Difeso a spada tratta dalla premier Meloni
Delmastro a giudizio per rivelazione del segreto d'ufficio
Che aspetta a dimettersi?
Il sottosegretario del ministero della Giustizia di Fratelli d’Italia nonché deputato, Andrea Delmastro, è stato rinviato a giudizio dal Giudice dell'udienza preliminare del Tribunale penale di Roma nell’ambito del procedimento che lo vede accusato di rivelazione di segreto d’ufficio in relazione alla vicenda di Alfredo Cospito.
Delmastro, che al ministero della Giustizia ha la delega alle carceri, aveva rivelato a Giovanni Donzelli, suo camerata di partito alla Camera dei Deputati, il contenuto di una relazione della polizia penitenziaria sui dialoghi di Cospito con alcuni boss mafiosi che si trovavano nello stesso reparto del penitenziario di Sassari, tanto che lo stesso Donzelli lo scorso 31 gennaio, durante una seduta della Camera, aveva utilizzato quelle informazioni per sferrare un violento attacco a Debora Serracchiani, Walter Verini, Andrea Orlando e Silvio Lai, tutti parlamentari del PD, accusati da Donzelli di intrattenere contatti, tramite Cospito, con i boss.
Successivamente Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, aveva depositato un esposto alla Procura di Roma che aveva aperto un fascicolo nei confronti di Delmastro, per il quale la stessa Procura ha chiesto il non luogo a procedere all'udienza preliminare celebrata lo scorso 29 novembre, nella quale però il giudice ha rinviato a giudizio Delmastro, con la prima udienza che si terrà presso il Tribunale di Roma il prossimo 12 marzo.
Ancora prima, a luglio, il Giudice per le indagini preliminari aveva disposto l'imputazione coatta per Delmastro a fronte della richiesta di archiviazione da parte della Procura in quanto, secondo quest'ultima, i dossier sul caso Cospito erano segreti, ma il sottosegretario alla Giustizia non sarebbe stato consapevole di tale segretezza, per cui in Delmastro mancherebbe il dolo, ossia la coscienza e la volontà di violare la legge: ma tale argomentazione della Procura è insostenibile, perché sia il Giudice per le indagini preliminari sia il Giudice dell'udienza preliminare hanno messo in risalto il fatto che Delmastro è un avvocato difensore, per cui è impensabile che una persona che, da giurista e scienziato del diritto, compie il quotidiano controllo di legalità democratica sugli atti giurisdizionali non si rendesse pienamente conto che atti interni dell'amministrazione penitenziaria fossero segreti e non divulgabili.
Il fatto compiuto da Delmastro è di gravità inaudita, perché un sottosegretario di Stato ha utilizzato un documento riservato destinato a rimanere segreto al fine di consentire a un proprio collega parlamentare appartenente allo stesso gruppo di sferrare pubblicamente un violento attacco politico a deputati di altro partito al fine di minarne la credibilità.
Ma non è tutto, perché Delmastro rischia di finire a giudizio anche dinanzi al Tribunale di Biella per fatti risalenti al 2021 quando Delmastro, allora come oggi deputato, pubblicò sui suoi social un video del procuratore generale della Corte dei conti del Piemonte, Quirino Lorelli, definendolo ”Capitan Fracassa della sinistra giudiziaria italiana
”. Il magistrato contabile sporse querela per la quale lo scorso 8 marzo il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Biella dispose l’archiviazione, una decisione contro la quale la Procura di Biella è ricorsa in Cassazione, la quale a luglio ha annullato con rinvio la decisione del giudice biellese riaprendo il procedimento contro Delmastro, per il quale è stata investita la Giunta per le autorizzazioni della Camera.
Non bisogna infine dimenticare che il percorso di avvicinamento tra Delmastro e l'amministrazione penitenziaria – e, per ciò che riguarda gli atti per i quali dovrà affrontare il processo, la polizia penitenziaria – era iniziato nel 2020 con una ripugnante interpellanza parlamentare al Ministero della Giustizia per chiedere l'encomio solenne per gli appartenenti alla polizia penitenziaria che inflissero torture e sevizie ai detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Nonostante tutto, Delmastro non ci pensa minimamente a dimettersi dall'incarico di sottosegretario, e a darli man forte ci ha pensato la Meloni in persona: “i magistrati ritengono
– ha affermato la Meloni a Dubai a margine dei lavori del Cop 28 - che Delmastro debba essere rinviato a giudizio, il pubblico ministero riteneva che la vicenda Delmastro dovesse essere archiviata, per due volte. Quindi direi che è il caso di aspettare una sentenza di condanna passata in giudicato, eventualmente, per definirlo colpevole
”.
La Meloni mente sapendo di mentire: chi, come Delmastro, viola platealmente le leggi sapendo di violarle, chi elogia pubblicamente delinquenti, aguzzini e torturatori conoscendo la gravità degli atti abominevoli da essi compiuti deve solo dimettersi.
6 dicembre 2023