Nell'ambito delle mobilitazioni del Comitato Promotore Referendum Sanità Lombarda
Partecipato presidio a Milano per rilanciare la sanità pubblica e contrastare il disastro della sanità lombarda e le sue privatizzazioni
La Cellula “Mao” di Milano del PMLI diffonde centinaia di volantini “No ai tagli alla sanità del governo Meloni” e con la piattaforma strategica
Redazione di Milano
Sabato 21 ottobre si è svolto un partecipato presidio davanti al palazzo di Regione Lombardia per la sanità pubblica e per contrastare il disastro della sanità lombarda caratterizzato da liste d’attesa infinite e da un progressivo smantellamento della medicina territoriale, dallo sbilanciamento verso il settore privato e dall’incapacità di garantire azioni di prevenzione (ad esempio in tema di sicurezza sul lavoro), dal fatto che non esista nessun governo delle rette nelle case di riposo per anziani non autosufficienti (RSA) e dal peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari.
Dopo la bocciatura - da parte della maggioranza del Consiglio regionale che supporta la giunta del fascioleghista Fontana - del referendum per l’abrogazione parziale della legge regionale sanitaria Maroni del 2015, CGIL (SPI e FP), insieme ad Arci, Acli e Medicina Democratica hanno ribadito le ragioni della richiesta che vuole ripristinare “un rapporto tra pubblico e privato che garantisca i diritti di tutti i cittadini a cure mediche”.
“La sanità lombarda deve cambiare!”, questo lo slogan al centro della mobilitazione e che ha caratterizzato le iniziative di vario tipo, assemblee, presidi, volantinaggi che si sono tenuti in decine di città, fra cui Bergamo, Saronno, Cremona, Crema, Ticino Olona, Abbiategrasso, Como, Edolo, Pavia. Il presidio milanese ha rappresentato “una tappa fondamentale della battaglia che abbiamo intrapreso con la proposta di Referendum parzialmente abrogativo della legge regionale sanitaria e contro la cui illegittima bocciatura stiamo predisponendo il ricorso al TAR: andremo avanti fino a quando non saranno ripristinati i cardini del servizio sanitario pubblico su cui poggia la garanzia del diritto alla cura per tutti, oggi fortemente messo a repentaglio dal rischio di crescente privatizzazione”, ha dichiarato il Comitato Promotore del Referendum i cui rappresentanti sono intervenuti ai comizi della manifestazione: Marco Caldiroli di Medicina Democratica, Federica Trapletti per CGIL, Vittorio Agnoletto di Osservatorio Salute, Massimo Cortesi per ARCI e Andrea Villa delle Acli, ai quali si è aggiunto un rappresentante del Coordinamento Veneto Sanità Pubblica (CoVeSap, che raccoglie oltre 80 associazioni, comitati e forze sindacali del Veneto che farà fronte unito col suo omologo lombardo per contrastare la privatizzazione della sanità che avanza in ambedue le regioni), e l’intervento finale di don Luigi Ciotti dell’associazione antimafia Libera.
Nei loro interventi i promotori hanno argomentato sulle rivendicazioni immediate del Comitato: attuare un centro di prenotazione davvero unico e pubblico per tutte le strutture pubbliche e private accreditate, accessibile a tutti, agende per le prenotazioni sempre aperte, dati sulle liste d’attesa e bilanci resi pubblici da tutti gli enti accreditati; attuare le norme esistenti che garantiscono le prestazioni nei tempi prescritti dai medici di Medicina Generale riducendo gradualmente le prestazioni in libera professione; riaffermare, anche attraverso modifiche normative e una diversa distribuzione delle risorse, la centralità e il valore della Sanità pubblica della Lombardia; introdurre una programmazione socio sanitaria regionale basata sull’analisi dei bisogni, con obiettivi di salute collettiva verificabili periodicamente attraverso dei dati epidemiologici e capace di garantire adeguatezza e efficacia della spesa sanitaria; ridefinire i criteri di accreditamento in relazione ai reali bisogni della popolazione; attuare una vera integrazione fra ospedale, territorio e politiche sociali per non lasciare soli i pazienti a partire dai più fragili e vulnerabili; migliorare le condizioni lavorative degli operatori socio-sanitari, integrare i medici di medicina generale nei servizi pubblici riconoscendo a tutti risorse e stipendi adeguati, evitando fenomeni di dumping
contrattuale; attuare le previsioni del PNRR realizzando vere Case di Comunità e Ospedali di Comunità in grado di essere punto di riferimento per la presa in carico dei bisogni complessivi delle persone con integrazione tra servizi sanitari e sociali; rivedere le regole di autorizzazione e accreditamento delle RSA garantendo qualità di assistenza e di vita agli ospiti, lavoro sicuro e di qualità per i lavoratori, una maggiore partecipazione nelle rette da parte del SSN e un maggiore coinvolgimento della Regione nel funzionamento delle strutture, giusta retribuzione per i dipendenti. Infine, alla luce dei forti tagli del governo Meloni, si rivendica che Regione Lombardia si faccia promotrice nei confronti dell’esecutivo nazionale per il potenziamento delle risorse del Fondo sanitario.
Tenendo alte le bandiere del PMLI compagni della Cellula “Mao” di Milano hanno diffuso centinaia di volantini “No ai tagli alla sanità del governo Meloni” proponendo una chiara piattaforma strategica: “Sanità pubblica, universale, gratuita, gestita con la partecipazione diretta dei lavoratori e delle masse popolari. Trasformare tutte le strutture private, accreditate e non, comprese le farmacie, in strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale. Nazionalizzare le industrie farmaceutiche. Più risorse per la sanità pubblica e la ricerca, più ospedali, più medici, più infermieri, più operatori sociosanitari. Abolire i brevetti sui vaccini. Abolire la libera professione dei medici ospedalieri esercitata dentro e fuori le strutture sanitarie pubbliche. Ritirare l’autonomia regionale differenziata”.
Il volantino ha suscitato grande interesse dei manifestanti che si sono anche intrattenuti coi nostri compagni. “Giusto! La sanità privata va abolita! Non è più tollerabile che si lucri sulla salute!” è stata l’esclamazione di approvazione di una manifestante. I marxisti-leninisti hanno anche lanciato lo slogan “Ticket e tagli, facciamola finita, sanità pubblica e gratuita!”.
25 ottobre 2023