Per la liberalizzazione del mercato tutelato del gas e dell'energia
Bollette di gas e luce più care
Il 28 novembre il governo neofascista Meloni per “festeggiare” il suo primo anno di legislatura ha confezionato un altro bel “regalo” per le masse popolari e lavoratrici.
Il Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia) ha approvato un nuovo decreto energia che non prevede più la proroga del mercato tutelato per le bollette di luce e gas e obbliga circa 6 milioni di famiglie per quanto riguarda il gas e oltre 9 milioni di utenze elettriche a sottoscrivere nuovi contratti di fornitura sul mercato libero a prezzi molto più cari.
Secondo il Codacons “il passaggio al cosiddetto 'mercato libero' farà aumentare le tariffe energetiche e converrà soprattutto alle già straricche società di gas e luce, costando invece carissimo ai cittadini. Il tutto in un momento in cui, se le aziende dell’energia si ritrovano fra le mani profitti enormi, i consumatori invece sono stati già abbondantemente spremuti da un biennio di caro-bollette e inflazione alle stelle”.
Per quanto riguarda il gas il passaggio è fissato al 10 gennaio 2024; chi non ha scelto un contratto sul mercato libero entro tale data verrà trasferito automaticamente a una fornitura dello stesso venditore a prezzo libero ma a condizioni equiparate di tutela. Dopo un anno però si passerà al regime “placet ordinario” quindi ancora meno vantaggioso e le condizioni saranno vigilate da Arera, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente istituita con la legge n. 481 del 1995 appositamente per promuovere e favorire il regime di concorrenza.
Per l’elettricità il passaggio sarà obbligatorio entro il 1° aprile 2024; dopo tale scadenza tutti gli utenti entreranno automaticamente nel servizio a tutele graduali (Stg) che ha una durata di tre anni con tariffe stabilite da Arera ma calcolate sul prezzo dell'energia al mercato all'ingrosso. I fornitori di questo servizio saranno assegnati attraverso aste che si svolgeranno tra dicembre e gennaio. I soggetti in condizioni economiche svantaggiose verranno trasferiti invece nel cosiddetto “servizio di tutela della vulnerabilità” di Arera.
Non a caso in questi giorni si è scatenata una vera e propria caccia all'utente da parte di una miriade di piccoli e poco raccomandabili operatori che offrono sconti e promozioni con tariffe a dir poco ingannevoli e poco trasparenti che rischiano di far ulteriormente aumentare il conto finale anche perché, ha aggiunto Furio Truzzi, presidente di Assoutenti: “Il fenomeno sta diventando sempre più aggressivo e non sempre si arriva alle soluzioni più vantaggiose”.
Insomma, la tanto sbandierata e tanto osannata concorrenza del mercato liberista, invece di abbassare i prezzi rischia di tradursi in un salasso senza precedenti che colpirà soprattutto le famiglie già in grave difficoltà economica a causa dell'impennata inflazionistica mentre per le multinazionali e le imprese del settore ci sarà un'impennata dei profitti coi prezzi che saliranno alle stelle anche perché il decreto appena varato contiene nuovi incentivi a fondo perduto, sgravi fiscali e agevolazioni a favore delle cosiddette imprese energivore. La semplificazione amministrativa di alcune procedure in materia energetica, misure per accelerare gli investimenti sull'autoproduzione di energia rinnovabile, il rilascio di nuovi titoli abitativi per la coltivazione di idrocarburi, la semplificazione del procedimento per la realizzazione di condensatori ad aria presso centrali già esistenti, l'individuazione di due aree marittime nel Mezzogiorno in cui costruire impianti eolici galleggianti, alcune disposizioni finalizzate alla realizzazione di nuovi sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento.
La nuova norma varata dal Consiglio dei ministri ha suscitato grandi polemiche non solo fra la cosiddetta opposizione di Pd e M5S ma anche fra la maggioranza di governo con il vicepremier Salvini che come al solito prima lancia il sasso e poi nasconde la mano. Infatti il caporione fascio-leghista quando era al governo con Draghi ha votato a favore della norma mentre ora ha atteso in silenzio l'approvazione del decreto e solo a cose fatte ha annunciato di “essere contrario alla fine del mercato tutelato” col chiaro intento di ingannare ancora una volta i milioni di utenti e potenziali elettori in vista delle elezioni europee di primavera.
Allo stesso modo la fine del mercato tutelato viene strumentalizzata da PD e M5S che quando erano al governo con Conte e Draghi non hanno mai mosso un dito per bloccare il passaggio al mercato libero imposto dalla UE, anzi lo hanno favorito con la Legge sulla concorrenza del 2021 e poi barattato con il finanziamento della terza rata del Pnrr già incassata dal governo Meloni a ottobre scorso, e ora fanno finta di stracciarsi le vesti ergendosi a difensori del mercato tutelato.
Un gioco delle parti che ha finito per favorire l'assalto del governo Meloni alle bollette e dei neofascisti di FdI, che rivendicano di aver votato contro la proroga proposta a suo tempo da PD e Cinquestelle, e ora hanno buon gioco nel scaricare tutta la responsabilità sui “governi precedenti che hanno inserito la fine del mercato tutelato tra le riforme del Pnrr”.
Basti pensare ad esempio che la Lega, che adesso parla di “posizione storica”, durante il governo Draghi aveva votato a favore il Pnrr che stoppava il mercato tutelato dell'energia, peraltro insieme al Pd che oggi dall'opposizione chiede di rinviare il mercato libero perché più costoso.
Mentre Forza Italia che con Draghi aveva condiviso la fine delle tariffe tutelate, poi con il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin aveva promesso una proroga andando a scontrarsi con Fitto, ora con Antonio Tajani sostiene apertamente che: “Il testo approvato dal governo è positivo. La nostra idea è che la liberalizzazione farà diminuire i prezzi, non bisogna fare demagogia su un tema che produrrà effetti positivi, perciò serve una grande campagna di informazione... Per quanto ci riguarda, le proroghe non servono non siamo certamente per un'economia statalista modello Unione”. Che facce di bronzo!
6 dicembre 2023