Sottopagati e demansionati invece di completare la loro fomazione
Medici specializzandi in piazza
Almeno settecento medici specializzandi provenienti da tutta Italia hanno dato vita il 25 settembre a Roma, davanti al ministero dell'Università, alla manifestazione organizzata da Anaao Giovani, Als e Gmi per protestare contro lo sfruttamento e la precarietà di cui sono vittime i 43.000 giovani medici che si stanno specializzando.
I giovani professionisti chiedono riforme radicali all'attuale regime normativo riguardante i medici specializzandi, un assetto e un inquadramento che risale al 1999 e che in termini di diritti e tutele li rende più simili a degli studenti piuttosto che a medici che già prestano un'attività lavorativa, anche se tale attività lavorativa è ovviamente propedeutica al conseguimento della specializzazione.
“Oggi in Italia
– ha dichiarato Giammaria Liuzzi, responsabile nazionale del sindacato Anaao Giovani, in un'intervista ad Adnkronos - lavorano negli ospedali circa 43mila medici specializzandi. Siamo sottopagati, guadagniamo 1.300 euro netti al mese che sono meno di 8 euro all'ora. Purtroppo non siamo considerati e abbiamo tanti doveri e pochi diritti, abbiamo problematiche per quanto riguarda ferie, malattie e trasferimenti in altre sedi. Non riusciamo a formarci bene perché fungiamo da tappabuchi negli ospedali e facciamo lavori demansionanti e ripetitivi. Noi vogliamo solo formaci in modo adeguato in strutture che non sono solo policlinici universitari, ma anche ospedali puri”.
Bisogna chiarire che a fronte dello stipendio di 1.300 euro mensili il giovane medico deve far fronte ai costi delle onerose tasse universitarie, ai versamenti obbligatori e altrettanto onerosi all'Enpam che è la cassa previdenziale dei medici, alla tassa annuale obbligatoria per l'iscrizione all'Ordine dei medici e all'assicurazione professionale obbligatoria.
“Noi siamo medici
- ha proseguito il giovane medico - ma non stiamo sotto il ministero della Salute, bensì sotto il Miur”
ossia sotto il ministero dell'Istruzione.
Gli specializzandi invocano una riforma che riguardi sia il piano retributivo, con un aumento retributivo, sia l'inquadramento normativo, per cui vogliono essere inquadrati, nelle mansioni di supporto ai medici specializzati, come professionisti a tutti gli effetti in quanto essi collaborano attivamente, da medici, con gli specialisti dei reparti ospedalieri.
Un altro problema che essi sollevano è quello dell'incompatibilità della funzione di specializzando con l'esercizio di altra attività in campo medico, compresa quella di medico generico, e chiedono l'abolizione di tale regime di incompatibilità, così da consentire loro l'esercizio di altre contemporanee attività in campo sanitario.
4 ottobre 2023