Partecipata manifestazione a Catania per commemorare i dieci anni dalla strage di 368 migranti in mare a Lampedusa
Militante presenza del PMLI
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Il 3 ottobre Catania ha ricordato con un corteo il decennale della strage di migranti nel mare di Lampedusa del 3 ottobre 2013, una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall’inizio del 21° secolo con i suoi 368 migranti morti, e a cui non poteva mancare il ricordo e la denuncia della più recente strage di Cutro.
A organizzare la manifestazione l'associazione " Restiamoumani incontriamoci" e del "Comitato 3 ottobre" con la parte attiva di "Emergency" e a cui si sono unite decine di altre associazioni, a partire dall'ANPI e Libera, l'ARCI e partiti vari.
Il concentramento nella centrale piazza Stesicoro poi il corteo che si è snodato per via Etnea sud fino in piazza Università. Hanno partecipato diverse centinaia di manifestanti. Durante il corteo sono state pronunciate ad alta voce i nomi delle vittime della "strage di Cutro" accompagnati dal simbolico sventolio delle coperte termiche.
Raggiunta piazza Università gli organizzatori hanno aperto un fitto programma di interventi e musica in tema di solidarietà ai migranti e alle tragedie di chi ricerca un mondo "migliore". Toccante la canzone di un cantastorie che ricorda i tanti morti emigranti italiani, in particolare emozionante la storia di un lavoratore siciliano di Mazzarino andato a lavorare nella miniera di Marcinelle in Belgio, che mentre la moglie lo sta raggiungendo in treno con i suoi piccoli figli apprende da una radiolina la notizia della tragedia della miniera in cui perirono ben 262 minatori. Nella lettura delle vittime figura anche suo marito. La canzone è divenuta storica scritta dal cantastorie Buttitta dal titolo "Lu trenu di lu suli" e da allora è cantata in tutte le piazze siciliane, e ora dal grande cantastorie Luigi Di Pino.
Durante l'assemblea di piazza si è discusso dei migranti tunisini trattenuti a Pozzallo, liberati dalla giudice Iolanda Apostolico. Importante presenza dell'avvocato Riccardo Campochiaro, presidente del Centro Astalli di Catania che con la sua assistenza legale ai giovani tunisini trattenuti a Pozzallo, ha per primo ottenuto un provvedimento di liberazione del richiedente asilo e fatto annullare la richiesta di "pizzo di Stato" di 5.000 euro, come da ultimo decreto Piantedosi. Proprio l'ordinanza della giudice del tribunale di Catania che ha suscitato uno "scontro di civiltà giuridiche tra chi applica la Costituzione e i Trattati internazionali e chi scrive le leggi ignorando la gerarchie delle fonti di ogni ordinamento".
Il PMLI si è unito ai manifestanti con spirito unitario ai migranti attraverso la Cellula “Stalin” della provincia di Catania. I compagni portavano i manifesti che esprimono la posizione del PMLI "Frontiere e porti aperti dell'Italia e della UE. Canali sicuri e legali. Affossare il decreto Cutro. Abrogare la Bossi-Fini e le leggi Turco-Napolitano e Minniti-Orlando. Parità di diritti tra italiani e immigrati. Buttiamo giù il governo neofascista Meloni”. Stesse parole d'ordine in un volantino distribuito e condiviso con interesse dai manifestanti. Perché stare dalla parte dei migranti e degli oppressi vuol dire lottare contro le cause che determinano emigrazione, disuguaglianze sociali e schiavismo, battersi contro il capitalismo imperialista che genera neocolonialismo e le guerre imperialiste per sfruttare i Paesi poveri rapinandoli dalle materie prime, i cambiamenti climatici con la desertificazione dei territori.
Battiamoci contro l'imperialismo, buttiamo giù il governo neofascista Meloni!
11 ottobre 2023