Nuovo scandalo nel calcio
Scommesse illegali
Indagati lo juventino Fagioli e due giocatori della nazionale Tonali e Zaniolo
Rifondare il calcio su base popolare
Capita sempre più spesso di incontrare nei campetti di periferia, tifosi organizzati a seguito delle squadre dilettantistiche di paese. Il loro motto comune è: “Contro il calcio moderno”, già coniato dai primi tifosi del C.S. Lebowski che una quindicina di anni fa abbandonarono il tifo da serie A per seguire una allora sconosciuta squadra di terza categoria del fiorentino.
La corruzione nel mondo del calcio ha raggiunto livelli record: totonero, le prime plusvalenze e i bilanci truccati del 1992 che coinvolsero anche il Milan di Berlusconi e il Torino del deputato socialista Borsano, le partite truccate del 2011 dell'inchiesta “Last Bet”, poi “calciopoli” che vide coinvolti anche gli arbitri, e via di seguito confezionando una inesorabile escalation di scandali, truffe sportive, intrecci con la malavita organizzata e fallimenti che ormai sembrano essere diventati la normalità che attanaglia lo sport più praticato del mondo.
Un nuovo scandalo scommesse
Stavolta è la Stampa
che per prima è uscita con la notizia del coinvolgimento del bianconero Nicolò Fagioli, che registra due presenze anche in nazionale maggiore, in una indagine dalla procura di Torino per scommesse online su piattaforme illegali.
Il giovedì successivo la FIGC ha comunicato l'arrivo di atti di indagine anche agli azzurri Niccolò Zaniolo e Sandro Tonali dalla medesima Procura; è a Coverciano, nel ritiro della nazionale alla vigilia di due partite per le qualificazione ai prossimi campionati europei, che le forze dell'ordine sopraggiungono e li interrogano. Successivamente la Federazione li rimanda presso i club, iniziando a prendere le distanze dall'accaduto.
Fagioli ha già cominciato a confessare e la sua piena collaborazione con gli inquirenti patteggiando 7 mesi di stop e 5 di attività legate alla ludopatia, oltre ad una irrisoria sanzione di 12.500 euro; lo stesso ha fatto l'ex rossonero Tonali ora in forza al Newcastle che lo paga oltre 7 milioni di euro netti all'anno, anche se per lui la sanzione potrebbe essere più lunga avendo scommesso anche sul Milan quando ci giocava. Al momento in cui scriviamo invece il trequartista ex-Roma Nicolò Zaniolo rigetta ogni accusa nonostante sia coinvolto in numerose intercettazioni.
In ogni caso le testimonianze finora rese illustrano un quadro orribile, fatto di scommesse su siti illegali, di enormi cifre di denaro perso del quale è creditrice la malavita, di minacce, di complicità fra i calciatori e spesso anche dei loro manager e delle società proprietarie dei loro cartellini, di altre partite in ogni caso condizionate e, soprattutto, di un cerchio che, pur partendo da una decina di nomi dei quali ad ora solo questi tre noti, potrebbe essere vastissimo. Qualcuno parla addirittura di un fenomeno che coinvolgerebbe, in un modo o nell'altro, oltre il trenta per cento dei calciatori in attività.
Un sistema di scommesse radicato e favorito dai governi
Per capire meglio il fenomeno basta dare uno sguardo al report “Sportradar” che si occupa di scommesse e di corruzione nello sport. Secondo il bollettino 2022, nel mondo, il totale delle scommesse su eventi sportivi è pari ad 1,41 trilioni di euro, dei quali ben 730 miliardi solo nel calcio.
In media su ogni partita del massimo campionato italiano si scommettono 89 milioni di euro, il che rende la serie A sia fra i primi dieci tornei più scommessi al mondo.
Gli interessi della malavita fanno sì che non sia raro “accomodare” i risultati finali per farsi pagare dai debitori che alle volte sono i calciatori stessi come in questo caso; Sportradar stima infatti 1.212 partite truccate “con evidenza” nel mondo in un anno, delle quali 775 di calcio. A questo dato andrebbero in ogni caso aggiunte le partite truccate con meno “evidenza” e tutta una serie di avvenimenti che condizionano i risultati come un cartellino giallo o simili, sui quali comunque è possibile puntare.
