A Milano, Roma, Catania e in altre città
Piazze piene e combattive per la Palestina Libera
Il cartello del PMLI “Con Hamas, le Brigate Ezzedin al-Quassam e il popolo palestinese. Per la liberazione della Palestina” dà fastidio ai media sionisti.”Il Fatto quotidiano” cartaceo di Travaglio e Lerner lo ignora
Al grido di “Palestina libera” il 4 novembre decine di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per la quarta settimana consecutiva in varie città e capoluoghi di provincia e di regione contro la guerra, il genocidio del popolo palestinese, i criminali bombardamenti a tappeto ordinati dal nuovo Hitler israeliano Netanyahu, il massacro di donne, bambini e civili inermi e contro l'occupazione militare della Striscia di Gaza da parte dell'esercito sionista.
A Milano
oltre 4 mila manifestanti sono sfilati da Porta Venezia a Piazza Missori dove al termine del corteo è stato proiettato sul muro del palazzo dell’Inps una gigantografia che ritrae insieme il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente degli Usa Joe Biden e il premier di Israele Benjamin Netanyahu accompagnato dal commento “Palestina libera dal colonialismo israeliano e dalla complicità occidentale”.
Poco prima della partenza gli organizzatori del corteo denunciano la provocatoria contromanifestazione imbastita in Largo Cairoli dai fascio-leghisti: "Milano non può ospitare i fascisti. Bloccare il criminale in piazza Cairoli" ha urlato dal megafono uno degli organizzatori riferendosi a Salvini e a tutto lo stato maggiore leghista, dai governatori Attilio Fontana, Luca Zaia, Maurizio Fugatti e Massimiliano Fedriga fino ai ministri Giuseppe Valditara, Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli e Alessandra Locatelli, schierato in presidio "in difesa dell’Occidente e delle libertà".
Al corteo ha preso parte una delegazione di compagne e compagni del PMLI organizzata dalla Cellula “Mao” di Milano. Lungo il corteo i compagni e le compagne hanno diffuso il volantino di condanna dell'invasione via terra di Gaza e sono sfilati con il cartello-manifesto con la parola d'ordine: “Con Hamas, le Brigate Ezzedin al-Quassam e il popolo palestinese. Per la liberazione della Palestina”.
Il sostegno militante e inequivocabile del PMLI alla Resistenza e alla causa palestinese, di cui Hamas e le Brigate Ezzedin al-Quassam rappresentano attualmente la punta più avanzata sul fronte antimperialista e antisionista e hanno perciò tutto il sacrosanto diritto di opporsi con qualsiasi mezzo all'aggressione e all'occupazione sionista di Gaza, ha suscitato l'approvazione dei manifestanti molti dei quali si sono fatti fotografare e hanno scattato foto al nostro cartello-manifesto.
Di tenore opposto è stata invece la reazione dei media borghesi schierati apertamente coi terroristi sionisti di Tel Aviv che hanno pubblicato foto dei cartelli e delle insegne del PMLI e citato la partecipazione dei compagni ai cortei additandoli come fiancheggiatori dei “terroristi” di Hamas, mentre “Il Fatto quotidiano” degli opportunisti Travaglio e Lerner hanno addirittura oscurato e nascosto ai propri lettori la posizione antimperialista del PMLI che coraggiosamente si è schierato al fianco della Resistenza e del popolo palestinese e di Hamas che lotta per uno Stato palestinese in cui possano finalmente convivere in pace il popolo ebraico e quello palestinese. (sulla manifestazione di Milano si legga il servizio a parte)
A Roma
5 mila manifestanti hanno preso parte al corteo pro-Palestina, contro la guerra e per il “boicottaggio di Israele”.
In testa al corteo, sfilato da Piazza Vittorio a Piazza San Giovanni, lo striscione con lo slogan “Fuori l'Italia dalle guerre con la Palestina fino alla vittoria” e numerose bandiere della Palestina.
Alla manifestazione, indetta in contrapposizione alla festa delle forze armate del 4 novembre, hanno preso parte fra gli altri anche i movimenti studenteschi medi e universitari, “Cambiare Rotta” e “Osa”, le associazioni e comunità palestinesi della Capitale, Usb e movimenti di lotta per la casa e il lavoro, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista.
Tra i tanti striscioni spicca quello con i volti del premier italiano Giorgia Meloni, del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, del presidente Israeliano Benjamin Netanyahu, del segretario generale della Nato Jens Stoltemberg e del presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen con la richiesta di "una nuova Norimberga per i crimini dell'Occidente in Palestina".
In testa al corteo un camion con un grande striscione con su scritto “Organizziamo il boicottaggio di Israele” con accanto disegnata la stella di David e poi tanti altri slogan riprodotti su cartelli e striscioni fra cui “Fuori dalla Nato, Palestina libera”. E ancora: “Nato, Ue, sionisti: cacciamoli via”. E poi tante bandiere della Palestina sventolate da una fila di bambini in ricordo delle miglia di vittime civili e di bambini morto morti sotto i bombardamenti israeliani in queste ultime settimane.
A Firenze
centinaia di manifestanti hanno aderito alla manifestazione indetta dal Comitato “No comando Nato né a Firenze né altrove” e in difesa del popolo palestinese. In testa al corteo tante bandiere della Palestina e slogan contro la guerra, l’aumento delle spese militari e l'installazione di un comando Nato negli spazi della Caserma Predieri a Rovezzano. Il corteo è partito e si è concluso in largo De Gasperi dopo aver percorso via Aretina e via Rocca Tedalda. All’iniziativa hanno aderito fra gli altri diverse associazioni e rappresentanze di palestinesi in Italia.
In Piazza Università a Catania
si è svolto un presidio molto partecipato intitolato "4 novembre? Non è la nostra festa" indetto dall'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.
Il presidio si è svolto dando le spalle ad una lapide che riporta, con la firma del generale Diaz, il proclama della "vittoria italiana" nella prima guerra mondiale, lapide posta nella parete esterna del Municipio che da, appunto, su piazza Università. Alla manifestazione era presente la Cellula “Stalin” della provincia di Catania e ha svolto un intervento il compagno Sesto Schembri (si veda l'articolo a parte).
8 novembre 2023