L'Unione europea imperialista unita a sostegno di Israele e contro Hamas
Sulla stessa linea il governo e il parlamento italiani
 
La prima metà del documento conclusivo della riunione del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre a Bruxelles è dedicato a ribadire la ferma condanna della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina e l'impegno della Ue a fornire all'Ucraina e alla sua popolazione un forte sostegno finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico per tutto il tempo necessario ma l'argomento su cui era ovviamente centrata l'attenzione ha riguardato la situazione mediorientale. La questione è stata liquidata nel documento con una paginetta che nel momento in cui i crimini di guerra commessi dai nazisionisti di Tel Aviv nei territori palestinesi, denunciati chiaramente persino dall'Onu, mostrava i 27 capaci solo di cianciare di inapplicabili "corridoi umanitari e pause per esigenze umanitarie" per consentire l'accesso di aiuti a Gaza. Il primo obiettivo dell'Unione europea imperialista era quello di mostrarsi unita a sostegno di Israele e contro Hamas.
La condanna con la "massima fermezza" di Hamas e dei suoi attacchi "terroristici brutali e indiscriminati in tutta Israele", l'appoggio al "diritto di Israele a difendersi" e
l'invito ad Hamas a "liberare immediatamente tutti gli ostaggi senza alcuna precondizione", sono i punti centrali del mantra ripetuto dai rappresentanti imperialisti europei dal giorno dell'attacco della resistenza palestinese del 7 ottobre e ripetuta da una ossessiva campagna propagandistica, che in Italia viaggia a reti unificate per 24 ore al giorno e su una altrettanto supina e vergognosa carta stampata riprodotta in fotocopia sulle stesse posizioni, nel tentativo di convincere le masse popolari europee di chiudere gli occhi sui massacri dei palestinesi e sostenere quel "campione" della democrazia di Netanyahu. Non ci stanno riuscendo, la solidarietà alla causa palestinese riempie le piazze e questo è un buon segno.
Con una faccia di bronzo senza pari i leader imperialisti europei passavano dalla giusta difesa dell'aggredito popolo ucraino alla criminale difesa degli aggressori sionisti al popolo palestinese, a conferma che non sono gli sbandierati principi di libertà e democrazia, né tanto meno i diritti dei popoli, a dettare la loro posizione ma solo i loro interessi imperialisti. Ipocriti e complici del regime sionista di Tel Aviv.
D'altra parte i 27 paesi europei mentre costruivano e varavano il documento unitario all'assemblea generale dell'Onu votavano in 8 a favore, in 4 contro e gli altri astenuti sulla risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza. L'unità imperialista è stata costruita soprattutto contro Hamas e la resistenza palestinese.
Tra lo spagnolo Sanchez che dichiarava essere "legittimo chiedersi se Israele stia o meno violando il diritto internazionale" e che "non bastava rilanciare il processo di pace sulla base dei due Stati"; il tedesco Sholtz che dal sottolineare il "dovere perenne di difendere l'esistenza e la sicurezza dello Stato di Israele" da parte della Germania si dichiarava preoccupato soprattutto di "garantire che non si verifichi un'ulteriore escalation", magari poteva condannare i bombardamenti sionisti in Siria ma non lo ha fatto, e il francese Macron che definiva "cruciale che Israele agisca in modo mirato contro i terroristi", si inseriva la presidente del Parlamento europeo, la maltese Roberta Metsola, che per non essere fraintesa nel suo saluto del 26 ottobre partiva dal definire Hamas un'organizzazione terroristica che non rappresenterebbe gli obiettivi legittimi del popolo palestinese, anzi li ostacolerebbero. Perfettamente allineata alla presidente della Commissione, la tedesca Ursula von der Leyen che nella conferenza stampa a fine consiglio a fronte del macello sionista a Gaza sosteneva che “Hamas ha provocato crisi umanitaria a Gaza” e che “Hamas è un gruppo terroristico che va distrutto” così come viene ripetuto a Tel Aviv.
Alla fine dell'orgia bellicista i governanti imperialisti europei parevano ricordarsi che esiste anche il popolo palestinese e i suoi diritti e nominando il collaborazionista Abu Mazen come loro unico rappresentante rilanciavano la vecchia proposta imperialista della soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati. Come se fosse naturale che la decisione di chi lo rappresenta non sia un diritto del popolo palestinese.
