SCHEDA
Le forze della resistenza palestinese che appoggiano il “Diluvio di Al Aqsa”, la guerra scatenata da Hamas contro l’occupante sionista e nazista israeliano

Il “Diluvio di Al Aqsa”, la guerra di liberazione nazionale palestinese scatenata da Hamas dopo 75 anni di brutale occupazione sionista e nazista israeliana, è una legittima risposta all’odierna responsabilità del governo fascista israeliano guidato da Netanyahu, che ha esasperato il processo di nuove occupazioni e la cacciata violenta della popolazione araba dalla sua terra, sfidato i credenti di fede musulmana con l’occupazione della Moschea di Al Aqsa a Gerusalemme, picchiando e arrestando con retate gli stessi credenti, negando e sotterrando così le possibilità di dialogo e negoziato, inasprendo al tempo stesso le tensioni e provocando sentimenti di odio e rabbia in milioni di palestinesi, arabi e musulmani. Essa è appoggiata da svariate forze della Resistenza palestinese, di estrazione, natura e pratica politica diverse.
Hamas (in arabo “zelo” o “coraggio”, sigla del Movimento islamico di resistenza) è un’organizzazione politica e paramilitare palestinese fondata da Ahmed Yassin nel 1987, durante la prima Intifada. Nel 2006 ha vinto le elezioni parlamentari e dall’anno successivo ha preso il controllo della Striscia di Gaza, sottraendolo all’Autorità nazionale palestinese. La Lista Cambiamento e Riforma (Hamas) ha ottenuto la maggioranza assoluta dei consiglieri, con 74 seggi (44%); nel distretto di Gaza ha ottenuto 15 seggi su 24 (6 a Fatah e 3 a indipendenti), mentre in Cisgiordania e Gerusalemme est, ha ottenuto 30 seggi su 42 (11 a Fatah e 1 ad un indipendente). Tra i suoi alleati si annovera il movimento libanese Hezbollah. Le Brigate Ezzedin al-Qassam sono la sua ala militare. È considerata un’organizzazione terroristica da Stai Uniti, Unione europea e altri paesi occidentali.
Tra i primi ad appoggiare la sua storica e grande operazione militare contro l’occupante israeliano è stata l’ala militare del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP). Nel comunicato delle Brigate Martire Abu Ali Mustafa del 7 ottobre si legge che “la battaglia del ‘Diluvio di Al-Aqsa’ è la battaglia del popolo palestinese e di tutte le forze della resistenza. Alla luce delle gesta valorose compiute dagli eroi della resistenza nei nostri territori occupati, degli atti di dignità e fierezza che oggi rinnovano e dell’epopea eroica che stanno portando avanti, noi delle Brigate Martire Abu Ali Mustafa affermiamo quanto segue: 1. Questa eroica battaglia segna l’inizio della sconfitta del nemico sionista e della sua dipartita dalla nostra terra, obiettivo che non sarà mai cancellato dalla consapevolezza e della coscienza della nazione araba. 2. Dichiariamo lo stato di massima allerta tra le fila dei nostri combattenti e lavoriamo sul campo su diversi assi insieme ai nostri compagni di sangue e d’armi.
3. Siamo al fianco dei nostri fratelli delle Brigate Al-Qassam e di tutte le forze della resistenza e ci uniamo a loro in questa battaglia che sarà scolpita nella storia. 4. Chiediamo a tutte le forze di resistenza dentro e fuori la Palestina di prendere posizione nella trincea dello scontro che ora si deve estendere in tutta la regione”.
In contemporanea il FPLP ha invitato “il nostro eroico popolo in tutta la Palestina a partecipare attivamente alla battaglia del ‘Diluvio di Al-Aqsa’. Sia con la sua posizione politica che con gli strumenti che possiede, per attaccare l’esercito nemico e i suoi coloni, tagliare le sue vie di rifornimento, sabotare le sue installazioni vitali e inseguire gli sgomenti invasori sionisti, di fronte agli attacchi della Resistenza e delle loro azioni di assalto ovunque nella terra di Palestina”.Il FPLP ha affermato altresì che “il momento della battaglia, che coincide con la gloriosa Guerra d’Ottobre del 1973, è un appello al popolo della nazione araba e ai popoli della regione affinché prendano una posizione netta nel conflitto generale con il nemico sionista e in questa particolare battaglia, e per svolgere il loro dovere accanto ai figli dei rivoluzionari combattenti nella Palestina occupata”.
