Lenin a Capri
Le due visite nel 1908 e nel 1910
La prima visita avvenne tra il 6 e il 18 aprile 1908 (19 aprile-1° maggio). Su richiesta di Gorki Lenin si recò a Capri, dove incontrò Bogdanov, Lunaciarski e Bazarov. Accompagnato da Gorki si recò a Napoli e a Pompei.
La seconda visita avvenne tra il 19 e 23 luglio 1910 (1° agosto-8 agosto)
Gorki, che prenderà le distanze da Bogdanov e dal gruppo scissionista così ricorderà quei momenti: “A tal fine decisi di organizzare a Capri una scuola operaia e negli anni della reazione, dal 1907 al 1913, cercai con ogni mezzo, nei limiti delle mie capacità, di tenere alto il morale degli operai...Le mie divergenze con i comunisti riguardavano il giudizio da formulare sulla funzione degli intellettuali nella rivoluzione russa, preparata in realtà da quegli intellettuali, tra cui rientravano tutti i 'bolscevichi', che avevano educato centinaia di operai all'eroismo sociale, e alla ricerca teorica. Gli intellettuali russi, scienziati e operai, erano, sono e saranno ancora per molto tempo l'unico cavallo da tiro attaccato al pesante carro della storia russa. A dispetto degli impulsi e delle sollecitazioni subite, la ragione delle masse popolari resta ancora una forza che deve essere diretta dall'esterno. Così pensavo - e così sbagliavo - tredici anni or sono. Avrei dovuto cancellare questa pagina dei miei ricordi. Ma, come si dice, 'quel che è scritto con la penna non si può tagliare con l'accetta'. E, inoltre, 'sbagliando si impara', come soleva ripetere Vladimir Ilic. I lettori devono conoscere il mio errore. E sarebbe una fortuna, se potesse servire di lezione a quelli che si affrettano a trarre conclusioni dalle proprie esperienze. (...)
A Capri venne anche un 'secondo' Lenin, un compagno incantevole, allegro, instancabilmente interessato a tutte le cose della vita, eccezionalmente tenero con la gente... S'informò minuziosamente sulla vita dei pescatori di Capri, sui loro guadagni, sull'influenza dei preti, sulla scuola: la vastità dei suoi interessi non poté non meravigliarmi... Non riesco a concepire un altro uomo che, stando così in alto, abbia saputo resistere alla lusinga dell'ambizione e non abbia smarrito il suo interesse per gli 'uomini semplici'. In Lenin c'era una sorta di magnetismo che gli attirava i cuori e le simpatie dei lavoratori. Non parlava italiano, ma i pescatori di Capri, che avevano già conosciuto Scialipin e molti altri russi importanti, assegnarono d'istinto a Ilic un posto particolare. La risata di Lenin era affascinante, era la risata cordiale di un uomo, che, cogliendo alla perfezione la goffaggine della stupidità e le astuzie acrobatiche della ragione, riusciva tuttavia a godere dell'ingenuità infantile dei 'semplici di cuore'. Un vecchio pescatore, Giovanni Spadaro, disse di lui: - Così può ridere solo un uomo onesto. (...)
Dondolandosi nella barca sull'onda azzurra e diafana come il cielo, Lenin imparava a pescare 'senza canna'. I pescatori gli spiegarono che bisognava tirar su nell'attimo in cui il dito sentiva tremare la lenza: - Così: drin-drin. Capisce?
Poco dopo catturò un pesce, lo tirò su e gridò con l'entusiasmo di un ragazzo e la passione di un pescatore: Ah, ah! Drin-drin!
