L'Italia sospenda la vendita di armi a Israele
Rispettando il divieto di esportazione verso Paesi i cui governi compiono “gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani”
A causa delle gravissime e sistematiche violazioni dei diritti umani in Cisgiordania e del diritto internazionale umanitario nonché delle leggi di guerra a Gaza è intollerabile che numerosi Paesi del mondo, in primo luogo gli Stati Uniti ma la questione riguarda alcuni Stati europei tra i quali l'Italia, continuino ad inviare materiali bellici a Israele un fatto che rende gli stati fornitori complici di questi crimini.
Per ciò che riguarda l'Unione Europea, essa con decisione del Consiglio 2013/269/PESC ha autorizzato gli Stati membri a firmare il Trattato multilaterale delle Nazioni Unite sul commercio di armi del 2006, e la stessa, con decisione del Consiglio 2014/165/UE, li ha autorizzati a ratificarlo.
L'Italia lo ha firmato il 3 aprile 2013 e lo ha ratificato il 2 aprile 2014, tanto che esso è entrato in vigore il 24 dicembre 2014 per il nostro Paese, il quale da tale data è obbligato a rispettarlo.
Fondamentale è l'articolo 7 del Trattato, il quale dispone al paragrafo 1 che ogni Stato esportatore di armi “sotto la propria giurisdizione e ai sensi del proprio sistema di controllo nazionale, valuta, in maniera obiettiva e non discriminatoria e prendendo in considerazione ogni elemento utile, comprese le informazioni fornite dallo Stato importatore”
se le armi esportate possano “contribuire a minacciare la pace e la sicurezza”
o possano essere utilizzate per “commettere o agevolare una grave violazione del diritto internazionale umanitario”
, per “commettere o agevolare una grave violazione del diritto internazionale dei diritti umani”, disponendo al paragrafo 3 che “lo Stato Parte esportatore ritiene che vi sia un forte rischio di ricadere in una delle conseguenze negative previste dal paragrafo 1, lo Stato Parte esportatore non autorizzerà l'esportazione”
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Anche la legislazione interna italiana entrata in vigore prima del predetto Trattato disponeva, e tuttora dispone, regole molto precise: il sesto comma dell'articolo 1 della legge n. 185 del 9 luglio 1990 vieta all'Italia l'esportazione e il transito di armamenti “verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell'articolo 11 della Costituzione”
e “verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell'UE o del Consiglio d'Europa”
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L'articolo 11 della Costituzione dispone che “l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”
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Dopo l'attacco della Resistenza palestinese in territorio israeliano gli esperti indipendenti delle Nazioni Unite hanno denunciato gli attacchi violenti di Israele contro i civili palestinesi a Gaza ritenendo, nella loro relazione, che non vi sia alcuna giustificazione per la violenza israeliana che prende di mira indiscriminatamente civili innocenti, un fatto che è “assolutamente proibito dal diritto internazionale e costituisce un crimine di guerra”
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Anche Amnesty International, nel rapporto intitolato “Schiaccianti prove di crimini di guerra a Gaza” ha documentato “attacchi illegali israeliani
- compresi attacchi indiscriminati - che hanno causato massicce perdite civili e che devono essere indagati come crimini di guerra”
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Non c'è dubbio che l'attuale situazione verificatasi a seguito del bombardamento israeliano su Gaza e della successiva invasione rientri pienamente nella situazione descritta dalle norme menzionate, ma è altrettanto vero che Israele si macchia da decenni in Cisgiordania, e non solo, di pesantissime e sistematiche violazioni dei diritti umani ai danni della popolazione palestinese.
Eppure sono venti anni esatti - a cominciare dal Memorandum d’intesa con Israele in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa siglato a Parigi nel giugno del 2003 dall'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, entrato in vigore l'8 giugno 2005 - che l'Italia imperialista ha iniziato a contribuire alle forniture di armi verso Israele.
Un ulteriore incremento delle forniture di armi italiane verso Israele si ebbe nell'aprile del 2012 quando l’allora presidente del Consiglio, Mario Monti, in visita in Israele annunciò l’intenzione del governo di finalizzare al più presto il contratto per la fornitura all’Aeronautica militare israeliana di 30 velivoli d’addestramento M-346 prodotti dalla Alenia-Aermacchi e relativi simulatori di volo: i piloti israeliani si sono esercitati su tali aerei e su tali simulatori per bombardare Gaza con i caccia F-16 e F-35, uccidendo migliaia di civili.
Nel febbraio del 2019 ci fu un ulteriore escalation nelle forniture di armi italiane a Israele, quando il ministro italiano della Difesa del primo governo Conte, Elisabetta Trenta, e il suo omologo israeliano sottoscrissero un accordo per l’acquisto di sette elicotteri AW119Kx d’addestramento avanzato della Agusta-Westland (gruppo Leonardo) destinati all'aeronautica israeliana. Nel settembre del 2020 l'Italia ha poi fornito a Israele altri cinque elicotteri e due simulatori.
Nel 2022, poi, la società RWM Italia ha firmato un accordo strategico con la società israeliana UVision Air Ldt per la commercializzazione, produzione e sviluppo di droni kamikaze da destinare all'aeronautica israeliana.
Anche la Beretta ha negli ultimi anni costantemente rifornito la fanteria israeliana e le forze di polizia dell'entità sionista di armi da fuoco, che vengono sistematicamente impiegate per ammazzare, giorno dopo giorno, i palestinesi della Cisgiordania e di Gaza.
Ricordiamo che sono decenni che Israele compie le più sistematiche, organiche e gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani ai danni di un popolo - quello palestinese - che siano state perpetrate da quando furono istituite le Nazioni Unite.
Il governo italiano deve immediatamente sospendere – anzi avrebbe dovuto farlo anche in passato nel rispetto della propria legislazione interna e in ossequio a quella internazionale – ogni fornitura di armi a Israele e ogni collaborazione in campo militare con lo Stato sionista israeliano, perché alla popolazione italiana non deve essere attribuita alcuna complicità o connivenza con la criminale ideologia sionista e con i suoi fiancheggiatori, tra i quali devono annoverarsi da decenni i governi italiani.
22 novembre 2023