Il 9 ottobre il Fronte democratico per la liberazione della Palestina attraverso una Dichiarazione del suo Ufficio Politico affermava che “L’operazione ‘Diluvio di Al Aqsa’ è stata un fatto imprevedibile e ha rappresentato un colpo fatale al sistema militare e di sicurezza dell’occupante e per l’occupazione. Ciò che la resistenza ha ottenuto è un risultato molto grande e avrà ripercussioni sul governo occupante. L’occupante ha pagato un pesante prezzo a seguito dell’operazione in termini di prigionieri, feriti e morti”.
L’Unione dei Comitati d’Azione delle Donne palestinesi (UCADP) ha “denunciato i pesanti bombardamenti di strutture residenziali e palazzi in tutte le aree della Striscia di Gaza, e l’alto tasso di feriti e martiri tra cui donne e bambini. L’UCADP ha affermato la sua dichiarazione sul diritto a difendere le nostre terre occupate con tutte le forme di resistenza popolare globale per porre fine all’occupazione e raggiungere la libertà, che porta al diritto al ritorno e all’autodeterminazione. L’Unione delle donne palestinesi ha inoltre invitato la comunità internazionale, le Nazioni Unite e tutte le istituzioni internazionali, giuridiche e umanitarie a esercitare pressioni a livello regionale per fermare la guerra, garantire protezione al nostro popolo, fermare gli attacchi sionisti da parte dei criminali di estrema destra del governo, denunciare l’occupazione come responsabile dei crimini commessi contro il nostro popolo e presentare casi nei tribunali internazionali. Chiediamo inoltre a tutto il nostro popolo di mobilitare tutte le energie popolari in tutti i campi, villaggi e città a sostegno del nostro popolo e della nostra causa”.
In una Dichiarazione rilasciata dal Partito Comunista Palestinese del 14 ottobre si legge: “Le masse del nostro popolo sono in lotta da 75 anni contro l’occupazione della terra di Palestina, gli occupanti hanno cercato e continuano a cercare di fissare l’immagine dell’invincibile soldato sionista e dell’indistruttibile stato usurpatore. Da 75 anni non sono ancora riusciti nel loro intento. Il nostro popolo arabo palestinese dimostra quotidianamente con il sangue e il fuoco, di essere un popolo che non può e non vuole essere sconfitto, non importa quante vittorie temporanee il nemico ottenga, essi sanno che non vogliono alternative alla propria patria, la Palestina, nella quale vivono e nella quale muoiono, e nella quale sognano di ritornare, non importa quanto tempo ci vorrà. Non c’è alternativa alla Palestina se non la Palestina, mentre i sionisti comprendono profondamente che la loro presenza su questa terra è temporanea. Il “Diluvio di Al-Aqsa” ha registrato i più alti significati umani nel cammino della nostra lotta di liberazione nazionale per le masse del nostro popolo, e ha dimostrato a ogni angolo del mondo che il nostro popolo ha rappresentato e rappresenta, nel corso degli anni della sua lotta, il “detonatore” della dignità araba, che i reazionari arabi hanno sempre voluto soffocare e trattenere per decenni. Pertanto, non sorprende che il nostro popolo trovi tutta questa unità e alleanza. Dai malvagi paesi occidentali guidati dall’imperialismo americano e dalla loro ansia di restaurare ciò che è stato causato dall’operazione di Al-Aqsa, per cercare di contenerne le conseguenze a livello regionale alla luce dell’attuale equilibrio di potere, che ha obiettivi diversi perseguiti da questa entità usurpatrice. Le masse del nostro grande popolo palestinese sono le più coscienti tra coloro che pensano che l’imperialismo e il nemico sionista non accetteranno facilmente la loro terribile sconfitta, ma difenderanno con tutte le forze il loro progetto imperialista nella regione, già hanno praticato e attueranno altri terribili massacri contro il nostro popolo, nel tentativo di sottometterlo. Pertanto, la battaglia attuale tra il nostro popolo indifeso e il più grande arsenale militare del mondo è una battaglia per l’esistenza, non una battaglia per i confini, ed è la chiave delle battaglie della prossima liberazione. Anche il nostro nemico inevitabilmente