I pescatori scoppiarono anch'essi in una risata assordante e gioiosa, come bambini, e gli misero nome: 'Signor drin-drin'. Quando Ilic ripartì continuarono a domandarmi: - Come sta il signor Drin-drin? Lo zar non lo prenderà, no?! (…)
Lenin sapeva con la stessa passione giocare a scacchi, esaminare una qualsiasi 'storia del costume', discutere per ore con un compagno, andare a pesca, percorrere i pietrosi sentieri di Capri, arroventati dal sole meridionale, ammirare i fiori dorati delle ginestre e i bimbi sudici dei pescatori. Di sera, ascoltando qualche storia sulla Russia e sui contadini, sospirava con invidia: - Eh, conosco poco la Russia. Simbirsk, Kazan, Pietroburgo, il confino: tutto qui.”
La scuola di Capri
La scuola di Capri era un centro frazionistico degli otzovisti, degli ultimatisti e dei costruttori di dio, organizzato da Bogdanov, Lunaciarski e Alexinski, con la collaborazione di Gorki. Alcune organizzazioni inviarono in questa scuola 13 funzionari, ma una parte degli allievi, di fronte al carattere frazionistico della scuola, mandarono al giornale Proletari
una protesta contro l'atteggiamento antipartito degli insegnanti. Lenin invitò a Parigi questi allievi e tenne loro un ciclo di lezioni.
Il progetto della scuola aveva trovato Lenin in totale disaccordo sulle loro questioni filosofiche. Innumerevoli furono i suoi interventi per orientare correttamente i bolscevichi e tra questi segnaliamo: “Lettera agli allievi della scuola di Capri”,
scritta nell'ottobre 1909, e “Vergognoso fallimento
”, articolo apparso sul giornale Proletari
del 28 novembre 1909.
Le divergenze di Lenin con Bogdanov
Erano palesi le profonde divergenze all’interno della dirigenza bolscevica, le stesse che avrebbero portato Bogdanov, nel 1911, a operare lo scissionismo, fuoriuscendo dal Partito Operaio Socialdemocratico Russo.
La sorella di Lenin ricorderà così quelle divergenze con Bogdanov: “Nelle lettere legali di questo periodo l'aspetto politico di tali divergenze, note come divergenze con il gruppo Vperiod, viene menzionato da Ilic solo con poche parole: "Qui le cose vanno male: ci sarà certamente Spaltung (scissione); spero di darti notizie più precise in merito tra un mese o un mese e mezzo. per ora si tratta solo di congetture" (26-V). Di questa scissione si parla in modo particolareggiato nella Relazione sulla riunione della redazione allargata del "Proletari" e sulle risoluzioni annesse: 5, sul distacco del compagno Maximov (Bogdanov) e 4, sulla scuola di partito (di Capri) "di cui la redazione del
Proletari
declina la responsabilità dato che i fondatori e organizzatori della scuola sono tutti esponenti dell'otzovismo, dell'ultimatismo e della costruzione di dio" (giugno 1909, Opere, vol. XIV, pp. 89-103).
Tra gli innumerevoli scritti di Lenin contro le posizioni di Bogdanov e degli scissionisti otzovisti, vogliamo in particolare ricordare la fondamentale e corposa opera “
Materialismo ed empiriocriticismo ”, che non si limita a demolire radicalmente tutti i sofismi e i sotterfugi a cui ricorre il revisionismo politico e filosofico per tradire i principi rivoluzionari e le concezioni fondamentali del marxismo ma è un contributo preziosissimo, come ebbe a scrivere lo stesso Lenin nella prefazione alla seconda edizione dell'opera nel 1920, “alla conoscenza della filosofia del marxismo, del materialismo dialettico, come anche delle conclusioni filosofiche tratte dalle più recenti scoperte delle scienze naturali
”. E per molti versi presenta analogie e continuità con le opere scritte da Engels, “
Anti-Dühring ” e “ Dialettica della natura ”.
È impressionante la sua conoscenza del materialismo dialettico e storico e altrettanto impressionanti la sua granitica difesa dei fondamenti rivoluzionari del marxismo ma anche l'impareggiabile modestia, testimoniata da queste parole, che chiudono la prefazione alla prima edizione del 1908: “Quanto a me, sono anch'io in filosofia uno che 'cerca'. E precisamente: nelle presenti note mi sono posto il compito di cercare come si sono smarriti coloro che presentano in veste di marxismo qualche cosa di incredibilmente confuso, intricato e reazionario.
