Respingere il piano di Valditara su "Educare alle relazioni"
Contrari la FLC CGIL e la rete degli studenti medi. Il consulente del ministro dell'Istruzione e del merito Amadori è un misogino
Di fronte all’indignazione popolare esplosa a partire da questa estate a seguito degli stupri di gruppo avvenuti a Palermo e Caivano e alimentata del recente femminicidio di Giulia Cecchettin, il governo neofascista Meloni, invece di accogliere le rivendicazioni espresse dalla grande e combattiva mobilitazione delle masse popolari, femminili e studentesche che nei giorni scorsi hanno manifestato in tutta Italia contro la dominante cultura patriarcale, maschilista e antifemminile e per rivendicare il potenziamento dei centri antiviolenza per le donne, corsi di educazione alla sessualità, all'affettività e alle differenze di genere nelle scuole, ha varato una serie di “iniziative rivolte al mondo della scuola per la prevenzione e il contrasto della violenza maschile contro le donne” racchiuse in un protocollo di intesa interministeriale siglato dal fascioleghista, anticomunista, sovranista e separatista Giuseppe Valditara (Istruzione e Merito), dal reazionario sanfedista Gennaro Sangiuliano (Cultura) e dalla ministra neofascista per la Famiglia Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella, famigerata per le sue posizioni retrograde, omofobe e antifemminili.
Tre esponenti di spicco di FdI e Lega, ossia gli stessi partiti della maggioranza di governo che il 10 maggio scorso al parlamento europeo si sono astenuti o hanno votato contro l’adesione dell'Italia alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. A riprova che nessun governo, se non quello fascista di Mussolini, è stato più distante dalle esigenze e dai bisogni delle masse femminili sfruttate e oppresse per ideologia, cultura, morale, etica, concezione retrograda e oscurantista della vita, della scienza, della società.
Tra le varie “iniziative” che fra l'altro “prevedono un concorso, campagne di sensibilizzazione e la distribuzione di materiale informativo nelle scuole” spicca senza dubbio il piano "Educare alle relazioni" illustrato il 22 novembre nella sala Koch del Senato dal triunviro Valditara-Sangiuliano-Roccella.
Il piano è stato dettagliato da Valditara in una ordinanza ministeriale composta da cinque articoli che raccomanda alle scuole di elaborare progetti e iniziative atte a promuovere “la maturazione degli studenti attraverso la creazione di un ambiente scolastico basato sul rispetto reciproco e la prevenzione della violenza... diffondere i valori del rispetto reciproco e della parità di genere... migliorare la conoscenza degli strumenti a disposizione delle ragazze vittime di violenza, come la linea telefonica di emergenza 1522 o le case rifugio” con l'obbiettivo ultimo di irregimentare ancora di più le studentesse e gli studenti che: “verranno edotti delle conseguenze penali che comportamenti impropri possono generare”.
Il piano Valditara è infatti destinato solo agli alunni delle scuole superiori di secondo grado e si svilupperà in vari percorsi formativi e educativi extra-curriculari, con un impegno di 30 ore all’anno. I docenti assumeranno il ruolo “di moderatori nei gruppi di discussione con gli studenti”. Per l'anno in corso 2023-2024 l'adesione sarà facoltativa e ogni istituto deciderà su base volontaria se partecipare. Mentre per gli studenti è obbligatorio il consenso dei genitori per prendere parte ai gruppi di discussione. Il piano è finanziato con 15 milioni di euro attraverso i fondi PON (Programmi Operativi Nazionali finanziati dalla Commissione Europea per favorire la parità economica e sociale di tutte le regioni dell'Unione Europea ndr).
L’Indire (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa), in collaborazione con “professionisti qualificati” curerà la formazione specifica dei docenti coinvolti e in ogni istituto sarà individuato un “docente referente” che avrà il compito di coordinare i vari progetti.
Mentre al Fonags (Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola) è attribuito il compito di raccordare le modalità di attuazione dei percorsi con le esigenze rappresentate dalle famiglie e secondo il piano Valditara-Roccella-Sangiuliano: “opererà in sinergia con la Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico, per integrare le esigenze e osservazioni dei genitori”.
Presentando le linee guida del piano, Valditara ha aggiunto che ai gruppi di discussione fra docenti e studenti saranno chiamati a partecipare anche psicologi, esperti in educazione affettiva e relazionale, avvocati, assistenti sociali, organizzazioni contro la violenza di genere e perfino influencer, cantanti e personaggi del mondo dello spettacolo.
“Parte una grande mobilitazione, per la prima volta in Italia si fa un esperimento di questo tipo – ha proclamato con grande enfasi Valditara – un progetto pilota specifico per le scuole superiori di secondo grado” alla fine del quale sarà condotta una prima valutazione “per identificare le pratiche migliori e valutare la possibilità di rendere il programma un elemento obbligatorio nel curriculum scolastico”.
I lavori preparatori del piano, Valditara li ha affidati a un gruppo di “esperti” coordinato dal misogino Alessandro Amadori, consulente del ministero di Viale Trastevere con un contratto da 80mila euro l'anno, psicologo, docente universitario a contratto dell'università Cattolica di Milano, consulente dell'istituto di sondaggi Piepoli nonché famigerato professore con nessuna competenza sull’educazione di bambini e adolescenti e che addirittura nel suo curriculum vanta pubblicazioni che giustificano la violenza sulle donne teorizzando una guerra tra i sessi in cui il “bisogno di sottomissione maschile”, in una relazione non equilibrata con le donne, trasforma gli uomini o in “vittime” o in “carnefici”.
