Applauditissimo intervento di Enrico Chiavacci all'Assemblea generale regionale Fisac-Cgil Toscana
La Cgil deve proclamare senza indugio lo sciopero generale
La Costituzione italiana garantisce il potere della borghesia e il sistema capitalistico

Il 21 settembre scorso si è tenuta l'assemblea regionale dei lavoratori bancari della Fisac-Cgil alla quale è intervenuto il compagno Enrico Chiavacci, applauditissimo dalla sala. Riportiamo qui di seguito integralmente il suo intervento, ad esclusione della parte iniziale dedicata specificatamente agli argomenti della categoria.
 
Anticipo a scanso di equivoci che voterò a favore sul proseguimento della mobilitazione, tuttavia vorrei fare con voi alcune riflessioni. Data la situazione generale e l’opera del governo in campo economico, sociale, ma anche culturale con ministri e facenti funzioni di chiara appartenenza neofascista (fra l’altro mai rinnegata), e di carattere particolare rispetto alle condizioni delle masse popolari (perché le questioni non riguardano solo la Fisac), la Cgil dovrebbe proclamare lo sciopero generale senza indugio, il prima possibile. Gli scioperi regionali che nel dicembre scorso furono promossi contro la prima finanziaria Meloni dovevano essere l’inizio di una mobilitazione che è timidamente proseguita a parole, ma che nei fatti non ha avuto nessuna continuità.
Dobbiamo essere realisti e materialisti; non sfugge a nessuno che la Cisl ha detto da mesi, con molta chiarezza, di essere uno dei principali alleati di questo governo. Vedremo se la Uil ci sarà. Noi comunque dovremmo esserci, anche da soli.
Tornando alla pericolosità di questo governo, che se dal punto di vista economico e sociale segue le tracce dei precedenti con tagli allo stato sociale, regali ai privati e agli evasori, ecc., da quello culturale e storico non ha precedenti; cito in ultimo il nuovo filone d’indagine che riguarda Tilgher, braccio destro di Delle Chiaie fondatore di Avanguardia Nazionale (AN) ed alcuni professori universitari, una toga di Bari, ecc., avviato a seguito di alcune intercettazione fatte al fine di capire se vi fosse stato un ruolo dei neofascisti nelle stragi del '92 nelle quali persero la vita fra gli altri anche Falcone e Borsellino.
Da queste intercettazioni oggi sappiamo anche che esiste da tempo un osservatorio fascista sulla magistratura il cui obiettivo è minacciare e mettere in ridicolo i magistrati antifascisti che mettono i bastoni fra le ruote a questi brutti ceffi. Nelle intercettazioni costoro affermano (forse millantano? Vedremo…) di avere l’appoggio di esponenti di governo come Nordio e Meloni stessa. Immagino superfluo ricordare lo stop del governo all’accordo con ANPI come testimoni di Resistenza nelle scuole.
Credo di sapere chi abbiamo davanti e non mi stupisco. Mi preoccupo, tanto e da tempo. Vorrei sapere quanto si preoccupa fino in fondo la Cgil, dato che al momento noi di bastoni fra le ruote al governo non ne abbiamo messi, anzi l'abbiamo legittimato, a partire dal nostro Congresso nazionale, ed esso lavora con estrema tranquillità da quasi un anno. Tutti sappiamo bene che ciò che serve per costringere il governo alla svolta è una nuova stagione di lotta; non sarà certo sufficiente una semplice giornata di sciopero, se mai la faremo.
Entrando brevemente nel merito della piattaforma su alcuni punti, mi convince poco la riduzione del cuneo fiscale e la detassazione degli aumenti contrattuali (detassazioni regressive), invece che intervenire su profitti e rendite, soprattutto in un’ottica di difesa generale dello “Stato sociale”.
Personalmente continuo anche a ritenere il salario minimo da raggiungere per via contrattuale. Fra l’altro come Cgil ne abbiamo firmati diversi sotto i 9 euro, ultimo dei quali quello degli Istituti di vigilanza, che sta sotto i 6 euro.
