Corrispondenza delle masse
Fermiamo il mostro: No al rigassificatore nel Golfo Ligure
Partita la mobilitazione popolare
È nella seconda metà del 2026 che il rigassificatore, ora allocato a Piombino in provincia di Livorno, verrà trasferito a Vado Ligure, vicino a Savona. La nave Snam Golar Thundra, al secolo, Unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione, arriverà nel Golfo Ligure portandosi dietro il sospiro di sollievo, e di soddisfazione per la lotta vincente, dei cittadini di Piombino e verrà accolta dall’incombente ansia di coloro che vivono a Vado Ligure e zone limitrofe. Dovrà per cui, la popolazione ligure, rimboccarsi le maniche e seguendo le orme dei vicini toscani lottare per la difesa della propria salute, e del proprio territorio.
La nave verrà posizionata a circa 3 chilometri dal litorale marino e rimarrà parcheggiata per un periodo non inferiore a 17 anni; gli anni potrebbero diventare 23. I cittadini, raccolti in vari comitati, che vanno dagli ambientalisti all’ARCI, hanno già iniziato a “scaldare i motori della contestazione”. Lo hanno fatto al Consiglio regionale di Genova fischiando e alzando cartelli contro il governatore di “centro-destra” della regione Liguria, Giovanni Toti. Stessa manifestazione nella città di Savona presso la sede del Consiglio della provincia. Lo hanno fatto, e in maniera suggestiva, creando una catena umana, composta da non meno di diecimila persone, come a protezione delle coste, lungo il litorale marino, tra il capoluogo di Vado Ligure, Bergeggi e Quiliano.
Si ripropone, da parte del potere borghese, lo stesso perverso ragionamento avvenuto nell’area di Piombino; a Piombino c’era l’acciaieria, a Vado Ligure la centrale termoelettrica a carbone. Si scaricano, per cui, in zone ambientalmente già compromesse, altre infrastrutture inquinanti, cancellando, in questa maniera, ogni azione o ipotesi che possa andare in direzione di una transizione ecologica alle fonti rinnovabili.
Ambigua la posizione del governatore Giovanni Toti. Sostiene che la scelta, anche se ne condivide la responsabilità poiché non si oppose, e non si oppone, al progetto, non è stata sua e che, in ogni modo, il pallino è in mano al ministro Gilberto Pichetto Fratin. Come sua abituale strategia politica ascolta le proteste, e magari solo perché non è audioleso, ma ignora chi protesta evitando, in questo modo, il contraddittorio politico. Dice “Non sta né in cielo né in terra. Il confronto si fa con le strutture commissariali, l’ente Regione, i sindaci del territorio”; a proposito, anche i sindaci dei comuni interessati non sono del tutto favorevoli. Quindi, per il governatore Toti, le associazioni della popolazione non sono sufficientemente rappresentative. Non contengono elementi di democrazia partecipata. Sono piuttosto aggregazioni in cerca di corride di piazza e, in ogni modo, fuori dalle regole della democrazia rappresentativa, teppisti.
Pochi discorsi. Il rigassificatore a Vado Ligure lo vogliono portare a ogni costo. C’è di mezzo il profitto. Ci sono di mezzo, per la Snam e avvoltoi vari, ampi guadagni. Poco importa se potrebbero esserci perdite di gas, incendi ed emissioni di sostanze inquinanti; sarà difficile che non accadano. Poco importa se lungo il litorale marino esistono importanti località turistiche che verrebbero, con quella presenza, danneggiate: Spotorno, Bergeggi, Loano, Alassio. Poco importa se il mostro della Snam sarà all’interno dell’area marina del Santuario dei Cetacei; potrebbe essere compromesso. Poco importano queste motivazioni, perché di mezzo c’è il profitto. Il santo, o maledetto, profitto del sistema di produzione capitalistico.
Gli abitanti, i comitati, le associazioni ambientalistiche, gli anticapitalisti, se vorranno far affondare quel progetto dovranno alzare il livello di scontro. La loro promessa: non ci piegheranno e la lotta è appena iniziata.
Ugo - Genova
11 ottobre 2023