Al vertice di Nuova Delhi
Il G20 lancia un corridoio commerciale e navale India-Medioriente-Europa in concorrenza con la “Via della Seta”
Compromesso sull'Ucraina, non viene citato l'aggressore russo
 
La dichiarazione finale dei leader del G20 al termine del vertice svoltosi a Nuova Delhi in India il 9 e 10 settembre ha di fatto ammesso il fallimento su tutta la linea del sistema imperialista, scoprendo l’acqua calda del disastro ambientale, della fame, miseria e povertà, dell’immigrazione forzata, dei morti sul lavoro, della sempre peggiore condizione sociale e materiale delle donne. Ma costoro non ne traggono le dovute conseguenze, anzi si gongolano del fatto che mai come in questa occasione ci sia stata una totale unanimità su tutti i temi. Tanto che nel Preambolo, i rappresentanti dei 19 paesi tra i più industrializzati del mondo, Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Francia, Germania, Giappone, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sudafrica, Turchia, più l’Unione europea, a cui si è aggiunta l’Unione africana, esordiscono col “Siamo una sola Terra, una sola Famiglia e condividiamo un solo futuro”. Quello capitalista e imperialista. “Con 83 paragrafi e assolutamente nessun dissenso, nessuna nota a piè di pagina, nessun riassunto della presidenza”, ha affermato lo sherpa del governo indiano Amitabh Kant annunciando il documento finale che “simboleggia un consenso globale senza precedenti”.
Clamoroso il mancato stop ai combustibili fossili. I leader del G20 spingono per la transizione energetica e la lotta ai cambiamenti climatici, ma non menzionano impegni temporali sull'eliminazione dei combustibili fossili. A dispetto dei molteplici segnali negativi sulla crisi climatica, i leader hanno affermato di riconoscere l'importanza di "accelerare gli sforzi verso l'eliminazione graduale dell'energia a carbone" ma di fatto non hanno mosso un dito. L'assenza di impegni definiti stona anche considerando che il documento dei leader è maturato all'indomani del rapporto dell'Onu che ha rimarcato come l'eliminazione graduale dei combustibili fossili sia "indispensabile" per lo zero netto delle emissioni.
Il vero risultato del vertice indiano è stato l’annuncio di un progetto per creare un corridoio ferroviario e marittimo che colleghi l’India al Medio Oriente e, infine, all’Europa. Una promessa di nuovi percorsi tecnologici e commerciali, hanno affermato i G20, in una parte del mondo in cui era attesa una cooperazione economica più profonda. Un progetto di fatto in concorrenza con la “Via della seta” imbastita dal socialimperialismo cinese. Grande soddisfazione su questo nuovo corridoio economico e infrastrutturale, su cui sono stati stanziati 600 miliardi di dollari, è stata espressa dall’ambizioso premier indiano Narendra Modi di concerto col presidente statunitense Biden.
Sull’Ucraina la dichiarazione finale del G20 ha omesso qualsiasi condanna dell’invasione russa o della sua brutale condotta della guerra di aggressione, lamentando unicamente la “sofferenza” del popolo ucraino. Si è trattato di un compromesso al ribasso, un allontanamento da un documento simile concordato meno di un anno fa a Bali, quando i leader riconoscevano opinioni diverse sull’invasione ma emettevano comunque una forte condanna dell’invasione russa e invitavano Mosca a ritirare le sue truppe. Funzionari americani hanno difeso l’accordo, affermando che si basa sulla dichiarazione rilasciata l’anno scorso e che gli Stati Uniti stanno ancora premendo per la pace in Ucraina. “Dal nostro punto di vista, fa un ottimo lavoro nel difendere il principio secondo cui gli Stati non possono usare la forza per cercare di acquisire territori o per violare l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di altri Stati”, ha affermato Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Biden. Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Esteri ucraino, ha risposto su Facebook che l’omissione dell’aggressione russa “non è nulla di cui essere orgogliosi”. “Ovviamente - ha aggiunto - la partecipazione della parte ucraina avrebbe permesso ai partecipanti di comprendere meglio la situazione. Il principio niente sull’Ucraina senza l’Ucraina rimane più importante che mai”. Per contro il ministro degli Esteri della Russia Sergej Lavrov ha definito "un successo" il G20 di New Delhi, sopratutto per la mancata critica diretta all'aggressione di Mosca all'Ucraina. "Siamo riusciti a sventare il tentativo dell'Occidente di 'ucrainizzare' l'agenda del vertice", ha detto Lavrov alla chiusura dei lavori del summit.
Gongolante la premier italiana Meloni nella conferenza stampa del 10 settembre, che ha salutato l’ingresso nel G20 dell’Unione africana, confermando il ruolo di potenza imperialista che l'Italia vuol giocare nel Mediterraneo e nell'Africa del nord. "Anche grazie al ruolo italiano l'Africa è stata centrale in questo G20. Non a caso l'Africa è stata anche al centro del mio intervento nella sessione plenaria di ieri e abbiamo anche partecipato a una riunione organizzata tra i leader dell'Unione Europea e quelli africani che erano presenti, io credo che anche questo sia un elemento molto importante. Racconta una crescente attenzione da parte dell'Unione Europea nei confronti del continente africano, questo è un elemento che va considerato anche grazie al ruolo che l'Italia ha svolto particolarmente nell'ultimo anno". "Si è parlato chiaramente - ha aggiunto Meloni - dell'instabilità crescente soprattutto nel Sael. Si è parlato di migrazione. Si è parlato di investimenti, si è parlato di crisi alimentare, ma c'è la volontà di stringere le maglie della cooperazione con i paesi africani da parte dell'Unione europea. Ribadisco, l'Africa sarà anche una delle questioni centrali che porteremo alla presidenza del G7 il prossimo anno che sarà a guida italiana".

20 settembre 2023