Fra l'altro la metà delle partite truccate finora scoperte riguarda campionati minori o addirittura giovanili, segno che il malaffare e la pratica dell'interesse e dell'inganno hanno permeato ormai l'intero sistema calcistico capitalista contagiando anche le categorie più basse che, sulla carta, dovrebbero avere minori interessi economici e conseguentemente offrire competizioni sportive più oneste e ricreative.
La questione dell'”illegalità” è naturalmente un'aggravante data dal fatto che i calciatori non possono scommettere sul calcio nemmeno “legalmente” per un ovvio conflitto di interessi.
Detto ciò potremmo aprire una parentesi sui governi borghesi che favoriscono la cultura del gioco d'azzardo “legale”, facendo fare affari d'oro alle multinazionali delle scommesse approfittando della disperazione che la crisi economica getta nella popolazione, ma questo argomento altrettanto importante e che si lega all'oggetto di questo articolo, merita di essere approfondito singolarmente.
Il mondo del pallone capitalistico è da buttare
Tornando al calcio, quest'ultima inchiesta dimostrerà come sta già facendo, che il calcio del sistema capitalistico è marcio, corrotto fino al midollo, e diseducativo per i giovani spinti dai media a prendere esempio dai loro modelli di successo, che hanno fama, celebrità a ricchezza. Ma dove porta questo “modello” vuoto, di inconsistente decadenza, lo dice lo stesso Fagioli, che guadagna 1 milione di euro all'anno, dichiarando che: “All’inizio un calciatore, avendo molto tempo libero (…) finisce con il provare l’ebbrezza della scommessa per vincere la noia. Con il passare del tempo diviene un’ossessione”.
Il problema però va ben oltre questi giovani viziati che si sentono onnipotenti; gli stessi vertici calcistici, dopo tutti questi anni di tracollo “morale”, non hanno evidentemente ancora alcuna intenzione di ripulire nulla, se è vero che è diventato il nuovo capo delegazione della Nazionale italiana di calcio il fascistoide Gianluigi Buffon, ex-portiere della nazionale e bandiera della Juventus (famigerata fu in passato la sua pretesa di indossare la maglia 88, numero che solitamente i neonazisti usano per abbreviare Heil Hitler
), già indagato con tanto di intercettazioni nel 2010 per un giro di scommesse calcistiche da un milione e mezzo di euro, oggi
Insomma ce n'è abbastanza per dire che dopo quest'altro clamoroso scandalo, a quarant'anni dal primo calcio-scommesse e a sedici dall'esplosione del bubbone calciopoli, il sistema del calcio capitalistico è irriformabile e va azzerato, rifondandolo completamente su basi democratiche e popolari.
Non si tratta infatti di semplici e sparuti episodi ma di un intero sistema corrotto con partite taroccate, giocatori e arbitri comprati, giornalisti sportivi compiacenti e società sportive in mano ai grandi boss del capitalismo italiano e internazionale disposte a tutto pur di fare profitti come plusvalenze fasulle e bilanci truccati, in un clima di inquietante contiguità col malaffare e la delinquenza organizzata che controlla le tifoserie e a volte anche le società, oltre alle scommesse clandestine che coinvolgono centinaia di calciatori.
Rifondare il calcio su basi popolari
Ciò che serve per sottrarre dalle mani dei capitalisti lo sport più popolare del mondo e renderlo fruibile in ogni senso alle masse popolari è un calcio esclusivamente pubblico, senza intrusione diretta o indiretta di privati, gestito direttamente dai tifosi e in cui i giocatori siano pagati con stipendi da lavoratori. Solo in questo modo si potranno stabilire prezzi popolari dei biglietti per l'accesso agli stadi e la trasmissione in chiaro, gratuita, delle partite in televisione.
Il calcio, come ogni altro sport, deve recuperare anche la sua funzione educativa, di collettività e di puro e spensierato divertimento che ormai è davvero residuale. Come indica il Programma d'azione del PMLI, il sistema sportivo pubblico deve favorire e sviluppare lo sport dilettantistico e non agonistico anziché finanziare i colossi del capitalismo italiano che con il pallone fanno soltanto i propri affari.
Lo sport in generale, se inteso e praticato come diritto inalienabile e occasione formativa per i giovani, potrebbe essere un vettore per migliorare la qualità della vita di tutti e di tutte, compresi gli anziani, i disabili, ecc.; la condizione però è che esso sia tolto dalle mani del capitalismo, male assoluto che divora ogni cosa nel nome del profitto.
25 ottobre 2023