Nonostante i danni causati dal cambiamento climatico il governo procede nel megaprogetto
No all’inutile e dannoso metanodotto Snam
Contrari popolazione e Comitati. Il comune di Cesena incasserà un milione di euro, i proprietari dei terreni espropriati 68 euro
Dal corrispondente del PMLI per l'Emilia-Romagna
Quanto sta succedendo negli ultimi tempi con l’intensificarsi di fenomeni metereologici estremi, con periodi di siccità alternati a forti e improvvisi temporali che causano allagamenti e frane, disastrosi in particolare quelli di maggio in Emilia-Romagna e nei giorni scorsi in Toscana, evidentemente non è fonte di insegnamento per i governanti borghesi, che sul momento piangono “lacrime di coccodrillo” e si dicono preoccupati degli effetti del cambiamento climatico, ma poi nella pratica continuano nelle loro politiche di devastazione ambientale che non fanno che peggiorare la già precaria situazione esistente con evidenti e negative ripercussioni sulla vita delle masse popolari.
In questo caso si tratta del metanodotto Snam, una gigantesca infrastruttura che si connetterà a due tratti già esistenti del metanodotto, da Brindisi a Sulmona, e verso nord si irradierà da Minerbio nel Bolognese per trasportare gas dalle forniture dall’Africa e dalla zona del Mar Caspio.
Il metanodotto di Snam prevede un tratto di 430 chilometri e fa parte di un progetto da 2,4 miliardi di euro, suddiviso in tre tronconi, quello che interessa il comprensorio cesenate, denominato “Rete Adriatica”, fa parte della tratta Sestino-Minerbio, un investimento di circa 700 milioni di euro per realizzare 141 km di condotte, 46 dei quali nella provincia di Forlì-Cesena, oltre 19 solo nel territorio comunale di Cesena. La rete, che si collega con l’area ravennate, procede poi anche nella vallata del Savio, verso Mercato Saraceno e oltre. I lavori di posa dei grossi tubi interesseranno una fascia di terreno larga 28 metri nelle aree agricole e una di 18 metri in quelle boscate, la trincea di scavo sarà profonda tra i 10 e i 15 metri, lungo il tracciato sono previste opere di rimboschimento, in zona i cantieri dovrebbero partire tra circa un anno, terminare prima dell’estate del 2027 e entrare in funzione entro la fine di quello stesso anno.
Ai proprietari dei terreni coinvolti è stato comunicato che i terreni interessati dai lavori saranno momentaneamente espropriati, inoltre entrerà in vigore un vincolo di inedificabilità in base al quale non si potrà costruire più nulla nemmeno nei terreni limitrofi, prevedendo un indennizzo ridicolo di 68 euro a testa.
Ad opporsi alla costruzione del gigantesco metanodotto Snam popolazione, il Comitato “No tubo Romagna”, che raggruppa abitanti del comprensorio di Cesena e di Forlì che ha già realizzato due incontri informativi, Wwf, Legambiente e altri comitati della provincia di Forlì-Cesena, che denunciano come il “Tubo catastrofico” sia "inutile per il fabbisogno italiano e crea un disastro non indifferente" sui territori, attraversando gli Appennini, parchi, corsi d’acqua e territori epicentro di terremoti, coinvolge 323 intestatari di particelle, che subiranno anche un deprezzamento di valore e magari un calo di interesse nell’amministrarli, "un’opera molto invasiva e gli amministratori non capiscono che i cambiamenti climatici sono impattanti sui territori". A livello nazionale 17 associazioni ambientaliste criticano il progetto: “Siamo di fronte a una vera e propria follia che va fermata prima che produca danni irreparabili all’ambiente, al clima e all’economia. Chiediamo la cancellazione non solo della Linea Adriatica, ma anche di tutte le altre infrastrutture energetiche in programma nel settore dei combustibili fossili".
Il comune di Cesena se ne “lava le mani” con l’assessora all’urbanistica Cristina Mazzoni: ”Noi non abbiamo gli elementi per valutare l’adeguatezza di questo tipo di intervento nell’ambito delle politiche energetiche nazionali… i nostri uffici sono stati contattati soltanto come tramite per le autorizzazioni legate al paesaggio che devono essere rilasciate dalla Sovrintendenza”.
Sta di fatto che il comune di Cesena incasserà come indennizzo quasi un milione di euro e che la popolazione e i Comitati si batteranno contro l’ennesima inutile e dannosa “grande opera”.
8 novembre 2023