Milano: 4 mila le lavoratrici e i lavoratori in piazza. Apprezzatissimo e superfotografato il cartello e il volantino col QR code del PMLI
Redazione di Milano
Sono circa 4mila le lavoratrici e i lavoratori (dei settori della funzione pubblica, della conoscenza, dei trasporti, dei servizi postali, dei consorzi di bonifica, della vigilanza, pulizie e multiservizi e della ristorazione collettiva) convenuti al presidio organizzato la mattina di venerdì 17 a Milano in occasione dello sciopero nazionale articolato indetto da Cgil e Uil davanti a Palazzo Lombardia, sede della giunta regionale del governatore fascioleghista di Lombardia Attilio Fontana. Il presidio ha voluto anche dare una risposta forte all’arroganza neofascista del governo Meloni e del suo ministro fascioleghista Salvini che intende limitare e mortificare il diritto di sciopero.
Tante le bandiere rosse della CGIL e tra le quali spuntano quelle con la falce e martello del PMLI, PRC, PCL e CARC. Era presente la Cellula “Mao” di Milano del PMLI con la bandiera del Partito e col cartello con affisso da una parte il manifesto “Il lavoro prima di tutto” e dall’altra quello che rappresenta la premier-ducessa in orbace: “Uniamoci contro il governo neofascista Meloni - Per il socialismo e il potere politico del proletariato” che è stato apprezzatissimo e superfotografato dai manifestanti. Lo stesso manifesto antigovernativo era riprodotto nei “corpetti” dei nostri compagni che hanno diffuso centinaia di copie di un volantino letteralmente andato a ruba con più titoli ognuno affiancato a un QR code che collega al relativo articolo de “Il Bolscevico”. Il volantino multi QR code, una novità assoluta realizzata dai marxisti-leninisti milanesi, ha incuriosito molto i manifestanti tra i quali c’è chi ha voluto provarlo subito accedendo agli articoli tramite il proprio smartphone.
“Noi siamo qui per far cambiare la manovra finanziaria che il governo ha varato. Rifiutiamo e respingiamo l’illegittima precettazione dei lavoratori del trasporto pubblico che, attraverso il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Salvini, il governo ci ha costretto a subire. Non abbiamo intenzione di fermarci. Continueremo ad essere in piazza finché le cose non cambieranno”. Così ha spiegato nel suo comizio le ragioni della mobilitazione il segretario generale della Cgil Lombardia Alessandro Pagano che ha aggiunto che “abbiamo riadeguato la nostra iniziativa al precetto, ma abbiamo intenzione di andare avanti contestandolo, impugnandolo e facendo valere il diritto di tutti i cittadini di scioperare contro un governo che, per la prima volta nella storia di questo Paese, precetta i lavoratori che manifestano contro una sua manovra”.
Pagano ha anche affermato che “questa è una manovra iniqua, è favorevole agli evasori e non va a prendere dove sono i soldi che servono per le politiche pubbliche. Non risponde all’evasione di salari e pensioni e soprattutto imposta una politica di Stato sociale imperniata su tagli che noi assolutamente rifiutiamo”.
Tra le principali rivendicazioni sindacali portate in piazza c’è il ripristino alla sanità pubblica e universale, a “un sistema di distribuzione pubblico e universale, un sistema complessivo di diritti che devono tornare ad essere esigibili per tutti i cittadini”.
Al presidio anche una bara con tanto di corteo funebre per ribadire che il settore della sanità in Lombardia è ormai “defunto”.
Numeri altissimi di adesione allo sciopero in tutti i settori del Comune di Milano, come non si vedeva da 26 anni, con punte superiori al 50% come nel settore educazione. Su circa 140 sportelli anagrafici solo 9 erano aperti in sole 4 sedi su 11.
I lavoratori comunali hanno manifestato anche nel pomeriggio in Piazza della Scala davanti Palazzo Marino, sede della giunta milanese del PD Giuseppe Sala, rivendicando un piano straordinario delle assunzioni dato che il numero del personale a tempo indeterminato è crollato, passando da 14.314 assunti nel 2017 ai 13.272 di oggi e quest’anno si prevedono solamente 657 nuove assunzioni, 571 nel 2024 e 516 nel 2025. Numeri non sufficienti a garantire la copertura dei pensionamenti, che saranno 2.109 entro il 2025. Si aggiunge, inoltre, il problema della “fuga” dal Comune a causa dell’alto e crescente carovita di Milano. Da qui, la rivendicazione dell’incremento delle risorse economiche per la crescita dei salari accanto alla richiesta del rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro, ampiamente scaduto e su cui il governo neofascista Meloni si rifiuta di stanziare risorse, così come del resto fa la giunta PD Sala per la contrattazione decentrata.
22 novembre 2023