si rende conto, che la sua battaglia contro il popolo palestinese è la battaglia per l’esistenza su questa terra. Ogni palestinese in terra di Palestina è un chiodo nella bara dello stato di occupazione sionista. Pertanto, non sorprende che gli obiettivi della sua battaglia contro il nostro popolo, oggi abbia tra gli obiettivi: ricreare lo scenario di sfollamento e creare una nuova catastrofe per il nostro popolo, ma questo nemico, con la sua mentalità criminale, non si è reso conto e non si renderà conto che il nostro popolo ha capito la lezione ed è determinato a far sì che non vi siano più spostamenti dopo oggi, e che il tempo delle battute d’arresto è passato, dopo la battaglia di Al-Aqsa. Sosteniamo il nostro eroico popolo, oh nostro popolo valoroso dell’orgogliosa Gaza, i massacri commessi contro di voi da questa occupazione fascista indicano un fallimento strategico e irreversibile. Questo nemico si vendica su bambini e donne per ripristinare il suo dominio, che è stato irrimediabilmente distrutto. Questo nemico fascista, che con la sua brutalità e il suo razzismo ha oltrepassato tutti i confini, ha tagliato l’acqua, l’elettricità, il cibo e le cure nel disperato tentativo di mettervi in ginocchio, e l’occupazione ha deciso di bombardare gli ospedali. Tutto questo davanti agli occhi di tutto il mondo. I massacri commessi rivelano la portata della disinformazione e dell’inganno mediatico utilizzati dallo sconfitto esercito sionista che, dopo aver lanciato infidi appelli al nostro popolo affinché lasciasse le proprie case, lo ha direttamente preso di mira commettendo crimini atroci che rimarranno una testimonianza del suo terrorismo. e brutalità. Noi del Partito Comunista Palestinese chiediamo a tutte le masse del nostro popolo arabo palestinese, in tutte le località in Cisgiordania, nell’interno e nella diaspora, di unirsi con la Striscia di Gaza e accendere un fuoco sotto i piedi degli occupanti sionisti e lanciare la resistenza in tutte le sue forme, per fermare i massacri a cui è esposto il nostro popolo nella Striscia di Gaza”.
“Siamo parte di questa battaglia e i nostri combattenti resteranno fianco a fianco con i loro fratelli delle Brigate Al-Qassam fino alla vittoria finale“, ha affermato Abu Hamza, portavoce delle Brigate Al-Quds.
Le Brigate Al-Nasser Salah al-Din, del Movimento di Resistenza Popolare, si sono espresse in termini simili. “Uniti in una unica trincea in questi giorni gloriosi del nostro popolo“.
La Fossa dei Leoni, una delle milizie più attive in Cisgiordania, ha invitato i suoi membri alla mobilitazione totale e ad “attaccare immediatamente ovunque le forze di occupazione e i loro coloni… I nostri militanti devono agire immediatamente e con urgenza. Tutti i combattenti devono serrare i ranghi e andare all’attacco”.
In un Appello il Partito Popolare Palestinese si è rivolto al mondo per denunciare “i crimini israeliani e le responsabilità degli Stati Uniti come complici di queste atrocità criminali. Noi siamo fermamente al fianco della nostra gente e del popolo di Gaza, in questa guerra di resistenza e liberazione nazionale contro l’occupazione e l’aggressione israeliana, che dura da 75 anni”.
Il dirigente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina in Libano, Haitham Abdo, ha affermato che gli eroici risultati ottenuti dal popolo palestinese e dalle sue forze di resistenza nella battaglia del Diluvio di Al-Aqsa devono costituire una motivazione per tutti i figli del popolo palestinese, al di là delle appartenenze a forze e componenti: “Deve essere un incentivo per tutte le persone onorevoli e libere della nostra nazione a impegnarsi nella battaglia per ripristinare i pieni diritti della nostra nazione, e in primo luogo per liberare la Palestina e i suoi luoghi santi dalla lordura dell’occupazione, realizzando le sue ambizioni di sbarazzarsi del dominio delle potenze coloniali e investendo le sue capacità e ricchezza al servizio delle aspirazioni dei popoli della nostra nazione verso un futuro luminoso per le generazioni future”.

1 novembre 2023