Indetto da Cub, Sgb, Si Cobas, Usi- Cit e Adl-cobas il 20 ottobre
Sciopero generale dei sindacati di base
La giornata di sciopero generale indetta da Cub, Si cobas, Sgb, Usi e Adl è stata intensa e ricca di presídi e iniziative di lotta. In quasi tutta Italia si è registrata una buona adesione, anche se a macchia di leopardo, sia dal punto vista territoriale che settoriale. Le punte più alte si sono avute nei magazzini della logistica dove in alcuni casi si è raggiunto il 100%, consistenti le adesioni in alcune aziende del settore macellazione carni, dei metalmeccanici, tra i portuali e nel settore igiene ambientale. Particolarmente attive la Lombardia con picchetti davanti fabbriche, magazzini e centri commerciali, e il Lazio, dove le lavoratrici e i lavoratori si sono organizzati davanti all'aeroporto di Fiumicino e in Piazza del Campidoglio, sede del comune di Roma.
A questo va aggiunta l'alta adesione allo sciopero registrata nel settore del trasporto passeggeri (ferrovie, aeroporti, TPL), in diversi segmenti del pubblico impiego, nelle scuole e negli asili comunali, nelle coop sociali e nella grande distribuzione, centinaia di voli e di treni sono stati cancellati (il 20-30%). Per quanto riguarda questi settori il Governo ha inscenato il solito terrorismo mediatico cercando di aizzare l'opinione pubblica contro i lavoratori, strumentalizzando gli inevitabili disagi causati dallo sciopero, sorvolando sui contratti da fame bloccati da anni e sulla drammatica mancanza di addetti in tutti i servizi pubblici, dalla sanità alla scuola, ai trasporti, sopperiti con gli straordinari e il superfruttamento del personale sempre più ridotto all'osso.
Numerose le rivendicazioni alla base della mobilitazione. Tra queste, il rinnovo dei contratti e l’aumento dei salari con adeguamento automatico al costo della vita e con recupero dell’inflazione reale; l’introduzione per legge del salario minimo di 12 euro l’ora, la richiesta di divieto di utilizzo dei fondi del PNRR per armamenti e dell’utilizzo in modo consistente dei finanziamenti alla tutela ambientale e alla messa in sicurezza dei territori, la richiesta della cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia, il congelamento dei prezzi dei beni primari e dei combustibili, l’incameramento degli extra-ricavi maturati dalle imprese petrolifere, di gas e carburanti. E ancora, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, investimenti economici per la scuola, per la sanità pubblica, per i trasporti; la revoca dell’abolizione del Reddito di cittadinanza, la richiesta di lavoro stabile e a salario pieno o per un salario garantito a tutti i disoccupati e i sottoccupati.
I sindacati chiedono anche il rilancio di un nuovo piano strutturale di edilizia residenziale pubblica che preveda anche il riuso del patrimonio pubblico attualmente in disuso, a beneficio dei settori popolari e dei lavoratori; chiedono di introdurre il reato di omicidio sul lavoro, di fermare la controriforma della scuola, di cancellare l’alternanza scuola-lavoro e gli stage gestiti dai centri di formazione professionale pubblici e privati. E poi ancora la difesa del diritto di sciopero e il riconoscimento a tutte le organizzazioni sindacali di base dei diritti minimi e dell’agibilità sindacale in tutti i luoghi di lavoro; l’introduzione di una nuova politica energetica che utilizzi le fonti rinnovabili, senza ricorre a nucleare e rigassificatori.
Le sigle sindacali che hanno indetto lo sciopero dicono no alle privatizzazioni e al sistema di appalti e subappalti rafforzati dal decreto Concorrenza, che attaccano gli interessi collettivi a vantaggio di imprese e speculatori; all’autonomia differenziata, colpevole di esacerbare le differenze sociali tra i territori. Una giornata di lotta che, venendo a cadere in concomitanza con la strage in corso nella Striscia di Gaza ad opera di Israele, ha assunto una valenza che va ben oltre le rivendicazioni salariali e contrattuali contenute nella piattaforma di indizione, fondendosi con la mobilitazione in corso in tutta Italia a sostegno della resistenza palestinese e contro l'aggressione e l'occupazione sionista, oltre all'opposizione alla guerra Russia-Ucraina, definita guerra imperialista senza però specificare che l'imperialismo in questo caso è rappresentato dalla Russia.
25 ottobre 2023