Contestazioni e critiche contro la costruzione della Diga foranea di Genova
Dal corrispondente dell'Organizzazione della provincia di Genova del PMLI
L'Autorità Nazionale Anticorruzione sta indagando sull’appalto della Diga di Genova in costruzione, di cui i lavori sono iniziati e che hanno già visto le prime controversie, come la gestione di 700 mila metri cubi di fanghi provenienti dal dragaggio del bacino di Sampierdarena classificati come rifiuti, dei quali non si sa nulla sui loro eventuali danni alla salute e ecosistema, e nemmeno la loro ubicazione finale.
A inizio luglio sono state segnalate 22 pagine di “contestazioni”, “critiche” e “anomalie procedurali” nonché problemi di “trasparenza”, che come già segnalato nell’articolo precedente apparso sul n. 26/2023 de Il Bolscevico
sarebbe stata una delle problematiche più plausibili e immediate.
L'autorità portuale e il suo presidente Paolo Signorini, e indirettamente il sindaco di Genova Marco Bucci, dovranno rispondere alle contestazioni. Fu Bucci infatti che in sostanza fece suo il decreto del 2019 (“decreto Genova") che prevedeva misure straordinarie per contrastare i presunti effetti del crollo del Ponte Morandi sul porto, ovvero realizzare opere senza la gara di appalto. In questo elenco di opere però c'è finito di tutto, compresi alcuni progetti già varati prima del crollo del Ponte e slegate dall’accesso al porto, come la nuova diga.
E qui interviene l’Anac, che spiega come per la costruzione per l'opera più significativa e costosa del Pnrr. non sussiste “l’estrema urgenza” richiesto dalla normativa UE per evitare la gara di appalto. Inoltre, si ipotizza un aumento dei costi dell’opera, il cui prezzo è 900 milioni di euro, di cui 500 coperti dal Pnrr.
Si sono aperti negoziati tra Signorini e Webuild, gruppo Caltagirone ed Eteria, nei quali in un secondo momento si è chiesto di modificare le condizioni originali d’appalto e di fare un'offerta su questa base.
Si arriva infine a ciò che a noi ci interessa, cioè la sotto proposta di Webuild, dove sono state modificate le Valutazioni dei danni ambientali, per agevolare il riutilizzo dei materiali di scarto della vecchia Diga, nonché un “inquadramento” dei rischi geologici e geotecnici; come se per un mega progetto simile, dovessero esserci ancora simili non-conoscenze e incertezze, il che è degno dei peggiori disastri ecologici e geotecnici di cui è piena la storia dell’Italia capitalista.
20 settembre 2023