Un fiume in piena per le strade di Biella contro la violenza sulle donne
Corteo rumoroso e combattivo
Dal corrispondente dell'Organizzazione di Biella del PMLI
La manifestazione contro la violenza sulle donne, tenutasi a Biella sabato pomeriggio 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere, ha segnato un successo travolgente. Sin dal raduno in via Italia è emerso chiaramente che l'evento, organizzato dalla rete femminista biellese, sarebbe stato un fiume in piena.
Lo spettacolo del “Cerchio delle donne” ha avviato l'iniziativa con una recita particolarmente interessante, offrendo molteplici spunti di riflessione sul ruolo della donna nella società attuale. Successivamente, la Consigliera provinciale per le pari opportunità, Ilaria Sala, ha sottolineato l'importanza di un cambiamento culturale all'interno della società per superare i dogmi del patriarcato che ancora relegano le donne in una posizione subordinata rispetto agli uomini. Sotto lo striscione d’apertura “Ti ho detto NO significa NO”, ha poi preso il via la manifestazione. In testa al corteo c'era un furgone con impianto audio e microfono dove faceva bella mostra la bandiera rosso-nera dell'antifascismo militante, infatti molti degli slogan urlati a squarcia gola erano diretti contro il governo neofascista Meloni e contro i fascisti che tentano ancora di imporre una società sotto il vecchio e marcio motto mussoliniano “Dio, patria e famiglia”.
Durante il percorso, sono stati gridati altri slogan come “Insieme siam partite, insieme torneremo, non una, non una di meno”, “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce” e l'emblematico “Se domani non torno, bruciate tutto!”. Infatti il tono della manifestazione non ha mai assunto una modalità passiva e remissiva, con minuti di silenzio e candele accese tipo corteo religioso ma, all'opposto, è stato un corteo rumoroso, con tantissimi cartelli di denuncia, musica ad alto volume, slogan che incitavano alla ribellione verso qualsiasi forma di cultura patriarcale e maschilista. Tantissimi i manifestanti che portavano al collo cartelli con le scritte in rosso delle vittime di femminicidio che, va ricordato, in Italia arrivano alla spaventosa cifra di un omicidio ogni tre giorni. In via Gramsci è intervenuta Greta Cogotti, delle Democratiche Biellesi, evidenziando la violenza fisica e psicologica a cui le donne sono costrette ogni giorno. Ha citato scene di vita quotidiana domestica in cui l'uomo appare refrattario a svolgere i lavori di pulizia, riordino e cucina, ma in realtà riguardano entrambi i membri del nucleo familiare e quindi diviene assurdo che debbano essere svolti esclusivamente dalla donna. Ha sottolineato quindi l'importanza di una suddivisione equa dei lavori domestici e dell'accudimento dei figli tra i componenti della famiglia.
Il momento finale in Piazza Duomo ha visto intervenire i genitori di Erika Preti, la giovane biellese accoltellata a morte dal fidanzato durante una vacanza in Sardegna. L'assassino, condannato a trent'anni di carcere, è uscito di prigione dopo soli 5 anni per motivi di salute, suscitando rabbia e indignazione tra la popolazione.
Le voci delle donne hanno concluso la giornata, ribadendo che nel contesto capitalistico, le donne rimangono principalmente schiave domestiche, escluse dal mondo del lavoro, pagate meno degli uomini e confinate nei livelli professionali più bassi, in lavori precari, part-time, stagionali, occasionali e in nero. In Italia, il tasso di occupazione femminile è inferiore al 50%, scendendo al 38% nel Sud del Paese. Negli ultimi dieci anni, il numero di lavoratrici dipendenti part-time è aumentato del 70%. Il capitalismo continua a imporre alle donne un ruolo pressoché invariato: la responsabilità di generare figli, occuparsi di loro, essere interamente al servizio del marito, della famiglia e della casa. Questa condizione viene presentata come un destino inevitabile per le donne, legato alla loro funzione riproduttiva, sostenuto dagli ideologi borghesi e cattolici come una “'naturale vocazione” alla maternità e alla famiglia.
Giornate di lotta come questa gettano le basi per promuovere proteste e movimenti ovunque, sia contro le politiche antifemminili del governo neofascista Meloni, sia contro il patriarcato in generale. Al corteo era presente il compagno Gabriele Urban con la compagna Alessandra, entrambi attivi nella denuncia dei femminicidi e del patriarcato. Urban è stato contattato da Alessandra Musicò, referente delle Democratiche Biellesi, per registrare un breve messaggio online contro la violenza psicologica e fisica sulle donne e promosso dalle Democratiche Biellesi sui social media all’indirizzo:
https://www.facebook.com/democratiche.biellesi/videos/907806567377320
29 novembre 2023