomatica “carta sociale” denominata “Dedicata a te” che conterrebbe i 382,50 euro da spendere in generi alimentari. Per ottenere questa sorta di bonus occorre che la famiglia interessata non superi i 15mila euro lordi annui. Riguarderà quasi 32mila napoletani mentre non è certa la copertura dei restanti quasi 43mila che andrebbero a sopperire le 21mila famiglie percettrici del reddito di cittadinanza che, perduto il reddito, sono in attesa della partenza dei famigerati “corsi di formazione”.
Lo stesso assessore Trapanese ha segnalato l’inadeguatezza del provvedimento: “è una vergogna: si rischia di scatenare una guerra tra i poveri, ci sono cittadini disperati con il sangue agli occhi”. D’altronde l’assalto di centinaia di napoletani al palazzo di via Tommasi dimostra il clima di tensione che già si era manifestato.
Il partecipato corteo del 28 agosto partiva in mattinata da piazza Garibaldi e si dirigeva per il Corso Garibaldi per poi sfociare prima verso la zona di via Vespucci, nei pressi della sede ministero delle Politiche sociali, e poi di S. Erasmo, a ridosso dell’entrata dell’autostrada del Sole. Durissimi gli slogan contro il governo Meloni, chiara la visione dei manifestanti: ripristino immediato e allargato del reddito di cittadinanza e abolizione di questa autentica “mazzetta di Stato” come l’ha definita un partecipante. La manifestazione rabbiosa e combattiva si concentrava allora presso il vecchio archivio del Tribunale di Napoli a via Reggia di Portici a ridosso della zona Est dove le masse hanno bloccato l’accesso alla rampa per l’autostrada. Per risposta la polizia al servizio del ministro dell’Interno Piantedosi manganellava i manifestanti i quali riuscivano a resistere in un primo momento ma poi dovevano lasciare la rampa sotto i colpi delle “forze dell’ordine”.
D’altronde chiaro è stato il messaggio dei fascisti di FdI tramite il senatore Sergio Rastrelli “manifestazioni lecite tranne quando sconfinano in condotte illecite ed atti di violenza che vanno invece immediatamente repressi”.
Nessuna risposta concreta invece sulla questione del Reddito di cittadinanza, tra luglio e agosto cancellato a ben 26.338 napoletani: “Il governo Meloni conferma la sua guerra contro i poveri - ha giustamente ribadito Mario Avoletto, storico attivista del Centro sociale “Officina 99” - mentre noi oggi ribadiamo la volontà ad avere una esistenza dignitosa. Noi certo non ci fermiamo e rivendichiamo la difesa del reddito di cittadinanza e la sua ulteriore estensione”.
6 settembre 2023