”
L'empiriocriticismo teorizzato da Bogdanov andava battuto perché rappresentava allora il substrato teorico del liquidatorismo e dell’otzovismo e poi più in generale dei revisionisti che si spacciavano come innovatori e modernizzatori del pensiero di Marx ed Engels. E Lenin lo sconfisse regalandoci quest'opera che continua a illuminare il pensiero e il cammino dei marxisti-leninisti.
Il monumento di Capri a Lenin
La scultura di omaggio a Lenin fu realizzata nel 1968 dal noto scultore Giacomo Manzù nei giardini di Augustus dell'Isola di Capri. Il monumento in onore di Lenin si compone di diversi blocchi di marmo sovrapposti, che raggiungono un'altezza di 5 metri; sul maggiore di essi è scolpito il volto di Lenin sopra la scritta “A Lenin, Capri”.
Negli anni passati è stata oggetto di vigliacche provocazioni da parte dei fascisti, degli anticomunisti e dei reazionari nel vano tentativo di farla abbattere, come accadde nel 2002 quando i fascisti di An, partito madre dell'attuale FdI della Meloni, imbastirono una lurida raccolta di firme tra i "vip" dell'Isola per cancellare il monumento a Lenin, vantando peraltro il consenso alla nera iniziativa da parte dell'allora vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini. Quella miserabile raccolta di firme fallì grazie all'opposizione dei democratici, degli antifascisti e dei marxisti-leninisti napoletani che prontamente si mobilitarono. La Cellula "Vesuvio Rosso'' di Napoli del PMLI insieme al Circolo "Vincenzo De Waure'' del PRC e alla Sezione "Lenin'' del PdCI diramavano un comunicato stampa nel quale respingevano fermamente la provocazione fascista e sostenevano che evidentemente "Lenin non è morto e il suo spettro si aggira tra i sonni agitati dei neofascisti che governano l'isola e non solo. Per questo essi vorrebbero cancellare la sua statua e con essa il ricordo della sua vita e della sua opera, esorcizzando così il terrore che i suoi insegnamenti vengano fatti propri da una nuova generazione di antifascisti e rivoluzionari'' e invitavano alla vigilanza e alla mobilitazione non solo i capresi e i veri comunisti, ma anche "tutti gli autentici democratici e antifascisti'' contro qualsiasi tentativo di riabilitazione del ventennio mussoliniano e contro la mostruosa teoria della pacificazione tra fascisti e antifascisti.
I marxisti-leninisti napoletani successivamente si impegnarono a commemorare Lenin organizzando delle vere e proprie iniziative sull’isola, una delle quali vide la partecipazione dello scugnizzo partigiano Vincenzo Leone al fianco del PMLI in difesa del monumento e con la parola d'ordine: Lenin non si tocca. Il 21 aprile 2009 la Cellula "Vesuvio Rosso" di Napoli del PMLI, comprendente militanti e simpatizzanti partenopei, sì è recata a Capri, davanti al monumento, per celebrare in modo militante il 139° Anniversario della nascita di Lenin
Ripetutamente la statua è stata sfregiata e imbrattata da scritte nazi-fasciste. Nel 2007, dopo tante battaglie portate avanti dai capresi, dai marxisti-leninisti partenopei, dai sinceri comunisti e da forze democratiche antifasciste, la statua, che centinaia di rivoluzionari e di turisti d'ogni parte del mondo vanno a visitare per rendere onore a Lenin, è stata ripulita e sono stati avviati una serie di interventi mirati alla tutela del monumento e per ampliarlo sino alla Piazzetta dei Leoni che si trova nella zona sovrastante.
Mentre rimane nel cuore del proletariato e dei combattenti per il socialismo, Lenin continua a essere bersaglio dell'odio viscerale dei fascisti e degli anticomunisti.
20 dicembre 2023