No all'antisemitismo, Sì all'antisionismo
Una cosa è colpire il sionismo di Israele, altra è attaccare indiscriminatamente gli ebrei
Si riaffaccia purtroppo in Europa e in altre parti del mondo l'antisemitismo, ossia l'odio e il disprezzo nei confronti degli ebrei, ossia di coloro che professano la fede religiosa ebraica.
Lo scorso 16 ottobre in via Saint Bon a Milano è apparsa una scritta minacciosa contro gli ebrei e un'altra dello stesso tenore è stata trovata il 19 ottobre nella stessa città in via Soderini.
Lo scorso 21 ottobre a Detroit, negli Stati Uniti, è stata assassinata con numerose coltellate la quarantenne Samantha Wall, presidente del consiglio di amministrazione della Isaac Agree Downtown Synagogue, il più importante luogo di culto israelitico della città: anche se le indagini della polizia sono ancora in corso, è forte il sospetto degli inquirenti che il movente possa essere legato all'odio antisemita.
Il 30 ottobre scorso all'aeroporto di Machačkala, città del Caucaso in territorio russo, centinaia di persone hanno preso d'assalto la pista e lo scalo dopo che era stato annunciato l'atterraggio di un aereo proveniente da Israele: la polizia è riuscita a stento a proteggere i passeggeri dalla folla inferocita che, lanciando insulti antisemiti, voleva scatenare una vera e propria caccia all'uomo contro gli eventuali ebrei presenti nell'aereo.
Nella notte tra il 30 e il 31 ottobre nel tredicesimo, quattordicesimo e quindicesimo arrondissement di Parigi, in Francia, sono state disegnate una sessantina di stelle di Davide nei muri esterni di palazzi e abitazioni dove abitano ebrei o dove ci sono attività commerciali di proprietà di ebrei.
Nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre è stato appiccato un incendio nell'anticamera della sala cerimoniale israelitica del cimitero centrale di Vienna, in Austria, e svastiche sono state disegnate sul muro esterno dello stesso cimitero.
Nel rione romano di Trastevere, tra il 1° e il 2 novembre sono state danneggiate quattro pietre d'inciampo – targhe metalliche inserite nei marciapiedi delle città per ricordare i deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazifascisti che non fecero più ritorno – dedicate a quattro uomini romani di fede israelitica.
Tali atti sono abominevoli e ingiustificabili, non potendo gli autori dichiararne la liceità con il pretesto della questione palestinese, delle tensioni in Medio Oriente e delle nefandezze compiute dallo Stato sionista israeliano in quelle terre, perché agli ebrei sparsi per il mondo – cittadini dei Paesi nei quali vivono - non può e non deve essere assolutamente imputata alcuna responsabilità per i crimini compiuti da tale Stato.
Bisogna considerare che tantissimi ebrei nel mondo e nello stesso Israele sono antisionisti e si oppongono fermamente all'esistenza di uno Stato ebraico, e bisogna altresì considerare che è proprio lo Stato di Israele – che si proclama, falsamente, rappresentante di tutti gli ebrei sparsi per il mondo e che contemporaneamente compie, realmente, azioni spregevoli che sono sotto gli occhi di tutti – ad alimentare l'antisemitismo, perché induce gli sprovveduti a credere che siano gli ebrei in quanto tali gli autori di tali crimini, mentre è la cricca sionista al potere a compierli, rendendo l'esistenza impossibile sia agli arabi sia agli stessi ebrei che vivono in Medio Oriente.
In una manifestazione tenutasi il 29 aprile 2022 a New York il rabbino statunitense antisionista Israele Davide Weiss ha chiaramente affermato che “il sionismo è nazionalismo e l’ebraismo è una religione”: in parole povere, l'autorevole ministro di culto afferma che il sionismo è una dottrina politica nazionalista e l'ebraismo è una fede religiosa.
In un comunicato del 19 luglio 2006 il movimento ebraico antisionista Neturei Karta, allora guidato dal rabbino ungherese di lingua yiddish Mosè Dov Beck, si legge che “il sionismo e lo Stato di 'Israele' sono la causa principale dell’inasprimento dell’antisemitismo a livello universale”. Poco prima, nello stesso comunicato, si legge che “lo Stato di 'Israele' non parla a nome degli ebrei, ha rubato il nome 'Israele' agli israeliti, ai quali è stato comandato di essere cittadini leali in ogni Paese in cui risiedono”: è chiaro, per bocca di una parte importante dello stesso mondo ebraico, che lo Stato di Israele e l'ideologia sionista che lo sorregge sono cose completamente diverse dalla religione ebraica, anzi sono cose opposte ai principi di quest'ultima.
Il PMLI, quindi, è al fianco di questi ebrei e dell'eroico popolo palestinese nella battaglia contro l'ideologia sionista e lo Stato di Israele, ma condanna con la massima fermezza ogni forma di antisemitismo, perché l'odio contro gli ebrei e la violenza perpetrata nei confronti di chi pratica la fede israelitica oggi sono alimentati proprio dai crimini di Israele che si nutre del pretesto dell'antisemitismo che esso provoca e alimenta per creare nel mondo ancora più confusione identificando l'ebraismo col sionismo.
Il movimento operaio e il marxismo-leninismo hanno da sempre condannato ogni forma di razzismo e di discriminazione, compreso l'antisemitismo. Affermava Lenin nel marzo del 1919: “soltanto gente completamente ignorante, completamente abbrutita può credere alle menzogne e alle calunnie diffuse contro gli ebrei. Sono residui della vecchia epoca feudale, quando i preti facevano bruciare gli eretici sul rogo, i contadini erano servi, il popolo era schiacciato e muto. Questo vecchio oscurantismo feudale sta sparendo. Il popolo incomincia a veder chiaro”
. Concludeva infine Lenin con questa invettiva: “vergogna allo zarismo maledetto che ha torturato e perseguitato gli ebrei. Infamia e disonore su coloro che seminano l’odio contro gli ebrei”
(Lenin, I pogrom contro gli ebrei, discorso registrato nel marzo 1919 e pubblicato in Lenin, Opere complete, vol. XXIX, Editori Riuniti, Roma, 1967, p. 229, 230)
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Dodici anni più tardi altrettanto autorevolmente era Stalin a prendere la parola sull'antisemitismo, confermando la posizione di Lenin: “i comunisti, in quanto internazionalisti conseguenti, sono nemici implacabili e dichiarati dell'antisemitismo. Nell'Unione Sovietica l'antisemitismo è diventato un fenomeno estraneo fino in fondo al regime sovietico ed è rigorosamente punito dalle leggi”
(Tratto dall'intervista che Stalin rilasciò a un giornalista della Jewish News Agency of the U.S. il 12 gennaio 1931, pubblicata la prima volta nell'URSS nella Pravda del 30 novembre 1936, poi in Stalin, Opere complete, vol. XIII, Edizioni in lingue estere, Mosca, 1954, p. 28).
8 novembre 2023