Gli imperialisti europei si immedesimano tanto nella parte di complici dei nazisionisti di Tel Aviv che neanche a fronte di numeri come quelli diffusi il 29 ottobre dal legittimo governo di Hamas a Gaza, e confermato dalle organizzazioni umanitarie internazinali, che denunciavano come dal 7 ottobre a Gaza sono rimaste uccise almeno 8 mila palestinesi dei quali oltre 3 mila minori. Al presunto diritto alla difesa dei sionisti sostenuto dai governanti imperialisti europei non bastano più di 3 mila bambini palestinesi uccisi dalle loro bombe in tre settimane?. E secondo loro quale sarebbe allora il numero necessario?. Ne vogliono ancora. Ipocriti e complici del terrorismo di Stato dei sionisti.
Il vertice europeo di Bruxelles ha ripetuto in tutte le salse che considera Hamas una organizzazione terrorista, così proclamata formalmente dal 2019. Soltanto nel dicembre scorso diversi capi di Stato e di governo europei sono andati nella capitale dell'importante partner economico Qatar per i mondiali di calcio senza batter ciglio sul fatto che a Doha l'emiro ospita la dirigenza in esilio di Hamas e d'intesa con il regime di Tel Aviv ha fornito finanziamenti e aiuti umanitari all'organizzazione palestinese. Oggi per coerenza dovrebbero chiedere la messa al bando del Qatar come fiancheggiatore del terrorismo. Non lo fanno dimostrando la loro ipocrisia.
L'attacco della resistenza palestinese ha messo in evidenza che nulla può lo strapotere militare degli occupanti sionisti contro i diritti del popolo palestinese e che infine occorre una soluzione diversa da quella trovata all'Onu 75 anni fa e che non può essere la fallimentare proposta imperialista che ha giusto compiuto 30 anni dei due Stati. L'imperialismo europeo, così come gli Usa, puntano sul collaborazionista Abu Mazen che a loro dire sarebbe il legittimo rappresentante palestinese per rivitalizzare proposte fallimentari; il presidente palestinese che invia la polizia dell'Autorità nazionale a smantellare a Nablus in Cisgiordania le barricate contro l'esercito occupate e non a difendere la popolazione dagli attacchi dei coloni, neanche quando a mobilitarsi contro i soprusi del regime di Tel Aviv sono stati i pochi ma coraggiosissimi pacifisti israeliani. Abu Mazen è il presidente decaduto dal gennaio 2009 ma che non convoca nuove elezioni per la certezza di perderle contro Hamas, lui sarebbe legittimo per Bruxelles. Non lo è Hamas che nel 2006 ha vinto le uniche elezioni che si sono tenute a Gaza; un governo che i paesi imperialisti non hanno riconosciuto, perché è palese che per l'imperialismo si invocano democrazia e elezioni ma solo quando vincono i partiti amici non gli avversari.
Molti dei protagonisti del Consiglio di Bruxelles nei giorni e settimane precedenti hanno fatto la fila a Tel Aviv a rendere palese omaggio al boia Netanyahu, che non ha battuto ciglio finanche di fronte all'italiana Giorgia Meloni, col suo bagaglio identitario fascista orgogliosamente sbandierato. Come dice il proverbio, chi si assomiglia si piglia.
L'Unione europea imperialista si è mossa unita a sostegno di Israele e contro Hamas, sulla stessa linea si sono schierati il governo della neofascista Meloni e il parlamento italiani come risalta dalla sostanziale e vergognosa unanimità registrata negli atti dei lavori parlamentari sia alla Camera che al Senato, una posizione costruita sugli argomenti falsi della campagna propagandistica a favore dei criminali di Tel Aviv. Contro le posizioni del governo e delle opposizioni parlamentari, dal PD della Schlein ai M5S di Conte, valgono le considerazioni fatte sul documento Ue. Salvo a onor di cronaca della risoluzione presentata dal gruppo Alleanza verdi e sinistra alla Camera che almeno si è sottratta al coro antipalestinese contro Hamas pur finendo per chiudere nel sostegno alla fallimentare proposta dei due popoli e due Stati.
Delle comunicazioni e gli interventi di chiusura della neofascista Meloni possiamo mettere in evidenza che si è vantata di aver deciso "di prendere parte personalmente alla conferenza a Il Cairo, scegliendo che l'Italia fosse l'unica Nazione membro del G7 a partecipare al livello di leader, perché considero vitale, in questa fase, il dialogo con i Paesi arabi e musulmani (e l'Italia svolge storicamente il ruolo di ponte tra Europa, Medio Oriente e Mediterraneo) per impedire che si cada nella trappola di uno scontro tra civiltà che avrebbe conseguenze inimmaginabili". Nello scontro non di civiltà ma tra l'imperialismo dell'Ovest e quello dell'Est, il presidente del Consiglio non rinuncia a sventolare il tricolore dell'imperialismo italiano e a presidiare i suoi interessi di potenza nell'area di interessi storica.

1 novembre 2023