All'enfasi del ministro fascio-leghista e del suo consulente Amadori hanno immediatamente risposto le donne della Cgil che hanno scritto al ministro Valditara per dire che “non può certo essere una persona con le caratteristiche del professore Amadori a capo e nel progetto formativo nelle scuole sul contrasto alla violenza di genere contro le donne che oggi sono le vittime di cui urgentemente dobbiamo occuparci”. Non può “perché servono competenze specifiche e non generiche. Serve che chi deciderà come accompagnare gli studenti nel conoscere e riconoscere la violenza maschile sulle donne sappia cosa la violenza maschile sulle donne sia e non pensi che ci sia un solo fenomeno ‘violenza’ agito parimenti da uomini e donne. Non lo diciamo noi, Ministro, lo dicono le 130 donne uccise ogni anno da un uomo”.
Insomma si tratta di un piano deliberatamente antifemminile, propagandistico e strumentale che riduce la violenza di genere a cattivo comportamento individuale, che addita come “mostro” il fidanzato che ha ucciso Giulia Cecchettin, non torce un capello all'odioso sistema patriarcale borghese e affronta il problema dei femminicidi e della violenza contro le donne esclusivamente da un punto di vista securitario e punitivo.
Un piano che perciò va immediatamente respinto al mittente per le sue modalità e per i suoi contenuti. Modalità che vedono gli studenti subire dall'alto l'indottrinamento ministeriale, mentre invece noi rivendichiamo la libera autogestione studentesca nella scelta delle modalità e delle tematiche da discutere.
Inoltre i contenuti proposti da Valditara sono inaccettabili per almeno quattro buone ragioni: prima di tutto perché non affronta il problema da un punto di vista culturale e preventivo dal momento che non prevede alcun tipo di intervento rivolto ai bambini e agli adolescenti del primo ciclo di istruzione ma punta esclusivamente al “contrasto del fenomeno della violenza sulle donne” rivolgendosi solo alle studentesse e agli studenti delle superiori in un'età in cui le ragazze e i ragazzi hanno già ampiamente subìto l'influenza della cultura liberista e della morale borghese e oscurantista che costituisce la radice principale della violenza che si dichiara di voler combattere. Una cultura che è stata storicamente propinata dalla classe dominante esaltando il machismo e relegando le donne in un ruolo subalterno e marginale, in politica come nel lavoro, nello spettacolo ecc., e che ora rivive nella triade mussoliniana “Dio, Patria e Famiglia” che questo governo, con alla testa Meloni, Valditara, Sangiuliano e Roccella, vuole imporre in ogni campo.
In secondo luogo va sottolineato che le “attività educative” del piano Valditara vengono sottoposte al controllo delle associazioni dei genitori affidando al Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola (FONAGS) il compito di “raccordare le modalità di attuazione dei percorsi progettuali con le esigenze e le osservazioni migliorative delle associazioni dei genitori”.
Il Fonags è "un organo di rappresentanza che garantisce la consultazione delle famiglie sulle problematiche scolastiche". È stato istituito dall'ex ministra berlusconiana Moratti con il decreto ministeriale 14 del 18 febbraio 2002 come “luogo d’incontro e di discussione sulle problematiche scolastiche tra il Ministero, l'amministrazione e le associazioni dei genitori maggiormente rappresentative nelle scuole”.
Si tratta di una galassia variegata di associazioni fra cui spiccano fra gli altri “Generazione Famiglia” e “Articolo 26” emanazione diretta del movimento “Pro Vita” apertamente ostile all'introduzione di corsi di educazione alla sessualità, all'affettività e alle differenze di genere nelle scuole considerati “pericolosi perché diffondono l'ideologia ‘gender' tra i ragazzi”.
Un terzo elemento di critica riguarda il fatto che tutti gli eventuali progetti del piano Valditara graveranno sulle spalle di singoli insegnanti di buona volontà ma senza alcuna competenza in materia, costretti a seguire l'ennesimo e inutile corso di formazione di qualche decina di ore, per poi essere mandati letteralmente allo sbaraglio.
Infine, perché si tratta di un piano che punta ad aumentare l’efficacia delle azioni educative agitando lo spauracchio delle conseguenze repressive per: “accrescere la conoscenza tra i giovani, in particolare tra le studentesse e gli studenti, della normativa e delle politiche in essere per la prevenzione e il contrasto della violenza maschile sulle donne, anche al fine di sensibilizzarli e responsabilizzarli sulle conseguenze, anche penali, di comportamenti violenti nei confronti delle donne e delle ragazze”.
La verità è che le “iniziative rivolte al mondo della scuola per la prevenzione e il contrasto della violenza maschile contro le donne” varate dal governo neofascista Meloni non fanno altro che strumentalizzare i corpi delle donne ad uso e consumo della retorica neofascista e in particolare dai fascio-leghisti Valditara e Sangiuliano e finiscono per distogliere l'attenzione dal vero terreno che genera queste brutalità e aberrazioni, che affonda le radici nella cultura patriarcale, maschilista e antifemminile.
Invitiamo le studentesse e gli studenti a respingere con forza questa ignobile strumentalizzazione governativa e li invitiamo a battersi conseguentemente contro il patriarcato e pretendere che l'uomo non può e non deve in alcun modo condizionare la libertà della donna, libertà che deve essere fermamente e concretamente tutelata dal governo e dalle istituzioni in tutti gli aspetti della vita economica, sociale e culturale.
29 novembre 2023