In piattaforma poi mancano due elementi essenziali (a mio avviso): non si chiede la cancellazione della Fornero ma solo la sua modifica, e il Jobs Act non viene mai citato; ci siamo forse adeguati a considerare “stabile” un posto di lavoro che può essere liquidato con qualche mensilità senza giusta causa o motivo? Per la Cisl il Jobs Act “offre opportunità”, per me va abolito… ma per la Cgil? Non si capisce.
In ultimo (per questioni di tempo), se da un lato si chiedono aumenti adeguati all’inflazione, non si ha il coraggio di chiedere la reintroduzione di un meccanismo universale di recupero realmente efficace come la scala mobile.
Mi piacerebbe poi intavolare una discussione approfondita sulla Costituzione, ma il tempo è quello che è. Tuttavia, un conto è l'opposizione alla modifica in senso reazionario e fascista della Carta, altra cosa è illudere le masse lavoratrici che applicando la Costituzione del 1948 si possano eliminare le disuguaglianze sociali ed economiche e tantomeno assicurare loro un “peso” nella società italiana.
A maggior ragione oggi che la Costituzione del 1948 non esiste più perché è stata manomessa più volte da destra con la complicità e il concorso della “sinistra” borghese, e sarà interamente distrutta se passeranno il presidenzialismo e l’autonomia differenziata regionale ai quali giustamente ci opponiamo.
La nostra “non è la Costituzione più bella del mondo” e non è neppure tra le più avanzate; è una classica Costituzione borghese che attraverso il riconoscimento e la salvaguardia della proprietà privata da parte delle leggi dello Stato garantisce il potere della borghesia e il sistema capitalistico. È questa “protezione” a far sì che le parole sulla sovranità popolare, l'uguaglianza, sui diritti dei cittadini e sui doveri delle imprese rimangano delle enunciazioni che poi non trovano un riscontro reale.
Il fatto che sulla scheda di voto si declini la proposta di sciopero con un ulteriore “se necessario” è a mio modestissimo parere l’elemento di maggiore debolezza del percorso. Ci sarebbe poi da discutere circa l’opportunità di far votare i lavoratori e le lavoratrici sulla scelta dello sciopero. E voglio essere sicuro di non essere frainteso: sulla scelta dello sciopero e non sulla discussione e sul voto della piattaforma su cui sono assolutamente d’accordo.
Ciò ovviamente non perché non sia importante la partecipazione democratica, ma perché siamo di fronte ad un semplice scarico di responsabilità, come se il gruppo dirigente della Cgil prendesse atto del fatto che non ha l’autorevolezza e la necessaria unità per dichiarare l’apertura di una stagione di conflitto, e scarica quindi la palla a lavoratori e lavoratrici, lasciandosi però una finale opportunità di svincolo nel caso la maggioranza di essi fosse d’accordo poiché col Sì si conclama solo la possibilità di farlo mentre col No si chiude il discorso.
Detto questo, oggi l’obiettivo che abbiamo tutti di fronte e che rimane decisivo per qualsiasi prospettiva, resta quello di portare il più alto numero possibile di lavoratori e lavoratrici coscientemente in piazza.
Per me e per l'area che rappresento il 7 ottobre dovrebbe essere soprattutto il primo passo di un cammino che possa ricostruire una partecipazione di massa della quale la Cgil ha estremo bisogno se davvero vuole modificare le cose.
Sarebbe un buon esercizio anche quello di girarsi indietro per capire quali ingredienti avevamo dalla nostra parte nei tempi in cui i diritti che non c'erano si conquistavano e si riuscivano a mantenere, e poi naturalmente, da lì, andare convintamente avanti tutti insieme.
Grazie, buon lavoro a tutte ed a tutti.

27 settembre 2023